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Capello allo Sky Calcio Club: "Lautaro ora è il vero leader dell’Inter"

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Fabio Capello, ospite allo Sky Calcio Club, ha affrontato vari temi a partire da Lautaro: "Ora è il vero leader dell'Inter". Poi su Roma-Juve ha spiegato: "Mourinho ha preparato la gara nei minimi particolari, i bianconeri sono stati sfortunati. Kean ha commesso una sciocchezza, Vlahovic non riesce a smarcarsi". Infine sul Milan: "Il Tottenham non ha il miglior Kane. Leao..."

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Autore del suo 14° gol in campionato, il 7° (più 2 tra Coppa Italia e Supercoppa) nel 2023 coinciso col post Mondiale. Lautaro Martinez è sempre più lo spirito guida dell'Inter, fondamentale non solo per il suo apporto in termini realizzativi ma anche per la sua capacità di trascinare i compagni, specie da quando la fascia di capitano è finita sul suo braccio a seguito del 'declassamento' di Skriniar, futuro promesso sposo del Psg dalla prossima stagione. Un ruolo che calza perfettamente secondo Fabio Capello: "Lautaro è giustamente capitano ha spiegato l'allenatore allo Sky Calcio Club -, un giocatore che merita tutto quello che sta facendo fino a in qusto momento perché lui si sente interista".

"Lautaro non può essere messo sempre in discussione"

"Leggo che vuole rimanere - ha aggiunto Capello -, ha tante offerte perché come lui ce ne sono pochi bravi in giro per il mondo, di esperienza, ormai pronto per tutto. Ora lui è il vero leader, fa capire a tutti i compagni quello che bisogno fare, si sacrifica, corre, aiuta, e questo è bellissimo. Riprende qualche compagno ogni tanto, per cui è un giocatore fondamentale per l'Inter. Non può essere messo in discussione tutte le partite, è sempre un giocatore che si muove per la squadra e non per il proprio egoismo di fare gol e questa è una cosa bella".

"Roma attenta, la Juve è stata sfortunata"

Il doppio ex di Roma e Juve ha parlato anche del big match andato in scena all'Olimpico proprio tra i giallorossi e i bianconeri, con l'1-0 finale firmato Mancini: "È stata una Juve che in campo c'è stata fino all'ultimo momento, che ha lottato, ha giocato ed è stata sfortunata - ha commentato Capello -. Nel calcio esistono i pali: io dico sempre palo-dentro e palo-fuori, la differenza è tutta lì. La Roma ha giocato una partita molto attenta, studiata nei minimi particolari da Mourinho. Nel primo tempo ha costruiti una squadra senza una punta vera, aveva paura della Juve a centrocampo, delle sue iniziative sugli esterni ed è stato molto molto attento a questa cosa. Matic è stato importantissimo, mentre la Juve non è che ha creato molto ma per il resto mi è piaciuta. Tonica come non si vedeva da tanto, vogliosa, ha cercato il risultato fino alla fine. È stata sfortunata anche nell'ultima occasione, molte volte Danilo calcia meglio, questa volta l'ha fatto male. Però bisogna dare merito al portiere, non si è mai fatto sorprendere".

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Le analogie con la Juve 2006: "A volte queste cose compattano la squadra"

E a proposito di possibili analogie su quanto stanno vivendo i bianconeri (il riferimento è alla penalizzazione e le altre vicende che coinvolgono la società ndr) con quanto successo nel 2006, agli albori del caso Calciopoli, Capello ha aggiunto: "Noi siamo messi lì per giocare, vincere e mantenere alto il blasone della squadra. Solo questo. Non ci sono scusanti nella maniera più assoluta, anzi dobbiamo dare l'esempio e far vedere che noi siamo profumatamente pagati e dobbiamo rispettare la maglia che abbiamo. Questa era la chiave di tutti i discorsi, pensare ad andare in campo e fare la nostra figura vincendo. E Con la vittoria difendere la società. Secondo me a volte può anche essere esaltante, tutti assieme la squadra diventa ancora più compatta".

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"Vlahovic fa fatica a smarcarsi. E Kean..."

Chi non è riuscito a imporsi nella sfida contro i giallorossi è stato Dusan Vlahovic: "La Juve non gioca in contropiede, non gioca molto negli spazi e lui ha difficoltà - è il pensiero di Capello -. Non è che si sa muovere benissimo in area di rigore, non è uno che ruba il tempo al marcatore. Contro la difesa della Roma non riusciva mai a staccarsi, per cui così è difficile anche ricevere il pallone. Non ha la forza di Ibra o Dzeko che hanno questo spessore fisico e controllano la palla in area, è più un giocatore di agilità, tecnicamente più bravo quando arriva la palla in area e può colpirla, ma se non ti stacchi è complicato". E sull'espulsione lampo di Kean ha aggiunto: "Uno che commette una sciocchezza del genere in una partita così importante vuol dire che non ha capito niente, quindi perderei del tempo a parlarci. Non devi pensare alla tua partita, ma a quella della squadra, così hai danneggiato i compagni è questa la cosa più importante. È inutile che vado a spiegargli ciò che ha fatto, sicuramente sa anche lui di aver fatto una sciocchezza. È stato un gesto che non si può capire, anche se va detto che su di lui c'era stato un fallo che l'arbitro non ha visto e fischiato".

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"Leao può decidere da solo la partita. Lo critico perché..."

L'italiana impegnata questa settimana in Champions sarà il Milan, chiamato a difendere l'1-0 dell'andata contro gli Spurs: "Il Tottenham nell'ultima giornata di campionato non meritava di perdere, però è una squadra che non ha ancora il miglior Kane - è stata l'analisi di Capello -. Fino a 2-3 partite fa era vivo, partecipava al gioco, invece nell'ultima era fuori dal gioco. Forse gli manca lo spirito che riesce a immettere in lui Conte che lo ha sempre difeso, anche Son si è mangiato alcuni gol e come sempre succede quando sbagli vieni condannato. Ma non meritava di perdere". Ai rossoneri servirà il miglior Leao: "Lo critico perché deve impegnarsi di più, non estraniarsi dalla gara - ha concluso l'ex allenatore -. A volte lo vedi che non è attento. Insegue l'avversario senza la voglia assoluta di rubare palla, lo rincorre perché lo rincorre. Ma è un giocatore che in qualsiasi momento può decidere la partita, con un gol o un assist, e poi preoccupa gli avversari. Restano imbrigliati, se manca lui devono solo preoccuparsi di Theo. La forza del Milan l'altro anno è stata proprio questa catena: uno ha una velocità unica con un tiro molto molto pericoloso, l'altro ti salta l'uomo con una facilità nell'uno contro uno che non esiste. È uno dei pochi a farlo in Europa, ha una progressione e una velocità alla Mbappé".

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