L'ex proprietario dei rossoneri ha parlato del Milan a margine della presentazione del libro di Arrigo Sacchi "La Coppa degli Immortali". Curiosità per il nuovo allenatore: "Ho chiesto di incontrarlo". Un pensiero per Sarri alla Juve: "Il calcio ormai è un'attività professionale". Sulla cessione ammette: "Pensavamo che Li si affidasse a una dirigenza diversa"
IL MILAN 2019/2020 RIPARTE DA BOBAN E MALDINI
Tra passato e futuro, con il Milan al centro. L'ex presidente del club rossonero Silvio Berlusconi si è espresso sui temi di attualità a margine dell'evento per la presentazione del libro di Arrigo Sacchi "La Coppa degli Immortali". Tema centrale della serata, la prima Coppa dei Campioni vinta dal Milan di Silvio Berlusconi, il 24 maggio 1989 al Camp Nou contro la Steaua Bucarest. "La più bella notte della mia vita" la definisce l'ex proprietario rossonero. Che oggi guarda al Milan con gli occhi di un tifoso: "Il Milan di quest'ultimo anno l'ho guardato con dispiacere – racconta a Sky Sport - perché ho constatato che era molto diverso dal Milan che avevamo concepito noi e per il modulo di gioco che non ho condiviso. Una strategia troppo difensiva, anche per quella che è la caratteristica più importante di una squadra, il tiro in porta, che si è verificato troppe poche volte".
“Vorrei dare dei consigli a Giampaolo”
Sospende il giudizio sul Milan di Boban e Maldini ("È quello che verrà"), ma Berlusconi ha le idee chiare sul futuro allenatore Marco Giampaolo: "Mi dicono che è una persona che può fare al caso del Milan. Ho chiesto al presidente Paolo Scaroni di poterlo incontrare insieme a lui perché vorrei passargli qualche suggerimento. Il primo riguarda il modulo con il trequartista dietro le punte, ma so che lui l'ha già praticato nelle squadre che ha allenato. Avrei anche qualche suggerimento sui singoli giocatori per impiegarli nel modo migliore". A proposito di allenatori, non manca un riferimento alla firma di Maurizio Sarri con la Juventus: "Il calcio ormai è un'attività professionale – il commento di Berlusconi - non c'è da stupirsi se un allenatore passa da una squadra all'altra, anche se è considerata da sempre la squadra da battere. Quindi faccio i miei migliori auguri a Sarri e alla Juventus".
“Ho sbagliato a vendere il Milan a Yonghong Li”
Il 13 aprile 2017 è il giorno della cessione del Milan da Berlusconi a Yonghong Li. Una scelta sulla quale l'ex patron rossonero è tornato ai microfoni di Sky Sport: "Con Yonghong Li ho sbagliato, pensavo fosse più affidabile. Non è stato all’altezza e neanche i suoi dirigenti lo sono stati. Vendere era diventata una necessità per noi, il nostro gruppo e la nostra famiglia non continuare con le spese imposte dal calcio. Con l'avvento dei proprietari del petrolio le cifre erano troppo elevate e la vendita al proprietario successivo fu determinata dal fatto che lui era, tra i vari personaggi che avevamo sentito, quello che si fece avanti con più decisione. Pensavamo che lui si affidasse a una dirigenza diversa e che potesse assumere dei professionisti veri del calcio a cui affidare la squadra. Lui ha avuto tanti guai anche dal punto di vista aziendale". Sul presente Berlusconi ha le idee chiare: "Ora c'è un fondo di previdenza, Elliott, che si sta adoperando perché vuole portare il Milan ad essere protagonista in Italia e in Europa per poi cederlo a qualcuno che abbia le caratteristiche e l'affidabilità per diventare il proprietario e il responsabile di una delle società di calcio più prestigiose al mondo". Non sarà però tempo di un Berlusconi bis, assicura: "La vita scorre, purtroppo. Io oggi sono impegnato in altre cose".
“Il nostro Milan ha cambiato il modo di interpretare il calcio”
Nella serata dei ricordi, c'è stato spazio anche per gli aneddoti: "Quando a Barcellona incontravamo lo Steaua per la finale – ricorda Berlusconi - io uscii per qualche minuto dallo spogliatoio e quando tornai dissi ai giocatori che tornavo dalla cappella dello stadio. Gli spiegai che dovevo chiedere l'aiuto del Padreterno". Quel Milan fu protagonista di un biennio d'oro in cui i rossoneri si aggiudicarono tra il 1989 e il 1990 due Coppe dei Campioni, due Supercoppe europee,, due Coppe Intercontinentali e la Supercoppa italiana. "Sarebbe bello che fosse immortale sul serio, ma è stata una squadra che ha fatto la storia del calcio – il pensiero di Berlusconi -ha cambiato il modo di scendere in campo delle squadre, che era legato a una mentalità più difensiva che alla volontà di essere padroni del campo e scendere in campo anche nelle trasferte più difficili con la voglia di portare a casa una vittoria. Fu un cambiamento epocale, su scala mondiale, portato da noi. Oggi per me il Milan rappresenta un periodo importante della mia vita, nel quale ho cercato di essere parte di questa storia. È stata una storia in cui i protagonisti sono stati tutti coloro che erano intorno al Milan, non solo chi scendeva in campo".