I fratelli Inzaghi, dalla "Buca" al bugiardino

Serie A

Alessandro Acton

Momento magico per i fratelli Inzaghi, in testa ai campionati di serie A e B. Siamo stati a San Nicoló, vicino a Piacenza, dove sono cresciuti e hanno tirato i primi calci al pallone. E dove Simone spesso torna per giocare a carte con gli amici di sempre

Tutti cominciò dalla “Buca”. Sull’origine delle fortune sportive dei fratelli Inzaghi si sa praticamente tutto da anni, dalle giovanili del Piacenza, anche se mai insieme, ai rispettivi esordi in serie A distanza di tre anni uno dall’altro, che poi sarebbe anche la loro differenza d’età. Dalla lotta scudetto in famiglia del ‘99/2000, uno alla Juventus, l’altro alla Lazio, agli 11 minuti giocati insieme in Nazionale, unico momento di condivisione di maglia di due carriere a lungo separate da 600 chilometri, quelli tra Roma e Milano, dove Pippo, con il Milan, vinceva da protagonista le Champions League. Poi le esperienze in panchina: dalle sfide in famiglia tra allievi di Milan e Lazio, alle montagne russe di Pippo e all’ascesa costante di Simone. Fino all’ultimo capitolo: il primato, questo sì condiviso, uno in B, l’altro in A, uno inaspettato per le proporzioni del distacco, l’altro inaspettato e basta. Ma senza la “Buca” tutta questa letteratura non esisterebbe. 

Inzaghi

Il piccolo Simone (a sin.) con l’amico Davide Pinotti ai tempi delle partite infinite nella “Buca”

 

La “Buca” è un campetto in cemento, leggermente infossato sotto il livello della strada, a San Nicolò, frazione del comune di Rottofreno, a dieci minuti di auto dal centro di Piacenza. 

La Buca

La “Buca”, il campetto dove i fratelli Inzaghi hanno tirato i primi calci al pallone

 

Qui sono cresciuti i fratelli Inzaghi, qui abitano tuttora i loro genitori, qui hanno frequentato le scuole e proprio tra due scuole si trova la Buca: spalle alla strada, elementari a sinistra, medie a destra, a chiudere i lati corti del campetto. Suona la campanella all’una e tutti i bambini si precipitano giù a giocare, i primi che arrivano si accaparrano il campo e gli Inzaghini di certo non si fanno aspettare, anche se probabilmente verrebbero comunque tirati dentro. Soprattutto il piccolo, Simone, il più tecnico tra i due. 

La scuola

La scuola elementare frequentata da entrambi

 

Passano gli anni, ne passano quasi trenta da quei pomeriggi nella “Buca” e i fratelli Inzaghi ancora si sentono legati a quel romantico mondo di provincia. Simone soprattutto, che ha mantenuto un rapporto strettissimo con gli amici di un tempo, tre in particolare: Davide Pinotti, Giacomo Porcari, Marcello Campolonghi, compagni di scuola, di Buca e... di bugiardino. 

Simone Inzaghi

I quattro amici di sempre. Da sinistra Marcello Campolonghi, Giacomo Porcari, Simone Inzaghi, Davide Pinotti, al matrimonio di Simone

 

E qui si separano i destini dei due fratelli, perché Simone, da piacentino doc, adora giocare a carte, carte piacentine, ovviamente. Avete presente i tavoli nei circoli o nei bar della provincia italiana destinati alla briscola o alla scopa? Spesso ai frequentatori più assidui si destina una saletta a parte, perché, tendenzialmente, il clima è rovente, tra accuse di aver giocato troppo tardi il settebello e calcoli a voce alta (ed è un eufemismo) di come sarebbe finita se...

Bar

L’ingresso del BarBa dove Simone si trova a giocare a carte con gli amici

 

Ecco, al BarBa, un tempo Bar Giotto, quando a gestirlo era Davide Pinotti, capitava (e talvolta capita ancora, il lunedì) di ritrovarsi al tavolo di fronte al bancone Simone Inzaghi, con le carte in mano e un’espressione concentrata almeno quanto quella esibita in panchina durante le fasi cruciali di una partita di campionato. D’altra parte anche in panchina si elaborano numeri e dati, che Simone pare padroneggi quanto il fratello, sulla cui predisposizione alle statistiche si è spesso favoleggiato negli anni. Ma qui siamo al tavolo di un bar, con lui i tre amici di sempre, anche perché a bugiardino si gioca in quattro, a coppie. “Bugiardino” è una via di mezzo tra una briscola chiamata e una scopa, un gioco di strategia basato sul bluff e la velocità di pensiero. Ma attenzione: la chiave per vincere a volte è far credere di star bluffando, quando invece le carte che avete in mano sono davvero le più forti. Simone Inzaghi pare sia molto portato: vi viene in mente qualcosa?

Partita a carte

I tre amici al tavolo delle carte, senza Simone