Roma-Lazio, De Rossi: "Derby vinto da allenatore è diverso. Chiamatemi Mister Presente"

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L'allenatore della Roma si gode il successo nel derby, il primo sulla panchina giallorossa: "Diverso, ma nel finale il tempo non passava più. Alleno giocatori forti che mascherano le mie pecche, ma mi prendo anche qualche merito". E in vista della sfida di Europa League con il Milan: "Ora mi rilasso: il mio staff mi vieta di guardare le partite delle avversarie che incontreremo"

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"Vincere il derby è bello sempre, da allenatore è diverso". Daniele De Rossi conferma le parole della vigilia, quando il derby non l'aveva ancora giocato né vinto ("Sarà diverso", aveva detto) e dopo il successo sulla Lazio spiega anche perché: "Da allenatore è diverso perché sai che la sconfitta ricade sempre sugli allenatori. Da Capitan Futuro ad Allenatore Futuro? No, direi Mister Presente, oggi mi ci sento più che mai. Sentivamo una pressione incredibile, quella dei tempi migliori, quando giocavamo per qualcosa di più alto. Sono tanto felice, da allenatore c'è ancora più tensione emotiva: da giocatore giocavo, correvo e mi distraevo, qui invece stai fermo e gli ultimi minuti sono stati tosti da sopportare. Ho chiesto al quarto uomo se si era rotto il tabellone perchè sembrava che il tempo non passasse mai, segnava sempre l'87'".

"Portato sotto alla Curva di peso"

Poi De Rossi racconta anche la festa sotto alla Curva, con il ritorno in campo (dopo essere già scesi negli spogliatoi) per esultare di nuovo con i tifosi: "Quando si vince il derby si fa anche un po' di cinema che è anche sano in queste occasioni. Ero rientrato negli spogliatoi ma mi hanno quasi preso di peso. L'ho dovuto accettare, anche se quello era il loro momento. Ma mi sono goduto anch'io qualche abbraccio con i tifosi". "Che meriti mi do? Odio i finti umili: mi è caduta dal cielo questa occasione enorme, mi hanno detto che sono stato coraggioso. Alleno giocatori forti che mascherano qualche mia pecca, mi stanno facendo diventare famoso, ogni tanto glielo dico. Poi il merito c'è perché tante cose le facciamo bene. C'è ancora qualcosa da migliorare, l'inventario delle cose migliorabili non finisce mai".  

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"Abraham? Gli ho tolto il guinzaglio"

L'analisi tattica riparte invece dalla gara scors, contro il Lecce (0-0), che aveva profondamente deluso De Rossi: "L'allenatore deve ancora migliorare... A Lecce mi arrabbiavo con me stesso perché non avevo trasmesso la stessa carica che invece ho visto oggi. Era una partita altrettanto importante, noi dobbiamo essere sempre questi, poi ovvio che il derby ti tira fuori il famoso centimetro in più e la scivolata in più. A fine primo tempo li ho ringraziati per questo, ma ho visto l'atteggiamento e lo spirito del derby per 90'. Che, per come vedo io il calcio, non deve essere diverso dallo spirito di Lecce-Roma". Sul tandem Lukaku-Abraham, lanciato nel finale con il ritorno in campo di "Tammy", invece, De Rossi spiega: "Avevo bisogno di quei due cavalli lì davanti che andassero a duemila. Chi entra in un derby è sempre carico, chi lo fa dopo 9 mesi di calvario  come lui ancora di più. E' dal primo giorno che mi ripete "i can't wait". E allora gli ho levato il guinzaglio".

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Testa al Milan ma non da subito

Ora, testa al Milan e all'Europa League. Con più leggerezza, ma non da subito, come spiega De Rossi: "Ho vissuto la gara serenamente ma con un picco di emozioni finali che porterò sempre con me. Il futuro non lo so, ogni tanto bisogna fermarsi, buttarsi sul divano con birra e patatine e godersi il momento. Il Milan? C'è un patto con il mio staff che mi proibisce la sera stessa di guardare le squadre che incontreremo la volta dopo. ll Milan lo conosco, lo prepariamo un po' più leggeri e rilassati"

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