Inter, il ritiro di Lugano è un bunker: gli allenamenti di Antonio Conte sono blindati

Serie A

Andrea Paventi

L'era Conte inizia da Lugano, dove l'Inter sta svolgendo un ritiro blindato, in un clima asettico, lontano da occhi indiscreti. Allenamenti a porte chiuse, giocatori scortati su van con vetri oscurati, strutture fasciate con teloni di plastica, dintorni del centro sportivo controllati da vigilantes e cani da guardia. L'obiettivo è non disperdere energie e non favorire distrazioni

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Il sole scalda i campi di Cornaredo con l’intensità di 30/32 gradi estivi, che ai calciatori fanno venire la voglia di quelle vacanze appena passate, sostituite improvvisamente (o quasi) da allenamenti che spezzano il fiato e riducono al minimo le prime energie stagionali.

In passato la colonna sonora della gente aiutava ad alleviare idealmente la fatica, ma il primo ritiro di Antonio Conte nel canton Ticino si svolge in un clima asettico, lontano da occhi indiscreti, con doppie sedute giornaliere rigorosamente a porte chiuse.

La protezione della privacy da parte dell’allenatore è un "dictat", i tifosi sono pochi, scoraggiati dall’impossibilità di partecipare all’evento e tutti al di fuori della struttura. I van con calciatori e staff tecnico arrivano e ripartono, sempre scortati da una moto della polizia, con i vetri rigorosamente oscurati.

Al di fuori dei campi le strutture sono state fasciate con teloni di plastica. Le uniche costruzioni nei dintorni del centro sportivo, tra cui un cinema, con finestre e terrazze che sovrastano dall’alto i campi, sono controllate a vista da vigilanza e steward, spesso accompagnati da cani da guardia.

Un inizio chiuso, abbottonato, con l’obiettivo di non disperdere energie e non favorire distrazioni, perché chi ben inizia è a metà dell’opera e certe restrizioni possono essere anche il prologo di una stagione esplosiva. Almeno questo è l’augurio di chi ha potuto immaginare e non vedere l’inizio della nuova avventura nerazzurra.