Coronavirus, Cannavaro in quarantena in Cina: "Italiani, rimanete a casa"

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L'allenatore italiano in quarantena in Cina: "Qui l'epidemia è stata gestita in modo esemplare e la situazione sta tornando alla normalità. Sono preoccupato per l'Italia, dove il picco non è ancora arrivato. Servono leggi rigide, bisogna che le persona rimangano a casa"

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"Sono in quarantena perché, pur essendo stato fuori dalle zone rosse, ho passaporto italiano e sono stato a Dubai per 20 giorni dove ho più volte fatto il tampone e gli esami del sangue. Nonostante questo, al mio rientro in Cina il Governo mi ha imposto la quarantena di 14 giorni. Adesso sono a casa, non ho contatti con nessuno già da 5 giorni". È questa la testimonianza di Fabio Cannavaro, allenatore del Guangzhou Evergrande, intervenuto telefonicamente a Sky Sport 24 dalla Cina, dove attualmente si trova in quarantena per via delle misure adottate dalle autorità locali per fronteggiare il coronavirus. "La situazione qua in Cina sta migliorando, ma io vorrei fare un passo indietro a quando è scappiata l’epidemia: la situazione – ha proseguito Cannavaro – è stata gestita in modo esemplare, per strada non c’era nessuno, ma solo posti di blocco e militari che misuravano la temperatura, tutti in mascherina. Era vietatissimo uscire per strada. Dopo due mesi e mezzo la Cina sta tornando alla normalità: il virus non è stato sconfitto, ma è sotto controllo".

"In Italia servono leggi rigide e compattezza, solo così ne usciremo"

Una situazione ben diversa rispetto a quella vissuta in questi giorni nel nostro Paese: "Sento parlare dall’Italia, in molti sperano che tra 15 giorni potranno uscire di casa ma la mia sensazione è che questa situazione durerà più a lungo. Bisogna insistere per far stare le persone a casa in Italia, la preoccupazione è infatti quella di intasare strutture che non sono adeguate a ospitare troppe persone. Per non essere contagiati bisogna stare a casa. È il metodo migliore", ha affermato Cannavaro. Che indica anche la via per superare al più presto questa dura emergenza sanitaria: "Bisogna essere compatti, l’intero Paese deve tirarsi fuori da questa situazione e lo può fare solo attraverso leggi molto rigide e con il pugno duro. Bisogna fare stare a casa le persone. Bisogna fare più squadra possibile. Noi campioni del Mondo del 2006 abbiamo avviato un progetto per la raccolta fondi, soldi che doneremo alla Croce Rossa italiana e serviranno a potenziare tutte le strutture regionali e fornire kit e materiali per fronteggiare il coronavirus: in Italia mancano le attrezzatture per le persone che sono in prima fila a lottare negli ospedali. A loro dobbiamo dare il nostro supporto. È dura ma non bisogna mollare".

"Senza la mia famiglia è dura"

Cannavaro che ha poi commentato così la decisione, ormai ufficiale, di spostare di un anno l’Europeo: "Soluzione giusta? Io dico che bisogna cercare di controllare il virus, anche perché in Italia il picco non è ancora arrivato e questo mi preoccupa. Fin quando non si controllerà il virus nessuno potrà fare previsioni: inutile parlare di futuro se non siamo certi del presente. Il virus corre e la gente deve restare a casa: è l’unico modo per sconfiggere questo virus". Cannavaro che sta vivendo questi giorni lontano dalla sua famiglia, rimasta a Napoli: "Senza la mia famiglia è dura, io ho dato regole precise ai miei: l’unico modo per evitare il virus è rimanere a casa. I numeri di questo virus sono insostenibili per qualsiasi Sanità al mondo. Bisogna evitare i contagi. In Cina hanno anche sviluppato delle applicazioni per evitare il diffondersi del contagio. Io sono molto preoccupato per l’Italia. Io ancora oggi a casa devo mandare alla Polizia la mia temperatura due volte al giorno. L’errore è stato non chiudere subito la zona rossa, senza far uscire nessuno. Adesso però non si può più sbagliare", ha concluso l’allenatore del Guangzhou Evergrande