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Juventus, Bonucci confessa: "Passaggio al Milan? Non ero lucido"

Serie A

Intervistato da Raffaella Carrà, il difensore della Juventus è tornato sul discusso trasferimento in rossonero nell'estate  2017: "Sentivo che mancava qualcosa, venivamo dall'esperienza di mio figlio Matteo e ho vissuto un anno intenso. Ho avuto la fortuna di poter tornare". Bonucci si è raccontato dalla nota lite con Allegri ("Ci sono stati momenti in cui è volata la lavagna") alla stima per Conte, Agnelli e il mondo Juve. E sul futuro: "Io allenatore bianconero? Se ne parla tra 10-12 anni"

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Probabilmente fu il trasferimento di mercato più discusso nell’estate 2017, altro non fosse che Leonardo Bonucci era stato un punto fermo nella rinascita della Juventus. Affare da 42 milioni di euro quello che portò il difensore classe 1987 dai bianconeri al Milan, trattativa-lampo ufficializzata il 20 luglio: in realtà il colpo che "doveva spostare gli equilibri", premiato con la fascia di capitano al suo arrivo, resterà una sola stagione in rossonero accumulando 51 presenze e 2 reti all’attivo lasciando la firma proprio allo Stadium nella sconfitta per 3-1 contro gli ex compagni. Andata e ritorno sull’asse Milano-Torino per Bonucci, tornato a casa lo scorso agosto nell’operazione che ha registrato lo scambio con lo sfortunato Caldara destinato al Diavolo. E, riconquistati i suoi tifosi per carattere e continuità nelle prestazioni (38 gare con 3 gol segnati), Leonardo è tornato su quel cambio di maglia inspiegabile per il popolo bianconero. Lo ha fatto spiegando l’episodio nella trasmissione 'A raccontare comincia tu', condotta da Raffaella Carrà e nella quale il centrale bianconero si è svelato da quel trasferimento dettato dalla situazione familiare.

Bonucci: "Non ero lucido per quanto accadeva a mio figlio Matteo"

Inevitabilmente il difensore della Juve e della Nazionale è stato interpellato sul passaggio al Milan nel luglio 2017, affare di mercato così spiegato: "Non ne potevo più e sentivo che mancava qualcosa. Poi col passare del tempo ho capito che in quel momento la mia lucidità non era al 100%. L’anno al Milan mi ha fatto crescere, poi ho avuto la fortuna di poter tornare". A pesare nella scelta fu la delicata situazione familiare legata al figlio Matteo: "Noi venivamo dalla sua esperienza (il bimbo affetto da una grave malattia, ndr), aveva due anni e quando eravamo in vacanza si trovò in pericolo di vita. Siamo rientrati a Torino e ci hanno detto che non si poteva aspettare: all’improvviso è crollato tutto. È stato un anno intenso e ho vissuto delle cose contro di me". Qualcuno imputò il cambio di maglia anche alla lite con Allegri ("ci sono stati dei momenti in cui è volata la lavagna", la sua ammissione) mentre non passarono inosservati gli insulti ricevuti sui social: "Quello che mi è dispiaciuto è che a offendermi fossero soprattutto ragazzini di 12-14 anni. Se basta un trasferimento per questo, non oso immaginare cosa può succedere ai nostri figli fuori". 

Archiviata l’esperienza in rossonero ("Ogni viaggio finisce con un ritorno a casa"), Bonucci ha raccontato la sua visione del mondo Juve a partire da Antonio Conte: "È stato fondamentale per la mia crescita e per diventare un giocatore internazionale, mi ha dato un modo nuovo di interpretare la partita". Importante anche il suo rapporto con Andrea Agnelli e la filosofia bianconera: "La vittoria è l’unico risultato che alla Juventus è permesso. Quando entri nel mondo Juve ti rendi conto che il pareggio non è consentito. Agnelli è una persona squisita, parla tanto con noi: è una persona lungimirante. Otto anni fa lo stadio di proprietà sembrava impensabile". Nella lunga intervista di Raffaella Carrà non sono mancate ammissioni sull’avversario da incubo ("Negli ultimi anni contro Zapata ho sempre fatto fatica a reggere il duello") alla gratitudine per l'attuale Ct Roberto Mancini ("Mi trovo bene e mi fece esordire in Serie A nel lontano 2006") fino al suo ruolo di personaggio pubblico: "Prima che come calciatore devi essere bravo come uomo, devi sapere quali sono i tuoi doveri e sapere stare al mondo". Infine, un ultimo aneddoto tra mercato e futuro: "Avevo ricevuto un’importante offerta dalla Cina, ma ho rifiutato. Non fa per me. Io allenatore della Juventus? Allegri può stare tranquillo, c’è ancora tempo. Se ne parla tra 10-12 anni".