La Juventus senza Allegri. Condò: "Io prenderei Sarri"

Serie A

Intervenuto a Sky Sport 24 per commentare la fine del rapporto tra Allegri e la Juventus, Paolo Condò ha parlato del profilo ideale per la sostituzione dell'allenatore sulla panchina bianconera: "La Juve dovrebbe andare su uno che pratica un tipo di gioco differente rispetto ad Allegri. Per questo prenderei Sarri"

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Sono tanti i commenti arrivati dopo l'annuncio della fine dell'avventura di Massimiliano Allegri sulla panchina della Juventus, tra questi anche quello di Paolo Condò. Parole precise quelle del giornalista, che dagli studi di Sky Sport 24 ha spiegato come a suo avviso la società bianconera dovrebbe puntare su un cambio deciso. "Io credo che sia maturata una decisione abbastanza consensuale. Non siamo in Inghilterra - ha chiarito Condò -, dove allenatori come Ferguson e Wenger possono allenare in una stessa squadra per quasi 20 anni. Da noi 5 anni sono un ciclo lunghissimo e molto raro, io credo che questo ciclo fosse giunto a conclusione nel massimo rispetto reciproco, perché la Juve ha ottenuto molto da Allegri e Allegri ha ottenuto tanto dalla Juve".

Sarri profilo ideale

Circa il successore di Allegri sulla panchina bianconera, Paolo Condò ha le idee chiare. Il giornalista consiglierebbe Maurizio Sarri: "Io so per certo - ha continuato - che in primavera il ritorno di Zidane al Real Madrid ha cambiato i piani di Allegri e della Juve. La società aveva in testa di rivolgersi a Zidane, uno dei suoi grandi ex, e dall’altra parte Allegri aveva detto di aver rifiutato la possibilità di andare al Real. Era una storia vera, tanto che non c’è mai stata alcuna smentita da parte del Real. Probabilmente la rinuncia era anche figlia del tentativo di vincere la Champions grazie all’arrivo di Cristiano Ronaldo. Una volta che Zidane a sorpresa è tornato al Real, la situazione è cambiata. Allegri dice che è andato in società per ribadire la propria volontà di rimanere, ma perché farlo se aveva ancora un contratto? Probabilmente c’era già qualcosa di diverso in testa. Sappiamo che la Juventus negli ultimi mesi ha probabilmente testato l’opportunità Guardiola, il quale è un portatore di un calcio molto preciso. È un allenatore al momento irraggiungibile, l’ha chiarito anche lui. A maggior ragione se il Manchester City dovesse essere sanzionato Guardiola non è il tipo che abbandona la nave. Per questo, per almeno un anno, non credo sia raggiungibile. La Juve vuole cambiare gioco e io al posto del club bianconero proverei a prendere Sarri: tutti lo danno in uscita e ha un tipo di gioco assolutamente diverso da quello di Allegri. Sarebbe molto affascinante. Non so se sia un profilo da Juve, ma credo che si possa trovare un compromesso. Non penso che sul presentarsi in tuta o in giacca e cravatta possa naufragare una trattativa. La Juve ha provato a inseguire la Champions per 5 anni con un allenatore che pratica un certo stile di gioco. Provare a raggiungere l’obiettivo con uno che fa lo stesso tipo di gioco non avrebbe molto senso. Se dovessi dare una preferenza, direi di prendere Klopp prima di Sarri, ma non ritengo l’allenatore del Liverpool raggiungibile. Sarri è italiano e pare essere sulla piazza. In ogni caso io credo che la Juve abbia già in mano il prossimo allenatore. Il fatto che la decisione sia arrivata dopo un mese dall’eliminazione dalla Champions è esemplificativo. Se questo fosse Pochettino, allora bisognerebbe aspettare la finale di Champions. Se invece ad esempio fosse Conte, si potrebbe annunciare già ora. Io andrei su un portatore di un tipo di calcio diverso".

Il paragone con Sacchi-Capello

In chiusura Condò ha fatto un parallelo tra la fine del rapporto di Allegri con la Juventus e l'avvicendamento tra Arrigo Sacchi e Fabio Capello sulla panchina del Milan nei primi anni '90. "Quando Allegri ha detto di avere chiaro da 6 mesi il piano di ristrutturazione della squadra, ha fatto capire che il piano era molto profondo. È credibile pensare che avrebbe messo sul mercato giocatori come Cancelo e Dybala. La difficoltà di venderli a certe cifre, però, fa pensare che ha senso continuare a puntare su di loro e tenerli in rosa. Questa situazione mi fa pensare al cambio tra Sacchi e Capello al Milan. Sacchi chiese la cessione di alcuni pezzi da novanta, tra cui van Basten. Berlusconi disse di no e passò a Capello, ovvero da un tipo di calcio a un altro completamente diverso".