Atalanta-Milan, le chiavi tattiche della sfida

Serie A

Dario Pergolizzi

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Da qualche settimana Pioli sembra aver trovato una forma definitiva per il suo Milan, ma le assenze di Hernández e Paquetá, e la qualità offensiva dell'Atalanta, la migliore del campionato per la facilità con cui crea occasioni, metteranno a dura prova i rossoneri

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Per il Milan di Pioli una vittoria in una delle trasferte più complicate del campionato sarebbe importantissima per chiudere con ottimismo un anno difficile e avvicinarsi alla zona europea, dopo aver mostrato piccoli segnali di crescita nell’ultimo mese. L’Atalanta invece deve provare a tenere il passo di chi le sta davanti, dopo aver perso terreno a causa della sconfitta col Bologna, arrivata al termine di una partita in cui comunque la squadra di Gasperini ha continuato a mantenere il solito livello di produzione offensiva (ben 2.6 gli xG, contro gli 1.8 del Bologna), ma ha pagato un avvio approssimativo e lo scarso cinismo sotto porta. 

Il Milan sta trovando continuità tattica, ma le assenze pesano

Per quanto riguarda il Milan, Pioli sembra essere finalmente riuscito a consolidare una formazione “titolare” partendo dal quartetto difensivo, composto da Conti, Musacchio, Romagnoli e Theo Hernández, decisamente il miglior calciatore dei rossoneri in questo avvio di stagione. Davanti a loro, Bennacer si è definitivamente preso il posto di regista, affiancato da Bonaventura come mezzala sinistra e Paquetá, Kessié o Krunic sulla destra, mentre nel trio offensivo, tra Calhanoglu e Suso, l’unico che sembra concretamente rischiare il posto è Piatek. 

 

Per la filosofia dell’allenatore, il funzionamento delle catene laterali è fondamentale, e dando continuità a questo assetto è riuscito a valorizzare soprattutto quella di sinistra, con il ritrovato Bonaventura inserito tra Hernández e  Calhanoglu. Proprio quest’ultimo sta attraversando un momento positivo rispetto al resto della sua carriera a Milano, con Pioli che pare avergli concesso una certa libertà di movimento rispetto ai precedenti allenatori e che sembra avere le idee abbastanza chiare su dove utilizzarlo: «È un giocatore molto forte e importante, non credo sia un attaccante esterno puro, deve giocare a tutto campo, collaborare con Theo e Bonaventura, dobbiamo essere bravi a coprire tutto il campo».

 

Pioli sta utilizzando mezzali ed esterni a piede invertito per consentire ai terzini, in particolare Hernández, di prendere campo in ampiezza, ma senza per questo proibirgli delle sovrapposizioni interne. Contro l’Atalanta, però, sarà assente sia lui che Paquetá (a onor del vero proveniente da prestazioni deludenti, che gli sono costate anche la panchina), due defezioni non da poco per il modo in cui Pioli sta tentando di organizzare le sue fasi di possesso. Senza la creatività e il dinamismo di Hernández, l’allenatore potrebbe compensare - anche a gara in corso - dando qualche chance in più a Leao al posto di Calhanoglu, considerando che il posto di terzino sinistro dovrebbe essere occupato da Calabria, che però è destro, o da Rodriguez, che negli ultimi anni ha interpretato quella posizione in maniera parecchio conservativa.

 

Sulla catena di destra l’assenza di Paquetá appare più digeribile, e magari potrebbe tornare utile Krunic, che ha caratteristiche più adatte alle scalate difensive contro gli esterni di Gasperini, una delle situazioni più critiche quando si affronta l’Atalanta.

