Quarantacinque minuti di parole, tra sorrisi, emozione e commozione. La sala stampa dell'Allianz Stadium ha visto protagonisti Andrea Agnelli e Massimiliano Allegri alla vigilia della sfida con l'Atalanta. Ma si è parlato esclusivamente della separazione avvenuta dopo 5 anni insieme
La conferenza stampa che ha fatto luce sulla separazione tra Massimiliano Allegri e la Juventus è durata oltre 45 minuti. Aperta da Andrea Agnelli, ha permesso al presidente bianconero e all'allenatore di fare il punto sugli ultimi cinque anni vissuti insieme. Con uno sguardo al futuro (ma non nello specifico della figura che erediterà la panchina da Allegri), come messo subito in chiaro dal presidente.
Abbiamo, decisione, Juventus
Nella mappa delle parole più usate da Allegri e Agnelli nel corso della conferenza stampa, spicca un verbo alla prima persona plurale: "abbiamo". Comunione di intenti, per il bene (altra parola che trovate al centro della tag-cloud) della Juventus. In grande evidenza anche il concetto di "decisione", che da una parte - ha spiegato Allegri - è stata fisiologica, nel senso che era arrivata la fine di un ciclo e le due parti ne hanno preso atto insieme, ma dall'altra, "da decisionista quale è, l'ha presa il presidente". Testuali parole di Max Allegri. Inevitabile che nella top 3 della parole più adottate in un contesto del genere, ci fosse "Juventus". Come ha sottolineato Andrea Agnelli, "siamo tutti quanti utili, nessuno indispensabile", conta in primis il club: "Quando si affrontano determinati temi si capisce che questa è la decisione migliore per la Juventus. La storia della Juventus è la cosa più importante".
Il verbo vincere
Una parola che non è certamente sfuggita al nostro conteggio è "vince". Il verbo che rappresenta anche la prima parola del motto dei bianconeri ("Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta"), è stato affrontato da Allegri, chiamato a rispondere alla domanda sul bel gioco e sui risultati. "È sempre stato un dibattito, un confronto con giornalisti e opinionisti - ha spiegato Allegri - è giusto che sia così ma la priorità per me era centrare gli obiettivi della società. Quest'anno abbiamo portato a casa un campionato e la supercoppa, è stata una stagione straordinaria. Il risultato fa scrivere i giornalisti in modo diverso, però comunque dico sempre che nel calcio è strategia, bisogna capire i momenti della partita e non sempre si può giocare bene. Lo scudetto si vince spesso nelle partite in cui giochi male". E lui, lo scudetto lo ha vinto per cinque anni di fila, un lustro in cui ha collezionato undici trofei.