Sabatini: "Mourinho è un terremoto che serviva a Roma, il suo nome porta speranza"

Serie A

L'attuale coordinatore dell'area tecnica del Bologna ed ex dirigente giallorosso ha commentato il ritorno in Italia di Mourinho: "La società ha comunicato attraverso questa scelta e non c'è un tifoso deluso dal suo arrivo. E' un allenatore che ha vinto tanto e Roma ha bisogno di vincere, chi meglio di lui può accendere la speranza"

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L'annuncio di Josè Mourinho come allenatore della Roma a partire dalla prossima stagione ha mandato letteralmente in subbuglio tutto l'ambiente giallorosso, travolto da un ritrovato entusiasmo. A commentare questo arrivo è intervenuto ai microfoni di Sky Sport anche Walter Sabatini, attuale coordinatore dell'area tecnica del Bologna ma con un grande passato come dirigente della Roma: "Roma è una città pregna di sentimenti, in questo momento delusa. Questo schiaffo arrivato dalla società è stato preso con grande entusiasmo, ma la mia prima reazione non è stata positiva, ho pensato a Karl Marx che diceva 'Questo è l'oppio dei popoli'. E' stato il mio primo pensiero prima di confrontarmi con mio figlio, che mi ha fatto capire l'importanza di Mourinho a Roma. E' un terremoto che serviva in una piazza del genere, con la società che ha comunicato attraverso questa scelta. Vedo tante cose positive, poi Mourinho dovrà fare bene l'allenatore perchè Roma è una piazza esigente. Ma lui non avrà paura. Un consiglio a Mourinho? Non ho ancora questa arroganza, posso solo dirgli di amare Roma profondamente, con tutte le sue contraddizioni".

"Sarebbe ridicolo non ripartire da Dzeko"

La prossima Roma di Mourinho potrebbe ripartire da Edin Dzeko, portato nella Capitale nell'estate del 2015 proprio da Walter Sabatini: "Penso che qualsiasi allenatore ripartirebbe da Edin Dzeko. E' un giocatore molto moderno, che aiuta la squadra e poi ha la stoccata finale. E' un giocatore della Roma e credo che Mourinho se lo terrà stretto, sarebbe ridicolo se avendo Dzeko in rosa si andasse a cercare un altro attaccante. Anche perchè l'allenatore è il conduttore della squadra, ma poi sono i giocatori che fanno risultati, classifiche e coppe. Scelgo sempre un grande calciatore piuttosto che un allenatore, a meno che questo non sia veramente un rivoluzionario o particolarmente incisivo nella squadra. L'arrivo di Mourinho paragonabile a quello di Dzeko nel 2015? Dzeko andava in campo a fare il centravanti, Mourinho dovrà fare l'allenatore. Però conta il segnale, il suo è un nome che unisce e non penso ci sia un solo tifoso romanista deluso da questa scelta. Ha vinto tanto e la Roma ha bisogno di vittorie, chi meglio di lui può accendere questa speranza. Non parliamo solo di sogni, speriamo che questa speranza si possa trasformare in un risultato".

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"L'Inter non gioca un brutto calcio"

Walter Sabatini, grande scopritore di talenti che hanno illuminato la Serie A in questi anni con splendide giocate, ha analizzato lo scudetto dell'Inter e il tema della bellezza nel calcio: "L'estetica nel calcio spesso coincide con il risultato, ma la bellezza a volte risiede in posti inaspettati. A volte il calcio ha bisogno di verticalità e in questo l'Inter è un'interprete eccezionale. Si parla di difesa e contrattacco, ma questo non significa che sia un calcio brutto. Io una partita di calcio la guardo come se fosse un'opera d'arte e quindi sono sempre alla ricerca della bellezza, ad esempio domenica chi ha visto Bologna-Fiorentina ha avuto la possibilità di vedere la bellezza del calcio in tutte le sue forme".

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"Che errore Bruno Fernandes..."

E a proposito di Bologna-Fiorentina, Sabatini ha parlato anche di Emmanuel Vignato, classe 2000 che nella sfida del Dall'Ara ha fornito tre assist a Rodrigo Palacio: "In Vignato vedo una carriera sfolgorante. Non mi assumo nessun merito in lui, io sono solo il fruitore finale perchè qui fanno tutto Bigon, Di Vaio e i loro collaboratori. Vignato ha una tecnica eccezionale e una grande forza nelle gambe. Sarà una grande sorpresa sia a livello italiano che europeo. Rimarrà a Bologna? Sì a causa della miopia dei grandi club italiani, che fanno finta di non vedere". Grandi scoperte, ma anche qualche rimpianto per Sabatini: "Bruno Fernandes è un mio errore imperdonabile, quando giocava nel Novara mi è stato proposto più volte e pensavo fosse un calciatore solo tecnico. Ma come me hanno sbagliato in tanti. Ha vivacchiato nella nostra Serie A, poi si è potuto esprimere al meglio allo Sporting Lisbona e adesso è un calciatore che vince le partite da solo. Abbiamo visto quello che ha fatto contro la Roma".

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