L'attaccante si ritira a 36 anni e lo annuncia con una video-lettera sui social. "Sognavo la maglia azzurra della nazionale e la Champions League; ma mai avrei pensato che un giorno tutto ciò diventasse realtà. Avrei potuto continuare ma è il tempo di fermarsi. Grazie a tutti, è stato un viaggio PAZZesco"
"È stato un viaggio PAZZesco!". Si conclude così il messaggio di addio al calcio affidato ai social da Giampaolo Pazzini. A 36 anni l'attaccante, ultima esperienza a Verona, ha deciso di ritirarsi. Lo ha fatto dopo 209 gol in 639 partite giocate tra club, Nazionale e nazionali giovanili, partendo delle giovanili dell'Atalanta e passando anche dalla Liga con la maglia del Levante.
"Più bello di come me l'immaginavo!"
Per il suo addio Pazzini si è affidato a un video, dove i protagonisti sono i gol, la specialità della casa. Segnati con Atalanta, Fiorentina, Sampdoria, Inter, Milan, Levante, Verona e Nazionale. Un viaggio lungo: "Sono passati più di 30 anni da quando ci siamo conosciuti -scrive il Pazzo - ero un bambino la prima volta che ho stretto un pallone tra le mani e da allora è diventato per me come un 'amico inseparabile'. Ero un ragazzino come tanti, con una vita davanti e mille sogni nel cassetto che sperava di diventare un giorno un calciatore di serie A. Guardavo i grandi campioni in tv e con loro sognavo la maglia azzurra della nazionale, la magia degli stadi pieni di tifosi e la Champions League; ma mai avrei pensato che un giorno tutto ciò diventasse realtà e che grazie a te potessi vivere così tante emozioni". E tanti gol. Le proposte per proseguire non sono mancate, spiega Pazzini: "Avrei potuto continuare per vivere ancora un pò quelle sensazioni ed emozioni che solo tu sai darmi, forse sì; il bambino che è in me avrebbe voluto continuare a farlo, ma l'uomo mi dice che è arrivato il momento di salutarci anche perché so già che tutto ciò mi mancherà anche tra 20, 30, 40 anni. Quel bambino pian piano si è fatto grande - si conclude la lettera - e grazie a te ha realizzato uno ad uno tutti i suoi sogni e sai cosa ti dico: è stato tutto pure più bello di come me l'immaginavo! Grazie di tutto".
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Dall'Atalanta al Verona, passando per Milano e la Liga
A fine luglio Pazzini aveva salutato il Verona, omaggiato a distanza dai tifosi con uno striscione d'amore: "In bocca al lupo capitano". Parole destinate a chi ha giocato con l'Hellas 134 partite in cinque anni, segnando 50 gol. Più di un quarto del fatturato totale davanti alla porta avversaria in una carriera avviata nel settore giovanile dell'Atalanta, uno dei più floridi d'Italia. L'esordio tra i pro del Pazzo è datato 17 agosto 2003 nel ko per 2-0 in Coppa Italia contro il Venezia. Appena diciannovenne, l'attaccante aveva contribuito con 39 presenze e 9 gol in campionato al ritorno dei nerazzurri in Serie A, passando poi a metà della stagione successiva per 6 milioni e mezzo di euro alla Fiorentina. In viola ha segnato 33 reti in 136 partite, contribuendo al quarto posto ed al conseguente ingresso in Champions League. A gennaio 2009 Pazzini ha rifatto la valigia, direzione Genova per giocare con la Sampdoria: anche in blucerchiato ha contribuito al ritorno in Champions League dopo 19 anni dalla prima partecipazione e formato una coppia da applausi in attacco con Antonio Cassano. Divisa a gennaio 2011, quando è stato acquistato dall'Inter per 12 milioni di euro oltre al cartellino di Biabiany, salutando però dopo un anno e mezzo, otto reti e la vittoria della Coppa Italia. Ma senza cambiare città: ad agosto del 2012 nell'ambito della trattativa che porta Cassano in nerazzurro passa al Milan, mettendo insieme 37 presenze e 16 gol. La sfortuna però è dietro l'angolo e un intervento al ginocchio destro a maggio 2013 lo tiene fuori fino alla fine dell'anno. Il saluto a Milano arriva nell'estate 2015, quando Pazzini si trasferisce al Verona. L'esperienza più lunga della sua carriera in prima squadra, interrotta da sei mesi in prestito nel 2018 agli spagnoli del Levante, dove segna solo nella partita d'esordio giocata contro il Real Madrid. Un centro da incorniciare, come i quattro con la Nazionale maggiore: su tutti quello del 6 settembre 2011 contro la Slovenia, con cui l'Italia conquistò il pass per Euro 2012. Un viaggio "PAZZesco". Vissuto facendo gol e festeggiando con la sua classica esultanza, con le mani sugli occhi ed un sorriso pieno di gioia.