La fluidità dell’Atalanta sarà difficile da contenere

Contro l’assetto fluido e l’approccio intenso dell’Atalanta, la fase difensiva del Milan sarà messa a durissima prova. Le squadre di Pioli hanno sempre avuto una certa organizzazione nel pressing alto e i rossoneri sembrano ancora avere margini di miglioramento ma, prendendo come esempio la partita contro la Lazio di inizio novembre, è possibile trovare qualche parallelismo con la partita di domani, pur con tutte le differenze del caso. Per contrastare il rombo in costruzione della squadra di Inzaghi, Pioli scelse di schermare le ricezioni di Lucas Leiva non con una marcatura a uomo ma con una gabbia formata dai tre attaccanti più un mediano (Bennacer), insomma, un rombo contro il rombo.

Come pressava il Milan contro la Lazio

Il 4-3-3 del Milan diventava una sorta di 5-2-3 in fase di non possesso, con Bennacer molto alto per sfruttare la sua aggressività su Leiva e Paquetá in copertura, mentre Krunic rimaneva molto basso e defilato per chiudere l’eventuale passaggio verso l’esterno sul suo lato. Sulla sinistra invece il controllo di Lazzari era affidato principalmente alle uscite di Theo Hernández, che poteva sfruttare la linea a cinque per sganciarsi qualche metro più avanti. Se Pioli dovesse optare per un atteggiamento simile, ecco che la qualità difensiva di Kessié sul centro-destra potrebbe rivelarsi più utile rispetto a quella di Krunic.

 

Sappiamo che l’Atalanta ha dei difensori più propositivi di quelli della Lazio, dunque questo atteggiamento più passivo, posizionale, potrebbe non essere sufficiente: i difensori di Gasperini sono abili anche nel portare la palla a lungo e proiettarsi in avanti fraseggiando coi compagni, una situazione di gioco che potrebbe far saltare questo tipo di pressing. Al Milan potrebbe essere quindi necessario un approccio più diretto, anche rischiando qualcosa in più, per forzare l’errore o costringere l’Atalanta al lancio lungo.

 

Per un funzionamento efficiente del pressing, in ogni caso, le punte del Milan dovranno essere impeccabili nelle letture degli angoli di corsa, nella scelta dei tempi per accorciare, nella qualità generale delle pressioni. Per evitare che i centrocampisti di Gasperini (o Gomez, con i suoi movimenti ad abbassarsi) trovino ricezioni pulite alle spalle della prima linea di pressione rossonera, potrebbe giocare un ruolo fondamentale Bennacer. Sebbene sia costantemente impiegato come mediano centrale, posizione che presupporrebbe un certo attendismo, l’ex Empoli non disdegna una difesa  più attiva, ed ha anche ottimi numeri: 7° in campionato per recuperi palla nella metà campo avversaria, 3.6 a partita (per intenderci, alla pari di Pjanic e de Roon) e 5° per tackle riusciti (parametrati al possesso), con 2.3, dietro Allan, Koulibaly, Cuadrado e Palomino. Bennacer potrebbe trovarsi a fronteggiare Gomez, regista a tutto campo dell’Atalanta, non solo nella sua trequarti, ma anche in quella avversaria.

 

La sensazione è però che il Milan, nonostante la ritrovata solidità difensiva, rischierà di soffrire parecchio contro la squadra più produttiva del campionato. La velocità nel muovere la palla, e soprattutto la qualità delle rifiniture, che siano centrali o laterali, permette all'Atalanta di trovare spesso l’uomo in area di rigore. Inoltre, l’organizzazione senza palla della squadra di Gasperini potrebbe mettere in crisi anche i meccanismi di costruzione del Milan, che ha uno scaglionamento ordinato a livello posizionale, ma la cui qualità dei singoli potrebbe essere messa in difficoltà dalle marcature a uomo dell’Atalanta, portate sempre con grande precisione.

 

Ritrovando Gomez e forse anche Ilicic, Gasperini ha ulteriori armi a disposizione per far male al Milan, ma questa partita non è mai scontata, come dimostra la vittoria della squadra di Gattuso dello scorso anno, con un gol spettacolare di Piatek. Per la credibilità offensiva del Milan, recuperare la versione 18/19 del suo centravanti sembra essere forse l’urgenza più grande.