Fonseca: "Voglio restare a lungo a Roma. Possiamo vincere un trofeo entro il 2021"

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L'allenatore portoghese gioca in anticipo il suo 2020 in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Credo che entro il 2021 si possa vincere qualcosa. Sono soddisfatto del rendimento della squadra ma credo che il 2020 sarà migliore del 2019. Calciomercato? Rinforzi solo se alzano il livello. Con Florenzi nessun problema, De Rossi sarebbe stato adatto per il mio tipo di gioco"

"Il bilancio è molto positivo, sono molto contento della squadra e della Serie A. Certo, il campionato è duro ma penso che il 2020 possa essere meglio del 2019". Parola di Paulo Fonseca, guida della Roma che ha chiuso l'anno solare al quarto posto con 35 punti, a -7 dalla vetta occupata da Inter e Juventus. Al primo anno in Italia l'allenatore portoghese sta dando una precisa identità alla sua squadra. Come racconta in un'intervista alla Gazzetta dello Sport, l'ambientamento procede spedito. Vive vicino a San Pietro ed è già innamorato di Roma: "Ai miei occhi la città sembra perfetta, bellissima, nonostante non abbia avuto ancora modo di scoprirla tutta. E mi piacciono i romani. Io amo uscire, passeggiare e la gente è sempre affettuosa. La Roma è una delle società più importanti al mondo, vorrei restarci molto tempo".

"Possiamo vincere qualcosa entro il 2021"

Scaramantico, tanto che se non vince non si cambia i calzini, e cresciuto nel "mito calcistico di Paolo Maldini", l'allenatore nato in Mozambico ("Mio padre era in quella sede durante la guerra, ma a un anno sono tornato in Portogallo") non si nasconde quando occorre tracciare gli obiettivi della sua Roma. "Penso che non sia giusto creare grandi aspettative. Meglio vivere con senso della realtà. Siamo all’inizio di un percorso. Sono soddisfatto dell’andamento della squadra, ma sarebbe ingiusto creare questa pressione. Non vale la pena fare piani a lungo termine quando la prossima partita è sempre la più difficile. Il primo obiettivo resta quello di arrivare tra le prime 4 per andare in Champions". Lo sguardo va però anche oltre la primavera 2020. "Non cambio idea: rafforzando questa squadra, credo che entro l’arco della durata del mio contratto (2021 più opzione di un anno, ndr), si possa vincere qualcosa". Come "la Coppa Italia, che non è però facile: ci aspetta il Parma e poi forse la Juve, ma ci proveremo. L’Europa League si è trasformata in una mini-Champions, visto le grandi squadre che ci sono, ma di sicuro non trascureremo questa competizione". L'occasione è utile anche per parlare del rapporto con i dirigenti: "Pallotta non c'è, ma si sente. Non è a Roma fisicamente ma s’informa ogni giorno sull’andamento della squadra. E poi oggi il calcio è cambiato, nel mondo ci sono tanti esempi di altri club in cui i presidenti vivono in altri Paesi". Nessun condizionamento, assicura Fonseca, deriva invece dalla trattativa per il possibile arrivo di Dan Friedkin alla guida della società: "Si parla molto di questa cosa, ma non influenza né me né la squadra. Non sono il tipo a cui piace immaginare scenari futuri".

"Florenzi? Zero problemi. De Rossi si sarebbe integrato nel mio gioco"

Con gennaio alle porte, Fonseca si è concentrato anche sul calciomercato. La Roma si affaccia alle trattative con una filosofia ben precisa: "Eventuali rinforzi devono migliorare la rosa, non è facile. Prenderemo qualcuno se ci saranno delle uscite e per alzare il livello. Petagna? Ottimo giocatore, ma non per il mio gioco. Florenzi via per giocare l'Europeo con la Nazionale? Sono consapevole di quello che rappresenta per club e tifosi. È un grandissimo professionista, non abbiamo mai avuto problemi, con lui ho un ottimo rapporto. Resta sempre un’opzione tecnica, ma questo vale anche per gli altri giocatori. Io devo pensare solo al bene della Roma". Al quale sta contribuendo Smalling, che i giallorossi vorrebbero acquistare dal Manchester United: "Lui è un grandissimo giocatore – ammette Fonseca - che si è adattato molto bene al calcio italiano. Gli piace stare a Roma e il gruppo gli vuole bene". Chissà che anche per il centrale inglese non serva un'altra telefonata alla Fonseca, come le tante fatte in estate per convincere i nuovi acquisti ad accettare il progetto Roma: "Tutti quelli con cui ho parlato sono venuti – spiega - cento per cento. A mio avviso è importante che un calciatore sappia quello che l’allenatore pensa di lui e come pensa d’inserirlo all’interno della squadra". Che nell'arco di 24 mesi ha perso due simboli come Totti e De Rossi: "Non ci ho mai pensato, quando mi è stata offerta la Roma non c’erano già più. Sono stati due grandissimi giocatori, è facile immaginare che se fossero qui sarebbero coinvolti nel processo e, vista la loro qualità, aiuterebbero squadra e gruppo a salire di livello. A me piace costruire il gioco dal basso e il miglior De Rossi si sarebbe integrato bene nel nostro gioco".

"Mourinho un modello. Se vinciamo? Suono un pezzo degli U2"

Nato con la Barreirense nel cuore, Fonseca non nasconde una preferenza per Cristiano Ronaldo nell'assegnazione del Pallone d'Oro 2019, vinto da Messi, e svela il suo modello in panchina: "In Portogallo la svolta è stata Mourinho, il più grande allenatore della nostra storia. Ci siamo parlati poche volte, ma c’è un rapporto di reciproco rispetto". La guida della Roma si diverte anche a individuare le favorite per la Champions League ("Ci sono tante squadre molto forti. Dico Real Madrid, Barcellona, Manchester City, Psg o Liverpool") mentre in campionato "la Juventus è più completa e di conseguenza resta favorita per la vittoria, ma ad oggi l'Inter ha dimostrato di essere al suo livello. Nei bianconeri ci sono giocatori incredibili, ma anche l’Inter li ha forti, penso a Lautaro Martinez. E la Lazio ha Immobile". Esclude la Roma, ma il sogno è quello di vincere qualcosa di importante in giallorosso. Per festeggiarlo, però, non si travestirebbe di nuovo da Zorro ("Mi è sempre piaciuto, forse perché combatteva le ingiustizie") come fatto ai tempi dello Shakhtar Donetsk dopo aver battuto il Manchester City in Champions League. Più probabile che suoni qualcosa alla batteria: "Mi è stata regalata due anni fa dal presidente dello Shakhtar e ho provato a dedicarmici con delle lezioni prese da Youtube. Se la Roma dovesse vincere qualcosa magari farò un pezzo degli U2, ma dovrei studiare molto".