Napoli e Inter: stessa classifica, umore opposto a caccia della vetta

A un solo punto dal Milan capolista, a braccetto in classifica ma con stati d'animo diametralmente opposti. Napoli e Inter arrivano alla sfida del 'Maradona' con sensazioni diverse. Il Napoli è sgomento dopo l'umiliazione di Eindhoven, con certezze demolite e un allenatore che urla la sua rabbia ai quattro venti anche se non è chiaro chi sia il destinatario dei suoi strali. L'Inter ha il morale a mille con il propulsore delle sette vittorie consecutive che hanno scacciato i fantasmi del finale amatissimo della passata stagione. Il Napoli con lo scudetto sul petto e un mercato dispendioso quanto ambizioso non poteva neanche lontanamente immaginare che l'avvio di stagione sarebbe stato così complicato. Evidentemente, non sono stati colti i primi segnali: le difficoltà nel far coesistere i 'Fab Four' e le vittorie sofferte al Maradona contro Cagliari, Pisa e Genoa. La squadra di Antonio Conte sembra aver smarrito la cattiveria agonistica ma anche l'attenzione nella fase di non possesso. La difesa sembra una piccola imbarcazione in un mare in tempesta: in 10 partite ha subìto 21 gol, una enormità. Eppure, la rosa che ha vinto lo scudetto è stata indiscutibilmente rinforzata. De Bruyne e Hojlund sono due top e gli altri sette arrivi hanno completato investimenti importanti: 35 milioni Lucca, 33 Beukema. Altro che i 15/20 milioni di cui ha parlato recentemente Conte. Eppure, il Napoli ha smarrito l'entusiasmo e forse molte delle sue certezze. Gli infortuni non aiutano. Lobotka è sempre fuori per la lesione all'adduttore della coscia destra. Rrahmani è in forte dubbio. Hojlund dovrebbe farcela. Conte, che evidentemente non ama Lang - sentimento ricambiato dallo stizzito olandese - ha detto che in questo momento il tridente è improponibile. Modulo ancora confermato , con l'obiettivo di avere superiorità a centrocampo. Ma se il Napoli non recupera in fretta concentrazione e 'cazzimma' rischia contro una squadra come l'Inter che sta volando. L'Inter è una macchina da gol. I numeri parlano chiaro: 27 reti segnate in 10 partite tra campionato e Champions. Nella passata stagione, quando entravano dalla panchina Taremi, Arnautovic o Correa, il tifoso interista quasi si metteva le mani tra i capelli. Pio Esposito e Bonny hanno portato talento, freschezza, entusiasmo. Quello di cui aveva bisogno l'Inter dopo aver chiuso male una stagione che fino a un mese del traguardo sembrava esaltante. E i segnali in estate non erano stati confortanti con la partenza per l'Arabia di Simone Inzaghi e la ricerca un po' in affanno del nuovo allenatore. La scelta di Chivu, accolta con molte perplessità, si sta rivelando una scelta illuminata. Il nuovo tecnico ha creato subito empatia con il gruppo, ha alzato il baricentro e imposto più gioco in verticale. La sua Inter ha una qualità di gioco addirittura superiore a quella di Simone Inzaghi. Chivu, ovviamente, sa che nel calcio - soprattutto in quello italiano - gli esami non finiscono mai. E quello del 'Maradona' è un esame durissimo. Ma l'Inter ci arriva di slancio, con entusiasmo e nuove certezze. Difficile ipotizzare che partita sarà. Il momento del Napoli raccoglie molte incognite. Quasi impossibile che possa essere quello di Eindhoven. Conte ha tuonato nello spogliatoio. Ora sarà il campo a dare una risposta. Chivu invece nello spogliatoio ha sorriso. E nessuno parla più delle sue 13 partite da allenatore di Serie A prima di arrivare all'Inter. In pochi mesi il romeno ha bruciato le tappe. E non ha nessuna intenzione di staccare il piede dell'acceleratore.

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Maurizio Compagnoni