Totti lascia la Roma: la ricostruzione delle tappe che hanno portato all'addio

Serie A

L'ex capitano della Roma chiude, dopo quasi due anni, la sua avventura da dirigente. Ripercorriamo tutti i momenti che hanno segnato il suo distacco graduale, e poi definitivo, dalla società

TOTTI, LA CONFERENZA STAMPA - LA RISPOSTA DELLA ROMA A TOTTI

TOTTI, L'ADDIO A 18 ANNI ESATTI DALLO SCUDETTO

ADDIO TOTTI, TUTTE LE BANDIERE D'EUROPA

GOL, LACRIME E RISATE: IL TOTTI-SHOW

Forse si era solo rimandato l’inevitabile. Un legame mai diventato solido, un ruolo non definito in ogni suo dettaglio e una partecipazione nel nuovo mondo dirigenziale troppo lontana dall’efficacia con cui aveva trascinato i suoi colori per 25 anni. Lo si era già capito quel 28 maggio 2017, giorno del suo addio al calcio giocato. Un addio non conciliante con la sua volontà di continuare a fare quello che più ama al mondo, ma che fa i conti con la scelta della proprietà di non mettere più il capitano al centro del progetto. La seconda vita di Francesco Totti alla Roma, seppur non ufficialmente, comincia con le parole di Monchi in conferenza stampa. 25 giorni prima di quel Roma-Genoa è il nuovo ds spagnolo ad annunciare quello che i tifosi non avrebbero mai voluto sentire: “Questa sarà l’ultima stagione di Totti”. Una scelta su cui, come svelato nell’autobiografia scritta con Paolo Condò, ha pesato la volontà di Franco Baldini.

    

17 luglio 2017: Totti diventa ufficialmente dirigente

Il numero 10 resta in silenzio e medita sul suo futuro: accettare la nuova carriera da dirigente propostagli oppure continuare a giocare altrove. Nella partita di addio di parole, alla sua gente, ne dice tante, ma tutte rivolte a quello che è stato e non a quello che sarà. Alla fine, però, l’amore vince sempre. E il classe ’76, il 17 luglio 2017, comunica la sua decisione: “È finita la prima parte della mia vita da calciatore, adesso ne inizia un’altra più importante. Mi servirà del tempo per capire quale ruolo mi si addice di più. Per questo mi metterò a disposizione della società. Come dovrete chiamarmi? Francesco, come sempre”.

Debutto da dirigente e semifinale Champions

L’ex capitano diventa, dunque, una sorta di collante tra dirigenza e spogliatoio, ma la mancanza di chiarezza nel nuovo ruolo che va a ricoprire si rivela un dettaglio non di poco conto. Se le cose vanno bene, però, i problemi hanno l’abilità di restare nascosti per un po’. E così la nuova figura di Totti resta leggermente in ombra, senza creare ulteriori scossoni: in giacca e camicia continua ad essere acclamato negli stadi e fa capolino in Europa, sorteggiando i gironi di Champions. Quella stessa Champions dove la Roma di Di Francesco vola, raggiungendo la semifinale, traguardo a cui Francesco aveva assistito solo da piccolino.

5 settembre 2018, la resa di Totti: "Juve irraggiungibile, si lotta per l'Europa"

Sembra il passo giusto per alzare l’asticella e continuare a crescere, ma in estate si effettua un’altra rivoluzione. A scatenare la piazza sono le cessioni di Alisson, Nainggolan e Strootman, con l’ex numero 10 che prova a calmare l’ambiente e chiede di giudicare il lavoro di Monchi a fine stagione. Allo stesso tempo il campione del mondo azzurro fa i conti con la realtà e, complice un avvio di campionato difficile, limita le ambizioni della squadra. Quel passo in avanti non c’è stato. Il 5 settembre 2018, alla radio ufficiale della società ammette: “La Juve fa un campionato a parte, inutile nasconderlo – dice -. Noi proveremo a rientrare nei primi 4 posti e a passare il turno in Champions”. I giallorossi, nonostante un cammino altalenante in Serie A, riescono a conquistare la qualificazione agli ottavi, ma la doppia sfida con il Porto segna il prosieguo della stagione.

8 marzo 2019: Totti 'nomina' Ranieri come traghettatore

Il forte legame con l’allenatore non basta a salvare la panchina di Di Francesco che, all’indomani della sconfitta del Dragao, viene sollevato dall’incarico. La Roma ha bisogno di un traghettatore che faccia il miracolo e conduca i giallorossi verso il 4° posto. Ed è qui che la voce di Totti si fa finalmente sentire. La scelta, avallata proprio dall’ex capitano, ricade su Claudio Ranieri. Il testaccino prova a salvare il presente, mentre il dirigente giallorosso progetta il futuro.

