La voce del Var e l’FVS, tutte le novità di stagione

Una delle cose più sfiziose sarà cogliere le differenti inflessioni dialettali degli arbitri ascoltando le rispettive… annunciazioni. La calata lievemente piemontese di Pairetto, quella romana di Mariani e Doveri o il sapore di Napoli nell’accento di Guida e Maresca. Per il resto l’appello è sempre lo stesso dell’inizio di ogni stagione: “state calmi se potete”, riferito all’accoglienza che verrà riservata dal pubblico allo stadio e in fila da tutti gli altri attori dello show-serie A quando i primi fiati usciranno non dal fischietto, ma dalla viva voce dei direttori di gara al termine delle revisioni VAR. È l’announcement, ultima frontiera del progresso comunicativo-tecnologico dell’arbitraggio e dei regolamenti. Come funziona? Ogni volta che ci sarà una revisione Var, che sia una ‘on field review’ con valutazione soggettiva dell’arbitro, o un semplice ‘overrule’ del Var per correggere un errore oggettivo , o anche solo in caso di silent check che confermi la decisione del campo, ma particolarmente lunghi e complessi , l’arbitro si ‘aprirà’ con un microfono collegato agli altoparlanti dello stadio e spiegherà al pubblico presente la decisione presa. Con quale linguaggio? Chi ha visto i video dei primi test che abbiamo pubblicato sul sito si sarà reso conto che la comunicazione è codificata solo in parte. La spiegazione deve essere rapida ed efficace, ma non avrà un tempo limite né, almeno all’inizio, un frasario rigido: o meglio, saranno standard le prime parole mentre la successiva spiegazione potrà essere più elementare o un po’ più dettagliata . Alla fine, spazio alla decisione e alla ripresa di gioco con rigida terminologia regolamentare . Vietatissime le espressioni “per me”, “a mio giudizio”, che darebbero al tutto un alone di opinabilità controproducente. Come per tutte le novità, ci sarà poi tempo per affinare e uniformare la tecnica di comunicazione, così come la gestualità e il linguaggio del corpo, che, come insegnano i maestri di arbitraggio, possono fare la differenza. Soprattutto all’inizio e per i più giovani non sarà facile di fronte a migliaia di spettatori, come ricordato dal designatore Rocchi durante il media-day della CAN svoltosi a Cascia il 5 agosto scorso. Non a caso anche nei primi test veri, tra le colline umbre, pure gli arbitri più esperti hanno manifestato qualche incertezza e un velo di emozione . Paradossalmente comunque potrebbe essere più facile, se non altro per abitudine, esporsi nelle arene della Serie A che davanti a colleghi, giornalisti e ‘professori’ . Vedremo. E vedremo presto. Se infatti tra semifinali e finale di Coppa Italia, che prevedevano l’esordio dell’announcement, non c’è stata una sola revisione Var che portasse al battesimo del nuovo ‘giochino’, stavolta non è solo il numero di partite che ovviamente renderà ineluttabile a breve la prima volta, ma anche quel che ha detto Rocchi – passato un po’ in sordina – rispetto alla soglia di intervento del Var. “È ora di passare dal ‘chiaro ed evidente errore’ all’errore e basta” – ha rivelato a Sky il designatore, giunto al suo quinto anno alla guida degli arbitri di A e B . E ancora: “Non voglio che un Var esca dal Vor con il dubbio che avrebbe dovuto fare una chiamata in più”. Di fronte a un forte dubbio meglio chiamare, ha ordinato Rocchi, perché “si parte da macro-obiettivi e si arriva ai micro-obiettivi, e noi siamo maturi per arrivarci”. Insomma, se è certo – come sempre – che non esiste Var o interpretazione del Var che possa scongiurare le polemiche, c’è da aspettarsi un drastico calo di quelle improntate al famoso “almeno vattela a vedere”. Chiusura per un’altra novità - anzi due - e un distinguo importante. Contestualmente all’avvio del raduno degli arbitri di A e B si è chiuso quello degli arbitri di C, guidati dall’esordiente Daniele Orsato, emozionato ed entusiasta per il suo debutto da designatore. È toccato a lui, anche qui con la supervisione di Irrati, spiegare e togliere un po’ di ansia ai suoi giovani allievi rispetto all’uso del cosiddetto Football Video Support, che debutterà, dopo i test nelle final eight di futsal, appunto in Serie C e nella Serie A femminile. Il FVS non è infatti il Var a chiamata come viene normalmente inteso . Né va confuso col ‘Var light’, che è il Var come lo conosciamo attualmente, ma con meno telecamere e operatori . Il Video Support non prevede Var in sala, ma un numero molto ridotto di telecamere gestite a bordo campo da un operatore con la possibilità per le squadre, attraverso la consegna al quarto uomo di un ‘badge’ - azione che spetta solamente al capo allenatore - di chiedere all’arbitro la revisione di un episodio per il quale ritengono errata la decisione in campo. Sempre e solo relativamente alle fattispecie previste dal protocollo Var . E per gestire al meglio questa novità, al monitor del FVS ci sarà anche un assistente come 5° ufficiale. Se il ‘challenge’, dopo la revisione a bordo campo dell’arbitro, avrà successo, il badge verrà restituito alla squadra e l’opportunità di una nuova chiamata rimarrà intatta, altrimenti, esattamente come negli altri sport in cui è previsto un numero limitato di challenge, verrà trattenuto e ne rimarrà soltanto un altro . Seppur non sia stato indicato un tempo limite per richiamare l’arbitro sull’episodio dubbio, verrà utilizzato, in primis, il buon senso e saranno disincentivate tattiche maliziose e dilatorie. In poche parole, non sarà possibile tenere il gioco fermo a oltranza in attesa di cogliere il replay decisivo su smartphone e tablet dello staff in panchina. Anche per questo è previsto che l'allenatore, ma anche il calciatore protagonista dell'episodio potenzialmente da review, possano alzare e ruotare il dito in aria come primo segnale di un possibile challenge, in modo che arbitro e IV ufficiale abbiano immediatamente l' 'allerta' in attesa della consegna del badge. Detto che, in mancanza di GLT, di SAOT o di altre tecnologie di ‘virtualizzazione’ delle camere, le correzioni avverranno solo in caso di errore chiaro e non sarà necessario il challenge in occasione dei gol: ci penserà direttamente il quarto ufficiale. Se si tratterà di un dato oggettivo, come un tocco di mano di chi segna o un palese fuorigioco nella azione d'attacco, con un semplice "overrule". Altrimenti, se ci sarà da valutare soggettivamente una infrazione in attacco, richiamando l'arbitro. In caso di mancata chiamata l'allenatore che riterrà comunque di farlo potrà in ogni caso, se ne ha, spendere un challenge e "forzare" il controllo al monitor del direttore di gara..

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Lorenzo Fontani