De Silvestri è fidanzato con una ragazza che lavora come ricercatrice in ospedale: "È il mio orgoglio, ora tutti si accorgono dell'importanza della ricerca ma devono capire che va supportata anche quando l'emergenza coronavirus finirà". E sul ritorno in campo: "Sogno lo stadio pieno, per rivivere la gioia di stare insieme e abbracciarci. Noi lavoriamo e ci manteniamo in forma in attesa delle decisioni delle autorità competenti"
Come tanti italiani, Lorenzo De Silvestri è in casa in attesa che passi l'emergenza per il coronavirus. L'esterno del Torino, però, sta vivendo tutta questa situazione in maniera molto particolare, essendo fidanzato con una ragazza che lavora come ricercatrice in ospedale. Un ruolo importantissimo soprattutto in questa fase, che rende De Silvestri orgoglioso. Il calciatore granata ne ha parlato in un'intervista a Sky Sport.
Come stai vivendo questo momento?
"Come tutti gli italiani sto vivendo con preoccupazione questo momento drammatico, tragico e inedito. Sono a casa, cerco di informarmi sulle possibili novità e di rispettare le regole, dando una mano a chi adesso sta soffrendo, chi è in ospedale e chi si sta facendo in quattro per noi. Cerco di sentire la mia famiglia tutti i giorni e la mia fidanzata Carlotta è un orgoglio per me, per quello che fa. Ora si stanno accorgendo un po' tutti dell'importanza della ricerca, spero si ricordino che va aiutata e supportata anche quando tutto questo sarà finito. Ricercatori come lei sono eroi e campioni in questo momento storico".
Stando a casa ti stai dedicando a qualche hobby particolare?
"Dopo l'allenamento del mattino, che faccio tutti i giorni, cerco di coltivare qualche hobby nel pomeriggio, tra i quali l'arte e la lettura. Ringrazio anche il Ministero dei beni culturali perché ha aperto tanti musei sul computer. L'altro giorno sono andato a vedere i Musei Vaticani, che non li rivedevo da tempo. Mi sono emozionato nel rivedere la Cappella Sistina e mi sono ripromesso di riandarci quando tornerò a Roma, ci porterò la mia famiglia e la mia fidanzata".
Ti sei laureato a distanza in Economia aziendale, cosa ti senti di dire ai tanti ragazzi che ora stanno studiando da casa?
"Ho visto che le scuole e le università sono chiuse da un po', non è facile studiare da casa. Mi sono laureato a distanza perché la sede era a Roma, con buona volontà ci sono riuscito e si può fare. L'insegnamento online è complesso, ma viviamo in un momento drammatico e serve spirito d'adattamento. Penso agli studenti che giocano a calcio, dico loro di continuare a studiare perché la cultura è un patrimonio da portare con sé per sempre".
Carattere e spirito di sacrificio ti hanno permesso di creare un bel rapporto con l'ambiente granata, come lo vivi ora e come immagini il futuro?
"C'è un legame forte con Torino e con l'ambiente granata, è la quarta stagione che vivo così e sto bene. Spero e sogno un ritorno in campo con lo stadio pieno, per rivivere la gioia di stare insieme e di potersi abbracciare, la condivisione di un sentimento. È il mio sogno e anche un invito per gli operatori sanitari e i tifosi granata che si sono fatti in quattro in questo periodo, per vivere con loro una partita e poterli ringraziare dal vivo".
Cosa pensi sul dibattito che riguarda la ripresa degli allenamenti?
"Ho sentito varie opinioni sul rientro in campo e sui calendari, cerco di tenermi informato. Non è il mio pensiero primario, ora penso al virus. Ma noi siamo gli attori principali, staremo a vedere cosa decideranno le autorità competenti. Noi lavoriamo per mantenerci in forma, quando sarà ci adatteremo in maniera molto seria".