Il belga in un'intervista all'UEFA: "Gattuso è un buon allenatore, l'ideale anche per il futuro perché è un vincente. Sarri mi ha cambiato la vita mettendomi centravanti. Barcellona? Peccato per il gol subito in casa, non sarà facile al ritorno ma proveremo a fare l'impresa. A Napoli sto bene, qui mi chiamano 'Ciro' perché vivo come loro. Non mi sarei mai aspettato di diventare il capocannoniere di tutti i tempi di questo club"
Il record di gol, il rinnovo e la vittoria della Coppa Italia: il post lockdown ha già riservato tante sorprese per Dries Mertens. In attesa della super sfida di Champsion League contro il Barcellona, il belga ha ripercorso i suoi anni al Napoli in una lunga intervista partendo dal suo ottimo rapporto con Gattuso: "È davvero un buon allenatore, in questo momento quello perfetto per il Napoli – le sue parole al sito dell'UEFA – Offre molte opportunità ai giovani giocatori e quindi penso sia l'ideale anche in ottica futura. Ha vinto tanto da giocatore e quindi sa come si fa, questo mancava alla squadra. Lo abbiamo sentito anche con Ancelotti perché era un altro allenatore vincente, disposto a inculcare questa mentalità alla sua squadra".
"Sarri mi ha cambiato la vita"
La sua evoluzione come attaccante, però, è arrivata con Maurizio Sarri: "Nella prima stagione con lui ho giocato solo sei partite da titolare, quindi ero un po' arrabbiato. Ma mi ha sempre detto di essere importante, assicurandomi che avrei avuto le mie possibilità. Un giorno mi ha schierato attaccante centrale e questa cosa mi ha cambiato la vita. Mi ha messo lì e ha detto: "Sono sicuro che lo farai bene"".
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"Barcellona? Proveremo a fare l'impresa"
Cinque giornate alla fine del campionato, poi testa alla Champions League e alla gara contro il Barcellona: "In Europa stiamo facendo bene, ho già fatto sei gol e sono molto contento – prosegue Mertens – L'unica cosa negativa è che abbiamo concesso un gol al Barcellonan nella gara d'andata, quindi sappiamo che sarà molto difficile ma ci prepareremo per provare l'impresa. Chiaramente, se invece di fare 1-1 avessimo vinto 1-0 al San Paolo, al Camp Nou sarebbe stata un'altra partita. Loro giocano un calcio incredibile, non sarà facile. Sappiamo di dover segnare, altrimenti siamo fuori". Il Napoli, in questa stagione, ha anche ottenuto una vittoria e un pareggio contro il Liverpool: "Abbiamo giocato bene contro di loro, sono come una macchina e corrono tantissimo. Ma siamo riusciti a controllarli ed è stato un orgoglio battere una squadra come il Liverpool. Anche ad Anfield abbiamo giocato bene, non perdevano da un anno in casa e invece noi siamo stati a lungo in vantaggio grazie a un mio gol. Alla fine hanno segnato l'1-1, ma abbiamo giocato davvero bene".
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"Napoli speciale. Non mi sarei mai aspettato di diventare recordman di gol"
Infine Mertens parla del suo straordinario rapporto con la città di Napoli e del record di gol: "Il trasferimento dal PSV in Italia fu un grande passo per me. Per fare bene sapevo che dovevo adattarmi, imparare la lingua, vedere come la gente vive ed è quello che ho fatto. Questo ha reso tutto più semplice. A Napoli la gente respira calcio, dai giovani alle nonne: è pazzesco. In Italia ci si sveglia, si prende il caffè e si parla di calcio. I tifosi mi chiamano 'Ciro', penso che questa cosa sia nata perché vivo come loro. Vado molto in città, adoro il cibo, il mare e tutte le isole che ci sono qui. Il record? All'inizio non ci pensavo, perché giocavo con Hamsik e pensavo anche a fornirgli tanti assist. Poi quando mi sono avvicinato ho iniziato a pensare ai gol di Maradona e poi a quelli di Marek. Quando ho battuto il record è stato incredibile, non mi sarei mai aspettato di diventare il capocannoniere di tutti i tempi".