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Buffon a 23: "Juve, non per forza un addio definitivo. Futuro? Ho bisogno di 20 giorni"

SU SKY SPORT 24

Le parole in esclusiva di Gigi Buffon a "23" su Sky Sport 24: "Con la Juve non dev'essere per forza un addio definitivo, la vita sorprende sempre, come è già successo tre anni fa". Sul futuro: "Adesso venti giorni di riposo e poi decido se ho voglia di continuare a giocare e sognare di poter vincere. Nazionale? Sarà strano tifare, Mancini ha fatto un lavoro certosino"

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Gigi Buffon a "23". Su Sky Sport 24 il portierone della Juve ha parlato in esclusiva dei suoi ultimi due anni in bianconero e non solo, all'interno dell’approfondimento condotto da Marco Cattaneo. Tanti i temi toccati, dal suo futuro alla Nazionale.

"Juve, non è per forza un addio definitivo"

In attesa dell'ultima di campionato, l'ultima partita di Buffon con la Juve resterà con ogni probabilità la finale di Coppa Italia: "Sicuramente è stata una serata differente, più felice rispetto all'addio di tre anni fa. C'è stata meno commozione perché era un déjà vu, qualcosa di già vissuto e che credo difficilmente possa capitare ad altri calciatori - ha continuato Buffon -. Quindi acquisisci dimestichezza con determinate situazioni, e impari a gestirle bene. Nel caso dell'altra sera quello che interessava a tutti non era il saluto a Gigi ma la vittoria della Coppa Italia. Questo ha fatto sì che giocatori e pubblico fossero focalizzati solo sul match. Nel cuore di un tifoso, come del sottoscritto, c'è sempre la speranza che non sia un addio definitivo. Tre anni fa non conoscevo il mio futuro, e la vita ha fatto sì che io e la Juve ci incontrassimo di nuovo. È questo quello che rimane nel cuore di tutti: non c'è nessuna porta chiusa, le vie della vita sono infinite, chissà mai che ci si rincontri. È un sentimento molto bello, che resta a tutti".

Il rapporto con Andrea Agnelli: "Grande trasparenza e lealtà"

Buffon a "23" ha poi parlato anche del suo rapporto con Andrea Agnelli: "Col presidente ho sempre avuto un rapporto di grande affiatamento e di fiducia. Alcune volte è capitato di confrontarsi nel massimo della trasparenza e nel massimo della lealtà. Abbiamo avuto degli scambi senza filtri, e quando riesci ad avere con una persona del suo calibro un certo tipo di dialogo vuol dire che si è creata una sintonia giusta, dove reciprocamente non ci saranno mai delle pugnalate alla schiena o delle mancanze di tatto. Tutti noi abbiamo vissuto una stagione delicata, in alcuni momenti difficile. Ma Andrea è fatto così, è un vulcano di idee. Uno che ha delle ragioni valide per pensare a determinate cose. Difficilmente qualcuno, salvo ipocrisie, può dargli torto. La cosa migliore che fa è portare a galla delle problematiche, che serve avere il coraggio di affrontare e di risolvere".

Le finali di Champions: "Il rammarico ci sarà sempre"

Tantissimi trofei ma anche rimpianti per Buffon con la maglia bianconera, come le finali di Champions: "Quando perdi una finale vuol dire che eri a un soffio dalla gloria - ha detto lui -. E quando vedi che non riesci mai a compiere quel gradino è chiaro che il rammarico ci sarà sempre. È anche vero che riuscire a vincere la Champions è qualcosa di estremamente difficile, soprattutto se ci relazioniamo agli ultimi dieci anni del calcio italiano. E nonostante ciò noi abbiamo fatto due finali. Questo significa che nello sport, come nella vita, se fai le cose seriamente, se ci metti passione, se hai un gruppo di lavoro solido che crede in determinati valori, nulla è impossibile. Tutti rapportano sempre la forza della squadra con gli stipendi o il fatturato, io non so quante volte siamo stati tra le prime d'Europa come fatturato, ma come squadra sono convinto che, se abbiamo raggiunto due finali, è proprio perché abbiamo avuto un plusvalore in tutto ciò".

