Balotelli, il Brescia lo rimanda a casa. E lui in piazza contro il razzismo. VIDEO E FOTO

Serie A

Continua la lotta di nervi tra l’attaccante e la società di Cellino. Balotelli, ormai scaricato dal Brescia, si è presentato questa mattina al centro di allenamento, ma è stato rimandato a casa perché non aveva comunicato in tempo la fine del suo periodo di malattia, che nei giorni scorsi gli aveva impedito di allenarsi, come da certificato medico: "Adesso non dite che non voglio allenarmi", le parole in un video di bresciaingol.com. Poi nel pomeriggio partecipa a una manifestazione a Brescia per George Floyd 

Il braccio di ferro continua, il “caso Balotelli” si arricchisce di una nuova puntata. L’attaccante, ormai scaricato dal Brescia che ne ha chiesto il licenziamento per giusta causa, si è presentato questa mattina al centro sportivo di Torbole Casaglia, ma al cancello d'ingresso è stato bloccato e rimandato a casa con un giorno di riposo. Dalla ricostruzione dei fatti, che vive sempre di versioni discordanti tra quella del giocatore e quella della società, ieri sera alle 21.30 (a uffici del Brescia già chiusi) l’attaccante avrebbe inviato alla società una mail nella quale annunciava che si sentiva meglio e che oggi sarebbe stato pronto per tornare ad allenarsi (ne ha diritto essendo a tutti gli effetti sotto contratto).


Al momento dell'arrivo al campo di Balotelli, il club, che conferma di essere venuto a conoscenza della mail solo questa mattina alla riapertura degli uffici del centro sportivo, ha impedito l'accesso a Balotelli e l'ha rimandato a casa, comunicandogli la decisione durante una breve conversazione telefonica, come si vede dal video realizzato da bresciaingol.com, e spiegandogli che a causa della sua tardiva comunicazione non erano riusciti a organizzare gli spazi per accoglierlo. In contrapposizione, però, con quella che sarebbe dovuta essere la logica. Da alcune verifiche che abbiamo condotto, infatti, sembrerebbe che il certificato medico per gastroenterite inviato dal giocatore nella scorsa settimana a giustificazione delle sue assenze cominciasse dal 3 giugno e avesse una validità di 6 giorni, fino a domenica 8 giugno: per tanto la presenza del giocatore al centro sportivo sarebbe stata di fatto leggittima. Al termine del colloquio Mario non ha potuto far altro che tornare alla sua macchina e riprendere la via di casa: "E ora non dite che non mi voglio allenare", le sue parole ai pochi presenti. Di fatto si sta combattendo una vera e propria guerra di nervi da entrambe le parti che potrebbe portare anche a una "clamorosa" pace anticipata con un accordo raggiunto prima di ricorrere al collegio arbitrale.

In piazza per dire no al razzismo

Ma la sua giornata ha vissuto un altro importante appuntamento, quello della lotta al razzismo. Nel pomeriggio, in compagnia del fratello e di un gruppo di amici, ha partecipato a Brescia alla manifestazione organizzata a Piazza della Vittoria  per chiedere giustizia per George Floyd. Balotelli ha testimoniato la sua presenza con un post su Instagram (No Justice No Peace, #noracism)