Milan, Cardinale: "Inter ha vinto scudetto e poi è andata in bancarotta. Vogliamo questo?"
milanIntroduzione
La Harvard Business School ha pubblicato un documento che analizza il progetto avviato da Gerry Cardinale al Milan. Un documento che contiene diversi interventi del numero uno rossonero, che spiega la propria visione: “Dobbiamo vincere con intelligenza, non come l’Inter che dopo lo scudetto è andata in bancarotta”. E ancora: dalla cessione di Tonali ("Per opportunismo") alla sfida del nuovo stadio, dalla scelta di Ibra all'addio di Maldini, spiegato così dall’ad Furlani: “Necessario per realizzare la visione”.
Quello che devi sapere
La frecciata di Cardinale all'Inter
“Vincere con intelligenza”. Bastano tre parole a Gerry Cardinale per dettare la linea del progetto Milan e allo stesso tempo punzecchiare l’Inter, chiamata in causa direttamente dal numero uno di RedBird e del club rossonero. “Vincere campionati è ovviamente un obiettivo importante. Ma bisogna bilanciare questo con il ‘vincere con intelligenza’. L’Inter ha vinto lo scudetto l’anno scorso e poi è andata in bancarotta, è questo davvero quello che vogliamo? Per i tifosi, il mio lavoro è vincere il campionato italiano ogni anno, lo capisco”, ha detto Cardinale, intervistato nell’ambito di una analisi della Harvard Business School sul Milan. Un intervento in cui sia Cardinale che Furlani si lasciano andare a diverse rivelazioni
"Il Milan può diventare un'azienda da 5 miliardi di euro"
“Quando abbiamo acquistato il Milan molti proprietari di squadre sportive americane mi hanno chiamato per dirmi: ‘Sei pazzo’. Mi hanno detto che ‘Non puoi fare affari in Italia’ e ‘È impossibile fare soldi nel calcio europeo’. La maggior parte di coloro che investono in società sportive lo fanno perché sono coinvolti emotivamente. Mettono la vittoria dei campionati al di sopra di tutto il resto e questo spesso li porta a commettere l’errore di pensare che spendere tanto per schierare una squadra di stelle sia direttamente correlato alla vittoria. Ma questa è la cosa peggiore che puoi fare come investitore", continua Cardinale. "Noi l'abbiamo acquistato per una cifra che corrispondeva a 3,6 volte i ricavi del club. Penso che il Milan abbia il potenziale per diventare un’azienda da 5 miliardi di euro”.
Furlani spiega l'addio a Maldini
Nel documento della Harvard Business School in cui si analizza “il caso AC Milan” sono riportate anche parole dell’ad Giorgio Furlani, che ha raccontato come avvenne la “nomina” di Cardinale ma anche di come si arrivò all’addio di Paolo Maldini, nel giugno 2023, dopo che Cardinale aveva comunicato all’allora direttore tecnico del Milan la volontà di non proseguire la collaborazione. “E’ stata una decisione storica quella di lasciarlo andare, per quello che ha significato per il club e per la sua autorevolezza. Ma se volevamo realizzare la visione che Gerry aveva per il club, dovevamo cambiare e andare avanti”.
Cardinale su Furlani: "Scelto perché pensa come me"
E proprio di Furlani (e dei motivi della sua nomina ad amministratore delegato) Cardinale dice: "Avrei potuto assumere qualcuno con un casting nel calcio europeo. Ma Giorgio pensa come pensiamo noi in RedBird. Lui, come Stefano Cocirio, è un po' un unicum per il calcio europeo: giovane, libero dal fare le cose perché 'è così che si sono sempre fatte', ha una formazione da investitore, italiano ma istruito e formato negli Stati Uniti e nel Regno Unito".
Cardinale sul ruolo di Ibrahimovic
“La maggior parte delle persone considererebbe la sua nomina come una ‘vetrina’ o penserebbe a me come a un proprietario innamorato delle celebrità”, ha detto invece Cardinale sulla scelta di Zlatan Ibrahimovic come dirigente. “È l’esatto contrario: sto cercando persone di livello mondiale che possano renderci migliori. Con Zlatan volevo affermare che faremo le cose in modo diverso perché c’è una legittima necessità di innovazione nel gestire meglio queste risorse. Quindi l’ho assunto per RedBird come operating partner e come senior advisor per la proprietà presso il Milan”.
"Tonali venduto per opportunismo"
Ancora Cardinale, che spiega anche una delle cessioni più dolorose per i tifosi rossoneri, quella di Sandro Tonali: “Non lo abbiamo venduto al Newcastle United perché ne avevamo bisogno, lo abbiamo venduto perché abbiamo ricevuto un'ottima offerta e abbiamo fatto una valutazione rischio-rendimento. Abbiamo incassato 70 milioni di euro più un earn-out di 10 milioni, la cifra più alta di sempre in Serie A. E grazie a quella vendita abbiamo acquistato sei nuovi giocatori e rinnovato completamente la squadra. Non vendiamo per necessità, vendiamo per opportunismo. Se rimaniamo disciplinati, ci saranno sempre controparti sul mercato che permetteranno rendimenti straordinari per i giocatori".
La "sfida" del nuovo stadio
“Potremmo ristrutturare significativamente il nostro stadio esistente o costruirne uno nuovo che rifletta lo status attuale di questi club come società di intrattenimento per eventi dal vivo. Per ciò che costerebbe la ristrutturazione, potremmo probabilmente costruire uno stadio completamente nuovo. Ma costruire stadi in Italia è una sfida. Mi piacerebbe vedere la costruzione di uno stadio moderno con 70.000 posti, ma non stiamo ricevendo molto aiuto dal Comune per ottenere le approvazioni urbanistiche nella nostra posizione preferita. E sto ancora cercando di affrontare il disallineamento tra la costruzione di uno stadio in stile americano, che probabilmente costerà oltre un miliardo di euro, e l’impossibilità di applicare prezzi in stile americano. È una vera sfida”.
Cardinale: "Non voglio americanizzare il Milan"
“Non sto cercando di americanizzare il Milan", prosegue Cardinale nella sua analisi. "Sto cercando di introdurre alcuni elementi americani che possano portare il Milan al livello successivo in modo costruttivo. Sto anche concentrando più attenzione sulla Serie A. Sono curioso di vedere come possiamo aiutarli a negoziare accordi sui media internazionali. Negli Stati Uniti c’è una relazione diversa tra i proprietari delle squadre e le leghe. Qui ci sono più livelli – Serie A, la Federazione Italiana Giuoco Calcio, UEFA, FIFA… È lì che c’è la curva di apprendimento per me. A casa mia avrei potuto fare tutto questo a occhi chiusi”
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