Deulofeu: "La mia è più una disabilità che un infortunio. Non so se potrò giocare ancora"
L'INTERVISTAIntervistato dal format 'ADN Masia' di Sport, l'attaccante spagnolo ha parlato dell'infortunio che gli impedisce di giocare da due anni e mezzo: "Mi sto preparando per tornare, non posso darmi delle scadenze ma farò di tutto per rivedere il campo. Ho ancora il supporto medico dell'Udinese e mi alleno nelle loro strutture. Ritiro? Il calcio è la mia vita, però non so se potrò giocare di nuovo"
L'ultima presenza risale al 22 gennaio 2023, minuto 77 di Sampdoria-Udinese. Gerard Deulofeu non poteva immaginare che da allora non avrebbe più visto il campo: due anni e mezzo di calvario per un infortunio al ginocchio, reso ancora più complicato da un'infezione alla cartilagine. Dallo scorso gennaio è svincolato, ma resta ancora legato all'Udinese come ha raccontato nell'intervista al format 'ADN Masia' di Sport: "Non sono in grado di giocare da più di due anni e mezzo. Ho avuto un grave infortunio al ginocchio, complicato da un'infezione alla cartilagine. Mi sto allenando e mi sto preparando per tornare, ma non posso darmi delle scadenze. Quello che ho non è un infortunio con tempi di recupero di sei, sette o otto mesi. È molto difficile perché a volte faccio progressi, ma ci sono anche battute d'arresto e non si sa mai se ci riuscirò. Ma sono pazzo e non ho intenzione di mollare. Farò di tutto per tornare a giocare". Interpellato sull'ipotesi di ritirarsi, Deulofeu ha risposto: "In questo periodo c'è tempo per tutto e ci ho pensato molto. Quello che è chiaro per me è che voglio rimanere coinvolto nel mondo del calcio perché questa è la mia vita. Non so se potrò giocare di nuovo, ma quello che è chiaro per me è che la mia vita è il calcio. È una situazione difficile perché quello di cui soffro è più simile a una disabilità che a un infortunio".

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Classe 1994, ex Barcellona ed Everton oltre ai trascorsi italiani con Milan e soprattutto Udinese, l'attaccante spagnolo ha proseguito: "Ho sempre detto chiaramente che il calcio è la mia passione e che questo sport mi appassiona, ma ora lo è ancora di più. Stando lontano dal calcio, ho più tempo per guardare le partite e, se prima ero più selettivo, ora guardo quasi tutto. Prima avevo bisogno di giocatori che mi motivassero a guardare una partita, ma ora non ho nemmeno quello. C'è stato un periodo in cui non riuscivo nemmeno a vivere una vita normale, e ho capito che le priorità erano importanti, e che la salute e la famiglia erano le cose più importanti. Ora che sto meglio, sogno di tornare a giocare a calcio, perché amo questa professione". E sulla sua appartenenza all'Udinese: "Quando abbiamo spiegato che io e la società avevamo rescisso il contratto poteva sembrare che fossi solo, ma non è così. Ho il supporto medico dell'Udinese e sono in contatto con Gino Pozzo e con le persone del club. Continuo ad allenarmi nelle loro strutture e con la squadra. Sono molto grato per il trattamento che mi hanno riservato". In chiusura tutto il suo apprezzamento per Lamine Yamal: "Penso sia il migliore e merita il Pallone d'Oro, perché è il miglior creatore di calcio al mondo".