31 marzo 2019, l'ex capitano si espone: "Se avrò nuovo ruolo cambierò alcune cose"

I primi segnali arrivano il 31 marzo, quando Totti traccia la sua linea e discute pubblicamente l’opzione di avere un ruolo diverso e maggiori responsabilità all’interno del club. “È tutto da vedere – spiega ai microfoni di Sky Sport -. Se dovessi prendere posizione, però, sicuramente cambierò alcune cose”. L’ambiente assapora queste parole come una svolta, una rivoluzione positiva destinata a cambiare il futuro della squadra. In quella stessa intervista, inoltre, l’ex capitano commenta anche la situazione contrattuale di De Rossi. “Parlo con lui ogni giorno – dice -. Sarà lui a decidere se voler continuare”. Frasi destinate poi a trasformarsi in un altro pezzo del mosaico di questa lunga storia.

27 aprile 2019, Totti lancia la candidatura Conte: "Tutti farebbero follie per lui"

A circa un mese da quell’intervista, Totti si ripresenta davanti ai microfoni e lancia un altro squillo che presume ottimismo: la forte candidatura di Antonio Conte per la panchina giallorossa. “Tutti farebbero follie per averlo” afferma il 43enne. Si muove anche in prima persona per convincere l’allenatore salentino ad accettare la proposta, mossa che implicitamente sembra indicare quel maggior potere decisionale che tanto desidera.

7 maggio: Conte salta, il parere dell'ex numero 10 non conta più

Il 7 maggio Conte, con un’intervista alla Gazzetta dello Sport, respinge l’offerta della Roma. “Un giorno l’allenerò, ma ad oggi non ci sono le condizioni” ammette l’ex Ct, destinato poi a sposare il progetto dell’Inter. Un nome finisce fuori, dunque, dalla lista dei candidati alla panchina giallorossa. Intanto le voci sul passaggio di ruolo di Totti a direttore tecnico si fanno sempre più insistenti, ma l’ex capitano non viene praticamente chiamato in causa nella scelta del nuovo allenatore. Il resto della società lavora su altre soluzioni e si prepara ad affrontare un’altra tempesta emotiva e mediatica: l’addio di De Rossi.

20 maggio 2019, Totti alla Hall of Fame: "Io Dt? Non ne so nulla"

Passano due settimane e Totti entra nell’Hall of Fame del calcio italiano. Il palco della celebrazione diventa un’altra occasione per parlare del futuro e della nomina di Dt. “Non ne so nulla” dichiara, sottolineando un altro passo di distacco verso la società.

30 maggio 2019: l'inchiesta di Repubblica sul caos interno alla Roma

La Roma, nel frattempo, saluta all’Olimpico Daniele De Rossi, ma il 30 maggio un’inchiesta di Repubblica getta nuovi ombre sul club. L’articolo racconta di un clima particolarmente teso, con i senatori della squadra indispettiti dall’eccessiva ingerenza di Totti nello spogliatoio e di un rapporto per nulla idilliaco tra lui e il centrocampista di Ostia. I diretti interessati smentiscono, ma l’attacco a mezzo stampa non viene digerito dall’ex capitano e diventa un altro motivo da cui scaturisce la decisione di allontanarsi dalla società.

31 maggio 2019: la lettera di Pallotta

Nelle 24 ore successive arriva la goccia che fa traboccare il vaso. Il presidente, James Pallotta, pubblica una lunga lettera sul sito ufficiale della società. Un monologo a 360° in cui conferma il ruolo centrale nelle decisioni di Franco Baldini e relega ai margini la figura di Francesco Totti. L’ex numero 10 nelle vesti di direttore tecnico assume più l’aspetto di una carica fittizzia che non concreta in termini di operatività e la mancanza di stima reciproca tra lui e il fido consulente del tycoon statunitense lo spingono sempre di più lontano dalla Roma.

12 giugno: Totti diserta il vertice di Londra

L’11 giugno il club giallorosso annuncia il suo nuovo allenatore: Paulo Fonseca. Una scelta - così come quella del ds Petrachi - su cui Totti non è contrario, ma il cui parere non viene praticamente preso in considerazione. Francesco passa, infatti, i giorni precedenti al mare con la moglie e i figli, consapevole ormai di non essere ascoltato sulle decisioni importanti come vorrebbe. L’indomani, il nuovo mister e tutta la dirigenza, compreso Pallotta, si riuniscono a Londra per un vertice alla quale l’ex capitano decide di non partecipare. “L’avevo invitato” confessa il presidente, ma l’assenza segna un altro passo verso l’addio.

13 giugno, Totti rompe il silenzio: "A breve il mio punto di vista..."

Dopo giorni di silenzio e tanto chiacchiericcio dall’esterno, Francesco Totti ricompare sulla scena. E lo fa sui social, attraverso un post in cui richiama l’attenzione sull’immediato futuro. “In questo momento vengono dette e scritte tante parole, cercando di ipotizzare i miei pensieri e le mie scelte – scrive il classe ’76 -. A breve il mio punto di vista nella giusta sede…”. E quella giusta sede è il Salone d’Onore del Coni dove, in conferenza stampa e dopo l’incontro saltato con il Ceo Fienga (e nonostante le ultime parole di Pallotta, volte a concedergli tempo per decidere se accettare o meno la carica di dt), l’ex capitano giallorosso ha raccontato la sua verità e dato ufficialmente l’addio. Proprio il 17 giugno, data simbolo nella storia giallorossa.