Fiorentina, Commisso: "Nuovo stadio a Firenze? Non metterò più soldi"
FIORENTINAIntervenuto a "Radio Anch'io Sport", il presidente viola è tornato sulla questione legata allo stadio Franchi: "Siamo al punto di partenza con Campo di Marte e col Franchi, la soprintendenza mi ha detto che non potevo fare quello che volevo". Sul centro sportivo: "Fra pochi giorni metteremo la prima pietra". E sui rumors sull'addio di Ribery: "A Rocco non piace mandare via la gente"
Una vicenda che continua a far discutere, ultimo capitolo che spetta a Rocco Commisso. Intervenuto a "Radio Anch'io Sport" (Rai Radio 1), il presidente e proprietario della Fiorentina è tornato sulla questione dello stadio di Firenze esprimendo tutto il suo malcontento: "Dopo che il Comune di Firenze ha parlato di stadio per 15-20 anni, pensavo fosse preparato per lasciarmi fare qualcosa. Abbiamo cominciato con Campo di Marte ma, dopo tre mesi, la soprintendenza mi ha detto che non potevo fare quello che volevo. Dopo siamo andati in una località vicino l'aeroporto e lì è stata un'altra buffonata: non erano pronti e volevano solo i soldi di Rocco per mandare avanti la zona. Ora siamo al punto di prima, con Campo di Marte, col Franchi; la soprintendenza mi ha detto che non potevo fare quello che volevo e io ho risposto: 'Se è un monumento, portate i soldi voi, perché ai monumenti deve pensarci lo Stato'. Rocco non metterà più soldi in questo stadio".
Sul centro sportivo, Ribery e Chiesa
“Voglio lasciare qualcosa - ha proseguito Commisso - la Fiorentina, dal 1926 ad oggi, non ha mai avuto una proprietà. Fra pochi giorni metteremo la prima pietra per il centro sportivo che sarà il più grande d'Italia, con i suoi 26 ettari, e costerà 85 milioni; consideriamo che la struttura non rientra nel financial fair-play. Lo dissi quando arrivai che volevo lasciare qualcosa per la Fiorentina". Un intervento anche su Franck Ribery, al centro dei rumors nelle ultime ore: "Non so se è vero che voglia tornare in Germania, io non parlo oggi di futuro perché non è giusto. A Rocco, però, non piace mandar via la gente. Per quanto riguarda i fondi nella media company, io in Lega non vado, delego Joe Barone: mesi fa a Dal Pino ho detto che bisogna mantenere l'unità fra i presidenti e che quando arrivano questi fondi di finanziamento è sempre un bene per il calcio". C’è spazio anche per Federico Chiesa in chiusura: "È voluto andare via e se n'è andato, ora contribuisce ai successi della Juventus. I calciatori, con i loro procuratori, sono delle piccole imprese: è un calcio malato in un certo senso".