Curioso fuoriprogramma durante la celebrazione di un matrimonio: un tifoso giallorosso recita l'inno di Antonello Venditti, ma il sacerdote non la prende bene: "Qui non siamo allo stadio"
La passione dei tifosi giallorossi per la Roma è rinomata in tutto il mondo. A volte questa mania va oltre e supera confini difficili da immaginare. L'ultima testimonianza, a tal proposito, arriva addirittura da una chiesa. Durante la celebrazione di un matrimonio, infatti, è andato in scena un curioso fuoriprogramma. Un tifoso romanista è salito sul pulpito per leggere un passo delle Sacre Scritture, ma prima di passare a una delle lettere di San Paolo, ha deciso di recitare altri versi. "Dimmi cos'è che ci fa sentire amici anche se non ci conosciamo. Dimmi cos'è che ci fa sentire uniti, anche se siamo lontani. Dimmi cos'è, cos'è che batte forte, forte, forte in fondo al cuore, che ci toglie il respiro e ci parla d'amore. Grazie Roma, che ci fai piangere e abbracciarci ancora. Grazie Roma, grazie Roma". Parole, ovviamente, note a tutti i sostenitori giallorossi perché rappresentano il testo dell'inno che risuona allo stadio, scritto da Antonello Venditti. "Questa è la mia messa per i romanisti, visto il momento un po' difficile" ha provato a giustificarsi il tifoso, ancora sotto choc come altri fan della Roma per l'addio di Totti e De Rossi, ma non è bastato a evitargli il rimprovero del prete. Quest'ultimo è prima intervenuto minacciando di togliergli il microfono e lo ha poi stigmatizzato: "Questo non è uno stadio". Il siparietto si è concluso lì, con il tifoso che ha chiuso la parentesi giallorossa e ha proseguito la funzione.