La pazienza, spesso, ripaga l'attesa. È la storia di tanti giocatori stranieri che, arrivati in Serie A, hanno faticato tantissimo all'inizio ma poi si sono distinti come straordinari campioni in grado di lasciare il segno e vincere trofei. Al giorno d'oggi Calhanoglu sembra aver imboccato la strada giusta, la stessa che spera presto di intraprendere anche Eriksen. Ma di esempi passati ce ne sono davvero molti
HAKAN CALHANOGLU. Da oggetto misterioso a trascinatore del Milan. Il giocatore turco sembra aver completamente cambiato marcia. Arrivato nel 2017, nella faraonica campagna acquisti condotta dall'ex proprietà cinese, nelle prime due stagioni ha collezionato 12 gol e 27 assist in 91 presenze. L'anno scorso però, a partire dal post lockdown, le sue prestazioni di alto livello sono diventate una costante: da giugno a oggi ha contribuito a non far mai perdere la squadra di Pioli, realizzando 10 reti (oltre alle tre della prima parte di campionato) e 11 assist
CHRISTIAN ERIKSEN. Spera di fare lo stesso anche il centrocampista dell'Inter, preso lo scorso gennaio dal Tottenham prima che arrivasse alla naturale scadenza di contratto con gli Spurs. Un 'colpo da 90' che, in nerazzurro, non ha dato ancora i risultati sperati. Ha lasciato l'Inghilterra con una serie di record (maggior numero di assist, occasioni, gol da fuori area e su punizione diretta dal 2013), ma ha sofferto l'ambientamento in Serie A e il nuovo modulo. Fin qui ha disputato solo 12 gare da titolare, firmando 4 gol e 3 assist
ZINEDINE ZIDANE. In passato tanti campioni hanno avuto difficoltà nell'approcciarsi al calcio italiano. L'inizio a Torino, ad esempio, fu tutt'altro che facile per Zizou, come raccontato dallo stesso francese: "I primi tempi giocavo male, non ero inserito, tutti dicevano che ero un acquisto sbagliato. Solo Marcello Lippi credeva in me". Le cose poi, col tempo, sono decisamente cambiate...
I TROFEI DI ZIDANE CON LA JUVE. Dopo il difficile periodo di ambientamento, Zizou è diventato una delle colonne portanti del club bianconero e ha iniziato a fare incetta di trofei. Con la Vecchia Signora ha vinto una Coppa Intercontinentale, due Scudetti, una Coppa Intertoto, una Supercoppa Europea e una Italiana, oltre al massimo riconoscimento personale per un calciatore: il Pallone d'Oro, nel 1998
KURT HAMRIN. Al terzo posto nella classifica dei migliori marcatori stranieri di sempre in Serie A c’è il centravanti svedese. Veniva soprannominato “l’uccellino”, ma prima di volare, dovette liberarsi dal laccio di un altro appellativo: “caviglie di vetro”. Ci riuscì lasciando momentaneamente la Juventus per mettersi in mostra con il Padova di Nereo Rocco. Chiuse la sua avventura italiana con 190 gol nel massimo campionato
GABRIEL OMAR BATISTUTA. Alle spalle di Hamrin, nella classifica dei bomber stranieri all time della Serie A, c'è l'argentino con 184 reti. Ma anche Batigol ha avuto un ambientamento complicato, non solo per i problemi di squadra. Poi ha conquistato Firenze per sempre ed è divenuto il miglior cannoniere nella storia del club, con 103 gol, prima di trasferirsi alla Roma e vincere uno Scudetto
I NUMERI DI HAMRIN E BATISTUTA. L'attaccante svedese e quello argentino hanno faticato tanto all'inizio, ma poi si sono imposti ottenendo un posto tra i migliori centravanti di sempre della nostra Serie A. Ancora oggi, nella classifica dei cannonieri stranieri del campionato italiano, Hamrin (190 reti) e Batigol (184) occupano rispettivamente il 3° e 4° posto: meglio di loro hanno fatto solo Nordahl (225) e Altafini (216), decisivi a suon di gol fin dalle loro prime partite
ANTONIO VALENTIN ANGELILLO. Essere definito un 'bidone' all'inizio per poi rivelarsi uno straordinario campione. È successo addirittura a un giocatore capace poi alla seconda stagione – 1958/59 - di scacciare lo scetticismo con un record tuttora imbattuto: 33 reti in altrettante partite con l’Inter per l'attaccante l’argentino, che poi avrebbe vinto uno Scudetto proprio a Milano, ma con la maglia rossonera
PAULO ROBERTO FALCAO. A volte arrivano semplicemente da sconosciuti o quasi e può essere più semplice ambientarsi, oppure avviene il contrario. Non lo è stato da subito per Falcao, ma Liedholm diceva che aveva “piedi come mani” e tutti lo avrebbero visto. E in effetti il brasiliano, in giallorosso, è diventato col tempo un idolo dei tifosi - tanto da essere chiamato con l'appellattivo del 'Divino' - e un punto di riferimento per i compagni, ingrediente fondamentale per conquistare il 2° Scudetto della storia della Roma
RUDI VOELLER. Sempre a Roma faticò non poco, criticato per fragilità fisica alla prima stagione, l'attaccante tedesco, al punto che si era ridotto – parole sue – a “correre dietro al suo cane per capire se ce la faceva ancora”. Al contrario delle negative prestazioni iniziali, Voeller sarebbe poi diventato leader della squadra giallorossa per 4 anni e campione del mondo con la Germania, nella finale disputata proprio nella capitale contro l'Argentina
I TROFEI VINTI. I quattro sopra elencati, nonostante l'avvio in salita, hanno poi vinto tanto. Falcao con la Roma ha vinto 1 Scudetto e 2 Coppe Italia, lo stesso trofeo conquistato da Voeller. Meglio è andata ad Angelillo, capocannoniere con l'Inter e vincitore di 1 Scudetto col Milan, oltre a 1 Coppa delle Fiere e 1 Coppa Italia con la Roma. Il palmares più ricco spetta ad Hamrin, capace di vincere tanto sia con i rossoneri (Coppa Campioni, Scudetto e Coppa delle Coppe) che con la Fiorentina (Coppa delle Coppe, 2 Coppe Italia, 1 Mitropa Cup e 1 Coppa delle Alpi)
MICHEL PLATINI. Chiudiamo con un altro straordinario giocatore, protagonista di un inizio complicato in Serie A. Nel 1982 l'Italia era appena diventata campione del mondo e quell’estate alla Juve arrivò un francese, che avrebbe vissuto 6 mesi difficilissimi per problemi fisici e non solo. “Per me fu un trauma” raccontò tempo dopo Platini che, col tempo, sarebbe diventato il campione riconosciuto da tutti, tanto da essere soprannominato 'Le Roi'
I TROFEI DI PLATINI CON LA JUVE. Le Roi, con i bianconeri, finirà poi per vincere tutto il possibile. Una Coppa Italia nella stagione del debutto, seguita poi da 2 Scudetti, una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa Europea e una Coppa delle Coppe negli anni successivi. Il francese si laureò capocannoniere della Serie A per tre edizioni consecutive, culminando la sua epopea con la vittoria del Pallone d'Oro per tre anni di fila: nel 1983, nel 1984 e nel 1985
