L'allenatore biancoceleste prima della sfida di San Siro: "Non mi fido del Milan. In estate ha fatto un mercato per migliorare il quinto posto dell'anno scorso e Pioli è molto preparato". Poi su Immobile: "Ha battuto tutti i record. E può fare ancora di più"
La vittoria di Firenze, il poker al Torino. La Lazio ha preso il via e adesso mira alla Champions. Il quarto posto della Roma è a solo un punto e i biancocelesti non hanno nessuna intenzione di fermarsi. Ora c'è il Milan, squadra tabù soprattutto se si gioca a San Siro. Il successo in A in casa del Diavolo manca dal 1989, 30 anni. Non poco, questo il momento migliore per rompere la maledizione: "Ci troveremo davanti una squadra forte, che l'anno scorso è arrivata quinta - ha spiegato Simone Inzaghi nella conferenza stampa della vigilia - ha perso Cutrone in estate, ma ha acquistato altri cinque giocatori di assoluto valore. Cioè, hanno voluto lavorare per migliorare il piazzamento della passata stagione. Hanno perso qualche punto, però govedì sera hanno giocato una grande partita. Servirà molta personalità, a San Siro è necessaria". Il Milan ha battuto la Spal nell'ultimo turno di campionato, ma è troppo presto per dire se è riuscito a mettersi alle spalle le tantissime difficoltà di questo inizio, culminate nell'esonero di Giampaolo: "Ma non mi fido assolutamente - ha continuato Inzaghi - e poi ho molta stima di Pioli, che ho conosciuto proprio alla Lazio quando io allenavo in Primavera e lui in prima squadra. E' molto preparato, riesce a dare grande organizzazione alle sue squadre. Sarà una partita fondamentale". Chiosa anche sulla maledizione San Siro: "L'anno scorso era importante vincere il ritorno della semifinale di Coppa Italia e l'abbiamo fatto. In campionato abbiamo perso dopo una partita ben giocata da entrambe le squadre".
"Si parla poco di Immobile"
Chi cercherà di aiutarlo ad espugnare Milano è Ciro Immobile, una macchina da gol. 12 in 10 giornate, nessuno come lui in Italia: "Non si tira mai indietro - le parole di Inzaghi - siamo contenti di lui. Se ne parla poco, ha battuto tutti i record. Può ancora fare di più, lo ha nel dna. Si è calato molto bene in questa realtà che ormai è casa sua ed è stimato da tutti. Nonostante abbia 29 anni, ha ancora tantissima voglia. Oltre a lui avevo chiesto altri gol e con il Torino sono arrivati quelli di Acerbi e Luis Alberto. Poi Ciro è supportato benissimo dalla squadra, che lo aiuta ad esprimere al meglio le sue qualità". Prima il Milan, poi Celtic e Lecce. Tre partite per scacciare definitivamente i dubbi di inizio stagione: "Ma siamo ancora agli inizi - ha ribadito - ci sono tante partite da qui alla fine. E' un ciclo importante". Poi su Correa: "Sono contento di lui, è un grandissimo lavoratore, si mette al servizio della squadra, è importante per noi, sa che abbiamo bisogno di lui. L'ho visto voglioso, penso farà una grande partita". Infine sul Var: "Non ne parlo più, me lo ero ripromesso. Abbiamo fatto scuola, ci abbiamo rimesso sulla nostra pelle. Il Var è uno strumento che va usato, è giusto sui fuorigiochi e i dati oggettivi. Abbiamo una classe arbitrale valida, devono rimanere loro a decidere, sapendo che possono essere più tranquilli con la tecnologia alle spalle".