Intervenuto a Sky Calcio Club, l'ex difensore rossonero è tornato sul confronto tra allenatori dagli inizi complicati nel Milan: "Quando Sacchi arrivò c'era una squadra diversa. Impiegammo due mesi per assecondare le sue richieste: non si possono fare paragoni, quel Milan si aggrappava ai giocatori e alla difesa". Dello stesso avviso Di Canio: "Giampaolo è un maestro di calcio, il problema sono la qualità media e la pressione sui giovani"
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GIAMPAOLO: "AVANTI CON LE MIE IDEE" - MILAN IN CRISI COME 81 ANNI FA
Quattro sconfitte nelle prime 6 giornate di campionato, bilancio che il Milan non registrava da 81 anni. In salita il nuovo corso dei rossoneri targato Marco Giampaolo, allenatore sicuro della direzione indicata alla squadra ("Vado avanti con le mie idee") e confermato dalla dirigenza per voce di Paolo Maldini. Numeri alla mano, tuttavia, un avvio così difficile riporta alla stagione 1938/39 ed eguaglia Italo Galbiati che perse 4 delle prime 6 gare stagionali in panchina nel 1982. Lo stop casalingo con la Fiorentina, il 3° di fila dopo i match contro Inter e Torino senza dimenticare lo scivolone all’esordio a Udine, alimenta le difficoltà legate alla tenuta difensiva (7 gol concessi in 8 giorni) e sulla condotta di un gruppo giovane e rinnovato. Intervistato da Sky Sport prima di Torino-Milan, Maldini aveva tracciato un parallelo tra l’attuale allenatore rossonero e l’avvento nella stagione 1987/88 di Arrigo Sacchi. E pure Alessandro Costacurta, che di quella squadra faceva parte, è tornato sul paragone a Sky Calcio Club.
Giampaolo-Sacchi, Costacurta e le differenze tra i due Milan
Indicando la necessità di avere pazienza quando trovano spazio allenatori dalle nuove idee (Sacchi e Zaccheroni), Costacurta spiegava a Sky Sport 24 l’importanza del tempo per affinare automatismi e identità della squadra. "Giampaolo è un maestro di calcio coi giovani, ma giocare a San Siro col Milan non è facile. E poi è giovane anche lui", l’intervento di Paolo Di Canio. Assist raccolto da Costacurta che torna sull’avvento di Sacchi in rossonero: "Arrivò con dei giocatori diversi, pure la squadra è diversa. Quando scattò la scintilla? Tutto iniziò quando riuscimmo a fare determinate azioni e dinamiche che ci aveva chiesto per due mesi. E noi per due mesi l’avevamo ignorato fino a quando, rendendoci conto delle richieste di Sacchi, queste cose ci riuscivano con una certa facilità". Un paragone difficile da avanzare come sostiene anche Di Canio: "Davanti c’erano tre giocatori, due su tutti (Gullit e Van Basten) che nel calcio attuale sarebbero dominanti atleticamente e fisicamente". E sulla differenza nell’organico puntualizza lo stesso Costacurta: "Quella squadra in 6 partite prese un solo gol. Avevi qualcosa a cui aggrapparti: giocatori o la difesa, ecco perché il paragone non ci sta proprio". Della stessa idea Luca Marchegiani: "Sacchi era un allenatore visionario in un contesto dove si faceva un calcio diverso. Portava idee nuove e ha avuto bisogno di tempo, poi i suoi stessi giocatori hanno capito la fattibilità delle novità". E a respingere il parallelo tra i due allenatori rossoneri conclude Di Canio: "Giampaolo non chiede un calcio visionario, il problema sono la qualità media e la pressione che i giovani devono sopportare. Almeno in questo momento, questi giocatori non hanno una personalità così forte".