Serie A, un mese di allenamenti e poi in campo: il programma per giugno

Serie A
Alessandro Alciato

Alessandro Alciato

Il Consiglio di Lega della Serie A ha definito alcuni punti chiave per la ripresa dell'attività agonistica, individuando la tempistica per ricominciare a giocare. C'è poi un'altra ipotesi molto concreta, quella di disputare prima le semifinali di Coppa Italia e poi le restanti giornate di Serie A, cominciando dalle gare da recuperare. Inoltre, si sta procedendo a stilare il protocollo di garanzia che permetterà alle società di riaprire i centri sportivi per gli allenamenti

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Il protocollo del comitato medico scientifico della Federcalcio, almeno nella sua prima parte, è pronto, e l’indicazione del presidente Gravina è stata chiara: quando l’attività sportiva potrà riprendere, prima comincerà la serie A, poi la B ed infine la C, tre velocità diverse che tengono conto della possibilità di applicazione del protocollo stesso.

 

La Lega di serie A intanto continua ad aggiornare gli scenari relativi ad una possibile ripartenza del campionato: l’indicazione emersa anche dall’ultimo consiglio è circa quattro settimane dopo il momento in cui ripartiranno gli allenamenti. Cioè più o meno un mese dal 4 maggio, se il ministro dello Sport Spadafora confermerà quella come data di riapertura del lavoro per gli sportivi professionisti, e sempre che il lockdown del Paese non venga prolungato. Si è parlato anche di come ripartire: nella migliore (e poco probabile) delle ipotesi a fine maggio le due semifinali di Coppa Italia, poi i recuperi, poi il campionato ripartendo dall'ottava giornata di ritorno, in campo ogni 72 ore.

Il protocollo di garanzia

Si prepara il piano di azione, ben sapendo che non si può controllare – né prevedere – l’andamento del coronavirus. Per quanto riguarda la stesura del proprio protocollo di garanzia, la Federcalcio si è affidata a quattro rinforzi esterni: Roberto Cauda, professore di malattie infettive all’Università Cattolica; Massimo Fantoni, direttore dell’unità Covid-19 del Policlinico Gemelli; Walter Ricciardi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e consigliere del Ministero della Salute; Francesco Vaia, direttore sanitario dell’istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani.

 

Nei dettagli, la prima parte del protocollo per le squadre prevede ritiri chiusi durante il primo periodo di allenamento, come accade durante la preparazione estiva, con costante sorveglianza medica. Il ritiro sarà preceduto, fra le 72 e le 96 ore prima di iniziare, da uno screening per tutto il gruppo squadra: tamponi, test sierologici, un’anamnesi accurata, una visita clinica, esami strumentali e del sangue. I luoghi in cui ci si allenerà dovranno essere ovviamente sanificati. Il protocollo si incentrerà poi sulla gestione del ritiro, con attenzioni specifiche alle varie attività di allenamento e sull’organizzazione per l’impiego delle diverse strutture, compresa la sala medica e fisioterapica. La prossima settimana, fra lunedì e martedì, il documento verrà ultimato e consegnato ai ministri dello sport Spadafora e della salute Speranza.