Juventus, le intercettazioni dell'inchiesta Prisma
intercettazioniEcco alcune delle intercettazioni telefoniche effettuate dalla Guardia di Finanza di Torino nei confronti dei dirigenti della Juventus all'interno dell'Inchiesta della procura di Torino che ha portato alle dimissioni di Andrea Agnelli e di tutto il Cda della Juventus e alla richiesta di rinvio a giudizio per 12 indagati
"La situazione è davvero delicata. Io in 15 anni faccio un solo paragone: Calciopoli. Lì c’era tutto il mondo che ci tirava contro, questa invece ce la siamo creata noi". Sono le parole di Stefano Bertola (ex direttore finanziario della Juventus) al ds bianconero Federico Cherubini, nell’unica intercettazione ambientale dell’Inchiesta Prisma. Diverse ore di conversazione al tavolo di un ristorante torinese, la sera del 23 luglio 2021, captate dalle microspie piazzate dai militari del nucleo di polizia economico finanziaria su indicazione del pool di magistrati dell’Inchiesta Prisma, che indaga sui conti della Juventus dal 2018 al 2021. Al centro della conversazione ci sono le plusvalenze e la verifica della Consob del 13 luglio.
"A Paratici nessuno gli diceva niente…"
Viene spesso citato Fabio Paratici, che da poco aveva lasciato la carica di capo dell’area tecnica della Juventus. Il ds Cherubini sostiene che "con Fabio (Paratici, ndr) non si poteva ragionare… finché c’è stato Marotta gli metteva un freno, quando è andato via ha avuto carta libera… Si poteva svegliare la mattina e firmare 20 milioni senza che nessuno gli dicesse niente… Io glielo ho detto: è una modalità lecita ma hai spinto troppo. E lui mi rispondeva: ‘Non ci importa nulla, perché negli scambi se metti 4 o metti 10 è uguale, nessuno ti può dire nulla’". Secondo l’accusa tale conversazione confermerebbe il modus operandi della Juventus: alterare i bilanci facendo ricorso a plusvalenze fittizie (oltre che alla ‘manovra stipendi’). Secondo l’interpretazione difensiva invece si tratterebbe soltanto di un parallelo tra due momenti di difficoltà: il periodo post Calciopoli, con la squadra retrocessa in Serie B e la maggior parte dei calciatori in fuga e quello attuale scandito dal Covid e dal fallimento del progetto Superlega
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Intercettazioni e giustizia sportiva
La questione plusvalenze è già stata oggetto di un’indagine sportiva conclusasi con la doppia assoluzione da parte degli organi di giustizia della Figc, sia per la Juventus che per gli altri club coinvolti (11 società in totale e 59 dirigenti). Il principio ‘ne bis in idem’ impedisce di giudicare due volte sullo stesso fatto un soggetto, a meno che non emergano dei nuovi elementi rilevanti. Sul fronte invece della ‘manovra stipendi’ (l’ipotesi della procura di Torino è quella di un taglio fittizio degli stipendi con relativa riduzione dei costi nei bilanci omettendo la posizione debitoria nei confronti di suoi tesserati come invece risulterebbe da scritture private fra lo stesso club e i suoi tesserati) la procura Figc, guidata da Giuseppe Chiné, ha aperto un’inchiesta nei giorni scorsi e sta analizzando tutte le carte dell’inchiesta Prisma di Torino arrivate in Federcalcio.
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La supercazzola alla Consob
"Non possiamo dire alla Consob che il bilancio è un atto di fede". Le ispezioni della Consob nel luglio 2021 erano al centro di diverse telefonate di dirigenti bianconeri intercettate dagli inquirenti, ma dai dialoghi nessuno immaginava che si sarebbe arrivati a questo punto. "Tanto la Consob la supercazzoliamo", diceva il 15 ottobre 2021 il direttore finanziario della Juve Stefano Cerrato a un collega, a proposito della plusvalenza da 8 milioni scaturita dallo scambio di mercato col Marsiglia fra i giocatori Tongya e Aké. L’espressione - resa celebre dal Conte Mascetti nella trilogia di ‘Amici Miei’ (film cult a cavallo fra gli anni ’70 e ’80) - ritorna anche in un dialogo fra lo stesso Cerrato e Roberto Grossi, revisore di Ernst&Young, a proposito dello scambio Arthur-Pjanic col Barcellona: "Penso che sarebbe opportuno dargli (alla Consob, ndr) un riferimento più o meno di principio contabile o di qualche cosa, cioè posso io supercazzolarli in modo più raffinato?". Il giorno dopo Grossi consiglia Cerrato di non usare il termine “aleatorietà”, che è troppo forte, ma di prediligere “soggettività”. E ancora: "Non dite che non usate Transfermarkt, dite che qualche volta lo usate". Secondo la procura di Torino, questo dimostrerebbe una linea comune fra la società Juventus e i revisori, che invece avrebbero dovuto essere dei controllori indipendenti.
Le intercettazioni pubblicate sui quotidiani
Sul Corriere della Sera e su Repubblica sono usciti dei nuovi documenti sui quali stanno lavorando gli investigatori. Tra questi, anche le parole di Andrea Agnelli con Maurizio Arrivabene nel settembre del 2021, riportate da Repubblica: "Non era solo il Covid e lo sappiamo bene. Dall'altro abbiamo ingolfato la macchina con ammortamenti e soprattutto la m****... perché è tutta la m**** che sta sotto che non possiamo dire". E poi, sul Corriere della Sera, la telefonata tra Andrea Agnelli e John Elkann: "Noi abbiamo sempre preso dei rischi - direbbe Agnelli - e il consiglio è sempre stato informato che siano stati presi. E si sono sempre trovati dei correttivi strada facendo". Con la replica di Elkann: "Sì, però come ricordi, tu avevi detto che alla fine c'è stato, da parte della direzione sportiva, (...) si sono allargati. Ci sono tutta un serie di operazioni che loro hanno fatto". Il riferimento è alle plusvalenze, e a tal proposito Agnelli avrebbe chiosato: "Esatto, facendo eccessivo ricorso allo strumento delle plusvalenze: se ti crolla il mercato, ti crolla il mercato! Questo è un dato di fatto".