Careca: "Il Milan mi voleva ma dissi di no per un patto con Maradona"

Serie A

L'ex attaccante brasiliano, intervenuto in diretta a Casa Sky Sport, ha parlato degli anni di Napoli: "In azzurro per Maradona, giocare con lui era il mio sogno. Il Milan voleva prendermi, ma non ci andai per un patto con Diego". I giocatori proposti al suo ex club: "Kaka e Deco ma nessuno mi credette". E sul tridente con l'argentino e Bruno Giordano: "Ce la saremmo giocata anche con Neymar-Suarez-Messi"

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Ad ottobre farà 60 anni: "Ma una buona mezz'ora potrei giocarla anche ora". Scherza sull'età Careca, che sta vivendo l'emergenza coronavirus in Brasile: "Sono ormai diversi giorni che sto in casa con figli e nipoti - racconta in diretta con Casa Sky Sport - si alzano presto e vanno a letto tardi. Io faccio un po' di palestra e gioco con loro. E poi faccio Kung Fu. Siamo tutti tristi per questo virus che speriamo possa andarsene presto in modo da tornare il prima possibile a giocare a calcio, che è quello che amiamo". Era il 1987 quando il Napoli versò 4 miliardi di lire al San Paolo per portarlo in Italia. Non c'erano solo gli azzurri su di lui, ma anche altre squadre, fra cui il Torino: "Però io volevo giocare con Maradona, era il mio sogno - ha spiegato l'ex attaccante brasiliano - ho aspettato fino alla fine pur di andare a Napoli, poi mi sono innamorato della città e dei tifosi". Il calcio è sempre fra le sue passioni ovviamente. Tanti i brasiliani che ha consigliato al calcio europeo: "Parlai di Kakà quando giocava al San Paolo, così come di Deco. Consigliai Fred a Leonardo, allora dirigente al Milan. Ma non sono mai stato ascoltato, per questo preferisco stare zitto", scherza. 

"No al Milan per patto con Diego"

A Napoli ha formato la Ma-Gi-Ca, il tridente delle meraviglie con Maradona e Bruno Giordano, che non ha mancato di inviargli un saluto: "Io di solito giocavo con il numero nove, ma dopo poco andai dalla società ad informarla del fatto che sarei andato in campo con qualunque altra maglia. Bruno era un fenomeno, più completo di Mertens per esempio, con tutto il rispetto per il belga". Durante il suo secondo anno a Napoli il Milan bussò alla porta di Ferlaino: "Ma avevo fatto un patto con Diego e non ci andai. Anzi, rinnovai fino al 1993, poi andai in Giappone prima di tornare a casa". Un occhio al presente e al calcio italiano lo butta sempre: "Milik mi piace tantissimo, ha un gran sinistro ed è una vera prima punta. Peccato per tutti gli infortuni che ha avuto. Ma non paragonate il nostro tridente di allora con Insigne-Mertens-Callejon - sorride - Maradona per noi era un grosso vantaggio. Ce la saremmo giocata anche con il trio del Barcellona Neymar-Suarez-Messi". Lo stadio che più lo ha emozionato è uno solo: "Il San Paolo. Allora c'erano 78mila abbonati e in trasferta venivano sempre in 10mila. L'impianto non era moderno, lo avrebbero rifatto per il Mondiale di Italia '90, ma la gente a Napoli era pazza e faceva la differenza".