"Futuro? Ho bisogno di venti giorni per mettere a fuoco le proposte"

Buffon ha parlato anche del suo futuro, che sarà lontano dalla Juve: "La verità è che ho bisogno di avere venti giorni per poter analizzare tutte le proposte che ho ricevuto, metterle a fuoco e capire se ce n'è una più delle altre che mi dà quell'entusiasmo, quel desiderio e quella voglia di sognare ancora che merito prolungando la mia carriera. Questa è stata un'annata complicata, lunghissima, siamo partiti a maggio del 2020 senza mai fermarci, giocando ogni tre giorni. Moltissimi, anche i più giovani, incominciano a dare segni di cedimento in quanto a energie. Obiettivamente è stato tutto più complicato del solito, quindi ho bisogno anche io di andare in vacanza e di avere quindici giorni nei quali riposare, e quando il serbatoio delle energie risalirà - se risalirà a un buon livello, e me lo auguro (ride, ndr) - poi allora si potranno prendere in considerazione tutte le opportunità del caso. È una cosa che va vagliata bene, per rispetto di me stesso e della mia storia, e perché non sono abituato e non voglio fare brutte figure. Se dovessi continuare da qualche parte è perché sarò fermamente convinto di poter performare ancora come uno dei migliori portieri del mondo e vincere qualcosa, o avere la speranza di farlo. Se non dovessi sentire tutto questo sarà il momento di farsi da parte. Non devo aggiungere nient'altro alla mia carriera perché mi sento già abbastanza appagato. Non ho vinto tutto quello che volevo, ma ho anche avuto dei grandi avversari".

"Tornerò a fare il tifoso della Nazionale. Mancini, grande lavoro"

Dunque il tema Nazionale, a meno di un mese dall'inizio dell'Europeo (tutti i match su Sky Sport dall'11 giugno all'11 luglio): "Sarò curioso di vedere se avrò la spensieratezza di approcciarmi a un torneo simile con la felicità e la passione del tifoso che sono sempre stato - ha detto Buffon a "23" -. Dopo ventidue anni di Nazionale, nei quali sono sempre stato dentro ad ogni piccola vicissitudine, ritrovarsi a fare il tifoso non so che tipo di sensazioni possa darmi. Sperimenterò anche questo e valuterò cosa mi ha lasciato l'azzurro. Quello che mi auguro, e che penso, è che questa squadra sta lasciando delle tracce importanti, di entusiasmo, di un qualcosa di nuovo che si è rinnovato e che si sta rinnovando. Mancini e il suo staff hanno fatto un lavoro certosino e ci sono ragazzi di grande talento che - uniti alla solidità di Chiellini, Bonucci, Verratti, Jorginho, Immobile o Insigne - possono far diventare la Nazionale protagonista. Che è quello che l'Italia merita".

"Ultimi due anni una prova, sono felice di averla superata"

"Quello che sono sicuro di aver dato alla Juve è stato il massimo della professionalità, della serietà e dell'affidabilità - ha detto Buffon, che ha già annunciato l'addio ai bianconeri al termine della stagione -. Penso di essere stato, in toto, una persona, un ragazzo e un professionista serio, e sul quale si può contare sempre. Credo che questi due anni, al di là del fatto che il mio ruolo da giocatore non fosse centrale, non fossero scontati per uno come me, e non fosse così facile riuscirsi ad adattare. Invece penso di averlo fatto con grande entusiasmo. Prima di tutto per rispetto di me stesso, ho 43 anni, mi sento un uomo e un uomo deve comportarsi come tale, non da ragazzino. Poi per tutti quelli che avevano fiducia in me, coi quali avevo stretto un patto d'onore, da uomini, e cioè che avrei ricoperto volentieri questo ruolo. E poi per i miei compagni, per il rapporto bellissimo che ho con tutti. Penso di essere una personalità influente e, per certi versi, anche ingombrante, ma credo che nessuno l'abbia mai percepito dall'esterno. Non è facile riuscire a capire quando è il momento di sminuirsi e mettersi dietro le quinte, lasciando ad altri le luci del palcoscenico. Per me era una prova, anche per misurarmi come persona. E sono contento perché penso di averla superata brillantemente".