Il presidente della FIGC sulla ripresa dei campionati: "Bisogna chiudere la stagione 2019-2020 in questo anno, per non compromettere anche la prossima. Si rischierebbe di ripartire con dei contenziosi e di fare un campionato nelle aule dei tribunali. Confido nelle autorità scientifiche e di governo, non possiamo prendere una decisione autonoma"
Gabriele Gravina è tornato a parlare del campionato e delle possibili soluzioni per chiudere la stagione 2019/2020, dopo la lunga sospensione a causa dell'emergenza coronavirus. Queste le parole del presidente della FIGC in un'intervista alla Rai: "L'unico modo di gestire un'emergenza seria di questo tipo è quello di chiudere le competizioni della stagione 2019-2020 in questo anno. Stiamo lavorando su tutta una serie di ipotesi per gestire al meglio questa situazione. Una data ipotizzata per ripartire è quella del 17 maggio ma sappiamo, e lo sottolineo ancora una volta, che è solo un'ipotesi. È una modalità per evitare di compromettere non solo la stagione 2019-2020, ma anche la stagione 20-21 non potendo partire con certezze di riferimenti perché, con la valanga di contenziosi ai quali saremmo sottoposti da tutti i soggetti che si potrebbero ritenere lesi nei loro diritti e nei loro interessi, si correrebbe davvero il rischio di fare un campionato solo nelle aule dei tribunali. Serie A fino a settembre-ottobre? È un'ipotesi".
"Confido molto nelle autorità scientifiche e nelle autorità di governo del nostro paese e ci dobbiamo rimettere alle loro decisioni. Prendere autonomamente delle scelte negative di sospensione o annullamento delle competizioni sportive esporrebbe il nostro mondo a delle responsabilità da un lato sportive e dall'altro contrattuali verso le quali noi non avremmo nessuna possibilità di difesa con una decisione negativa in questo momento", conclude il presidente della FIGC.