Empoli-Napoli, Spalletti: "Credo ancora nello scudetto. Il trucco è sentire la causa"

NAPOLI

L'allenatore presenta in conferenza stampa la sfida del Castellani: "Abbiamo la possibilità quindi anche il dovere di credere nello scudetto. Noi in emergenza? Bisogna saper trovare le soluzioni a quello che accade. Se uno la sente addosso la situazione, la fame dell'Empoli, la responsabilità dei tifosi che sono innamorati del Napoli, allora sente di voler essere d'aiuto. Il mio futuro? Non è il momento"

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Ritorno da ex a Empoli per Luciano Spalletti. Domenica alle 15 al Castellani, dove ha giocato dal 1991 al 1993 e allenato la prima squadra dal 1995 al 1998, l'allenatore del Napoli va alla ricerca di punti pesanti in chiave scudetto. Alle spalle c'è il pareggio casalingo contro la Roma. Di fronte la squadra di Andreazzoli, che sta vivendo la sua peggiore striscia senza successi in Serie A (16 partite) e non ha ancora vinto nel girone di ritorno. Il Napoli in trasferta vanta invece il miglior rendimento del campionato in corso alla pari con il Milan con 37 punti in 16 gare. In conferenza stampa Spalletti ha presentato la partita, soffermandosi anche sugli assenti: da Koulibaly a Lobotka, fino a Di Lorenzo.

La conferenza di Spalletti prima di Empoli-Napoli

 

Sognare non costa nulla. Lei crede ancora nello scudetto?

"Abbiamo la possibilità quindi anche il dovere di crederci, magari assumendo su di noi il peso della responsabilità di ciò che sta avvenendo nelle ultime partite. Noi ci crediamo".

 

Tanti, troppi infortunati in questa stagione. Come se lo spiega e quanto ha inciso?

"Non mi piace fare questi discorsi al passato. Bisogna essere bravi a ragionare al presente e non al passato. Si gioca con quelli che abbiamo e si deve vincere le partite con quelli che ci sono".

 

Quali calciatori sono recuperabili per domani?

"Siamo 21, abbiamo convocato Barba dalla Primavera (attaccante, ndr) e tre portieri. Ce ne sono due o tre da valutare, tra questi Zanoli. Bisogna saper trovare le soluzioni a quello che accade, senza ragionare su quello che ti è successo. Sono situazioni connesse ma non uguali. Si guarda a chi c'è. Bisogna ugualmente fare una buona partita".

 

Domani il campo potrebbe essere molto pesante. Nella sua scelta potrebbe incidere la presenza di giocatori più fisici e meno tecnici?

"Non capisco cosa possa esserci di diverso da quello che abbiamo sempre fatto. Osimhen è tra quelli che possono giocare, si è allenato bene e sta bene".

 

A inizio settimana ha avuto modo di incontrare il presidente. Lui ci crede ancora nello scudetto?

"Non lo so perché non l'ho incontrato. L'ho incontrato tempo fa e lui è stato sempre molto attento a tentare di mettere a disposizione quello che ci vuole. Poi è chiaro che lo scorrimento dei risultati a volte può fare tentennare un attimo. Nel gruppo si pensa però tutti alla stessa maniera e si ha tutti lo stesso modo di ragionare. Dobbiamo sentire addosso questa situazione, è questo il trucco. Se uno la sente addosso la situazione, la fame dell'Empoli, la responsabilità dei tifosi che sono innamorati del Napoli, allora sente di voler essere d'aiuto. Se te ne frega cambia tutto".

 

Ha parlato dei brontolii di De Laurentiis, ma questo la infastidisce? 

"Il mio futuro si chiama Empoli, il mio presente si chiama Empoli. Per il resto ci sarà modo di parlare alla fine ma non è importante. Noi dobbiamo pensare a queste ultime cinque gare, perchè io ci credo e i tifosi ci credono".

 

La infastidisce che il presidente commenti le scelte di campo?

"Lo fa come lo fanno altri, ma col sennò di poi è troppo facile parlare dei cambi. Sono io che faccio la formazione e sono io che faccio le scelte. Sono io che faccio bene o che commetto errori".

 

Cosa succede a Zielinski? 

"Da lui mi aspetto che ritrovi la tranquillità che lo contraddistingue come persone e come calciatore. È un giocatore di classe e qualità, senza tranquillità diventa tutto più difficile con la pressione".

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