Frosinone, Di Francesco: "La nostra Champions è raggiungere la salvezza"

L'INTERVISTA

Ospite a Calciomercato L'Originale, il neo allenatore del Frosinone parla degli obiettivi della sua squadra: "Vincere la Champions qui significa salvarsi, sono qui soprattutto per Angelozzi". Sul ricordo degli anni a Roma: "La rimonta con il Barcellona è un'emozione che non muore mai, quei ragazzi furono straordinari"

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Dopo due stagioni Eusebio Di Francesco torna su una panchina di Serie A con il compito di centrare la salvezza alla guida del neo promosso Frosinone. Una ripartenza dopo le annate non particolarmente fortunate a Genova con la Samp, a Cagliari e a Verona. Una scelta dettata soprattutto dalla volontà del ds Guido Angelozzi di riaverlo alle sue dipendenze: "Perché il Frosinone abbia scelto me dovete chiederlo al presidente e al direttore, io l'ho scelto per la parte umana, persone che mi conoscono e sanno come lavoro - dice a Calciomercato L'Originale - Angelozzi mi ha voluto fortemente e io non ho guardato altro, perché con lui ho lavorato molto bene a Sassuolo. Mi auguro che la bontà di questa scelta sia confermata anche durante l'anno".

"La mia Champions a Frosinone è la salvezza"

Un Di francesco che vuole tornare a vivere emozioni forti come la semifinale di Champions League conquistata con la Roma dopo aver battuto il Barcellona 3-0 (al Camp Nou finì 4-1 per il blaugrana), punto più alto della sua carriera: "Sinceramente vorrei riportare il tempo indietro, mi piacerebbe vincere la Champions a Frosinone ovvero raggiungere la salvezza - spiega - Quella volta con la Roma i ragazzi sono stati splendidi, appena dopo quella partita non mi ero reso conto di ciò che avevamo fatto, lo capisco ora riguardando le immagini, è un'emozione che non muore mai".

"La mia Roma? Credere in ciò che proponevamo ha fatto la differenza"

Una Roma che seppe ribaltare il 4-1 dell'andata cambiando sistema di gioco e proponendosi con una difesa a 3: "Tutto va al di là del sistema di gioco, cambiammo dopo aver rivisto l'andata perché volevamo essere più aggressivi e perché dovevamo rimontare. Tutto nasce dalla mentalità, non da due giorni di allenamento, avevamo battuto il Chelsea in casa, a Londra fini 3-3, in Europa facemmo prestazioni di grande livello. L'aspetto tattico era importante ma quello motivazionale ancora di più. Credere in quello che proponevamo ha fatto la differenza".