Insulti razzisti a Maignan, il tifoso della Juve si scusa: "Avevo bevuto un po' troppo"

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Il tifoso della Juventus che domenica scorsa aveva insultato Maignan ha parlato e ha chiesto scusa pubblicamente a tutti, partendo proprio dal giocatore rossonero: "Avevo bevuto un po' troppo, ero fuori di me. Non sono mai stato razzista, ho fatto una cosa orrenda e indifendibile". Poi la richiesta: "Vorrei incontrare Maignan per scusarmi di persona"

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Dopo essere stato identificato dalla Digos di Torino e 'daspato' a vita dalla Juventus (non potrà mai più entrare all'Allianz Stadium), il tifoso bianconero che domenica scorsa ha insultato Maignan, con offese di stampo razziale e discriminatorio, ha parlato a La Voce di Rovigo, motivando il suo orribile gesto e chiedendo un confronto diretto con Maignan per potersi scusare di persona. Queste le sue parole: "Sono stato uno stupido. Quella cosa orrenda non mi appartiene e chiedo scusa a tutti, a partire da Mike Maignan. Io non sono mai stato razzista, quella sera avevo bevuto un po’ troppo, volevo fare una goliardata e invece mi sono fatto prendere la mano. Ero fuori di testa e ho fatto una cosa indifendibile. Me ne assumerò le conseguenze e chiedo fin da ora la possibilità di incontrare il portiere del Milan per scusarmi di persona". 

La lettera di Maignan: "Sono Mike, in piedi, nero e orgoglioso"

Dopo gli insulti ricevuti domenica, martedì sera il portiere del Milan aveva risposto a modo suo tramite i social, con un lungo discorso pubblicato in tre lingue (francese, inglese e italiano): "Domenica sera all'Allianz Stadium alcuni tifosi bianconeri mi hanno preso di mira con insulti e grida razziali. Cosa volete che dica? Che il razzismo è sbagliato e che quei tifosi sono stupidi? Non si tratta di questo. Non sono né il primo né l'ultimo giocatore a cui questo succederà. Finché questi eventi vengono trattati come "incidenti isolati" e non viene intrapresa alcuna azione globale, la storia è destinata a ripetersi ancora e ancora e ancora. Cosa facciamo per combattere il razzismo negli stadi? Crediamo veramente che ciò che facciamo sia efficace? Faccio parte di un Club impegnato come leader nella lotta contro ogni discriminazione. Ma bisogna essere di più e uniti in questa battaglia contro un problema sociale che è più grande del calcio stesso. Nelle stanze che governano il calcio, le persone che decidono sanno cosa si prova a sentire insulti e urla che ci relegano al rango di animali? Sanno cosa fa alle nostre famiglie, per i nostri cari che lo vedono e che non capiscono che possa ancora succedere nel 2021? Non sono una vittima del razzismo. Sono Mike, in piedi, nero e orgoglioso. Finché potremo usare la nostra voce per cambiare le cose, lo faremo.

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