Roma, Totti: "Friedkin? Dubito arrivi. Una volta dentro capisci cosa c'è nella Roma"

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L'ex capitano e dirigente è tornato a parlare dei giallorossi. Sulla trattativa fra il club e il gruppo Friedkin: "Spero arrivi e che possa vincere, ma ne dubito. Una volta che metti le mani dentro la Roma, capisci cosa c'è". Poi su Zaniolo: "Dubito possa rimanere". Infine il suo futuro: "Mi sto cimentando nello scouting"

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Passano i mesi, Totti non fa più il dirigente a Trigoria ma quando parla di Roma non è mai banale. Soprattutto se sullo sfondo c'è una trattativa per l'acquisto del club. Da una parte il gruppo Friedkin, rappresentato da J.P. Morgan, la più grande banca d'affari al mondo con sede a New York, dall'altra gli emissari della Goldman Sachs, l'advisor scelto da Pallotta per trovare nuovi investitori: "Spero che vada tutto secondo i piani, ma ne dubito, perché una volta che metti le mani dentro capisci cosa c'è nella Roma". Lo ha detto proprio l'ex capitano giallorosso ai microfoni di Radio Radio, durante la trasmissione FoodSport: "Se una nuova proprietà mi dovesse richiamare, risponderei no anche se con estrema difficoltà. Ormai ho deciso di cimentarmi nel mondo dello scouting e quando inizio una sfida la voglio portare al termine in tutti i modi. Detto questo, spero che Friedkin arrivi, che metta tanti soldi e che possa riportare la Roma a lottare per il vertice vincendo tutto quello che c'è da vincere. Senza nulla togliere a Pallotta".

La sua nuova vita

Totti studia una carriera diversa: "Si tratta soprattutto di scouting, vorrei far crescere giovani calciatori italiani e stranieri per portarli il più in alto possibile. Penso di avere l'esperienza necessaria per far capire ad un ragazzo la realtà calcistica. Lavorare con calciatori già esperti mi aiuterebbe a crescere ulteriormente". Una giovane promessa, dal canto suo, potrebbe essere il figlio Christian, che oggi gioca nelle giovanili della Roma: "E' appassionato di calcio e questo mi fa piacere, perché ciò che ti piace lo affronti con uno spirito diverso. Mi ha fatto capire che il calcio è la sua strada. E' uno buono. Io non ero cattivo, ma ero più paraculo (Ride n.d.r)".

"Nessun paragone con Zaniolo"

Chi accende l'entusiasmo dell'Olimpico è Zaniolo, idolo di Roma e più volte paragonato a Totti: "Se continua così, e me lo auguro, merita tutto quello che il calcio può riservargli - ha spiegato Totti - Cerchiamo di lasciarlo crescere, perché è ancora giovane. Per il suo bene sarebbe meglio smettere di fare paragoni con me, anche se ha capito bene la mentalità romana. Spero possa restare il più a lungo possibile a Roma, però penso che non sarà così. Se lo venderanno? Potrebbe essere, poi di qui a giugno puà succedere di tutto. Faccio una battuta, sennò la gente pensa male: in quella casa ci ho messo Alisson, che è diventato il portiere più forte del mondo. Ora Zaniolo, che da quando abita lì ha cominciato a fare gol...".

Il rapporto con Lippi

Durante la trasmissione è intervenuto anche Marcello Lippi, che ha lasciato da poco l'incarico di commissario tecnico della Cina e che, da Ct, ha vinto un Mondiale proprio con Totti in squadra. I due hanno un legame particolare, come lo stesso ex giallorosso ha raccontato: "In lui ho conosciuto un grande allenatore e un uomo spettacolare - ha detto - con me si è comportato da padre. Dopo il mio infortunio prima del Mondiale, ha fatto scattare qualcosa nella mia testa. Quello che mi diceva, quello che mi faceva fare: con lui ho avuto una sintonia diversa rispetto a quella avuta con altri allenatori. Con lui ho un rapporto che va oltre il calcio. Andavo d'accordo con Lippi, nonostante fosse un simbolo della Juventus, perché in Nazionale pensavamo solo a quella e non ai rispettivi club. L'unione faceva la nostra forza, l'unico obiettivo era quello di portare l'Italia più avanti possibile. La voglia che abbiamo mostrato ci ha portato sul tetto del mondo. Per me Lippi non è venuto alla Roma perché non c'era la squadra per vincere".