L'allenatore non è in discussione e resterà sulla panchina del Torino al di là di come andrà il derby contro la Juventus. La società è compatta e chiede una reazione alla squadra: Mazzarri non si tocca
Mazzarri non si tocca. La notte non ha cambiato pensieri e propositi del presidente Cairo, fermo sulla sua posizione. Mazzarri non si discute. Di più: non si tratta di una fiducia a tempo. Questo è il messaggio che filtra il giorno dopo le quattro sberle prese dalla Lazio.
Il destino di Mazzarri non dipende dal derby con la Juve. Molto delicata sarà la trasferta di Brescia, prima della sosta, che sarà l’occasione per un bilancio generale ed eventuali decisioni. Ma la società è compatta, al fianco di Mazzarri. I granata sono rientrati da Roma alle 4 del mattino. Nel pomeriggio l’allenamento al Filadelfia con il direttore sportivo Massimo Bava a bordocampo. Confronti e analisi, partendo da una premessa: tocca alla squadra dimostrare senso di responsabilità.
È l’esame di coscienza che Cairo chiede ai giocatori, mai come oggi sollecitati a dare una risposta sul campo. Il richiamo principale è al gruppo. La crisi è piombata sul mondo Toro con la forza di un ciclone in grado di ribaltare in un mese umori e prospettive. Una crisi di risultati e di prestazioni, che coinvolgono anche la gestione di Mazzarri, ovviamente. A Roma la squadra non ha reagito ed è crollata senza nemmeno quelle fiammate che in precedenza l’avevano tenuta a galla.
Nessuno è immune da colpe, ma per la società il primo imputato non può essere l’allenatore. O almeno, non solo lui. Tocca ai giocatori, adesso. Alla vigilia Mazzarri non parlerà in conferenza. Tutti in ritiro anticipato. Per ritrovarsi. E ritrovare il Toro smarrito.