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Milan, Maldini: "È un momento delicato, fa parte della crescita del club"

Serie A

Tanti i temi dell'intervista esclusiva a Sky Sport di Paolo Maldini: dal cambio di allenatore, al difficile inizio di stagione. La versione integrale andrà in onda il 26 ottobre alle 12.45, 16.45 e 20.15 su Sky Sport Serie A

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Che momento sta vivendo il Milan?

"Il momento è delicato, ma fa parte della crescita del club. Ci sono stati tre cambi di proprietà in pochi anni, che hanno minato questa squadra. Il cambio di allenatore di quest’anno non ce lo aspettavamo. E’ stata una decisione presa a malincuore, una scelta nostra condivisa con il club. Una scelta che mirava ad avere un allenatore con concetti forti, che sopperisse alla mancanza di esperienza di questa squadra, che è una squadra giovane".

Sulle critiche ricevute

"C’erano tante aspettative, è normale, su una cosa non siamo stati bravi noi e non è stata brava la proprietà: nel parlare di obiettivi. Abbiamo ereditato un passivo di 125 milioni, abbiamo fatto un mercato a zero, ci sono state tante cose non dette, siamo stati banditi dall’Europa per gestioni precedenti, la multa di 12 milioni ci è stata data per le gestioni precedenti. Se lo si dice chiaramente, la gente ha un’idea più completa della situazione. E poi le critiche… Io sono abituato, sono convinto di cosa faccio, so che lo faccio al mio massimo, poi la mia permanenza o no dipenderà dai risultati".

Il rapporto con Berlusconi

"Berlusconi è stato un grandissimo presidente, il migliore che io potessi avere a 19 anni, dopo che da tre anni giocavo già titolare con il Milan, una persona a cui voglio bene e sempre gliene vorrò. Ma questa sua tendenza a fare sempre le battute, spesso lo rende inelegante. Ma affetto rimarrà immutato".

Quando tornerà ad alti livelli il Milan?

"La mia storia è pesante, il fatto che io sia qui a lavorare con Zvone Boban testimonia che non vogliamo tornare a quei livelli alti fra 10 o 15 anni. Non ho tutto questo tempo. O meglio, ce l’ho, ma non voglio aspettare. La nostra presenza è una sorta di garanzia di rientro a determinati livelli in tempi accettabili, anche se quantificarli è difficile. E se non sarà così, non saremo noi due a condurre la direzione sportiva dell’Ac Milan. Se l’idea della società – ma non è così – è tornare competitiva fra 15 anni, noi non saremo quelli a capo della direzione sportiva".