Brambilla è l'uomo dei giovani alla prova dei grandi: come gioca la sua Juventus

La soluzione è interna: difficilmente Massimo Brambilla resterà alla guida della Juventus fino alla fine del campionato. Perché la dimensione dell’allenatore – e la si legga nel modo più elogiativo possibile – è quella di un lavoro diverso, non per forza improntato al raggiungimento del risultati . Un lavoro diverso che è emerso soprattuto da quando ha sposato il progetto della Juve Next Gen che gli ha sì dato una prima squadra in Serie C, ma dal carattere prettamente formativo. Chiedere a Yildiz per avere una conferma: il fantasista turco, quello a cui la Juventus si appoggia per provare a ripartire, ha avuto proprio in Brambilla un maestro. Statistiche alla mano: dopo Tudor, Motta e Allegri, il numero 10 bianconero ha giocato poco meno di mille minuti proprio con Brambilla in panchina. E non è un caso. Lavoro con i giovani Non lo è, perché Brambilla nei giovani ha sempre creduto e con i giovani si è formato. È cresciuto, da allenatore, in tutto il settore giovanile dell’Atalanta prima di essere chiamato dalla Juventus a tornare nella ‘sua’ Torino. Che ha conosciuto da giocatore per cinque anni con una maglia diversa, quella granata: era un centrocampista metodico, un regista vecchio stampo che mostrava quell’intelligenza in campo e quel pragmatismo che ha saputo trasferire anche in panchina. A Torino, tra il 1997 e il 2002, Brambilla ha vissuto tra gli anni più difficili della recente storia del club: cambi di proprietà, società vicine al fallimento, contestazioni da parte dei tifosi. Ma ha lasciato comunque un buon ricordo. Buono quasi come le impressioni che invece lo hanno portato a vivere questa nuova avventura alla Juventus: l’aveva lasciata per pochi mesi nella stagione 2024/25, per tentare un’avventura con il Foggia. In Puglia però i risultati non sono quelli che lui e la società si sarebbero aspettati: arriva un esonero che lascia l’allenatore a casa per poche settimane, prima di essere richiamato dai bianconeri per risollevare le sorti di una Next Gen in zona playout sotto la gestione Montero. Brambilla accetta volentieri, torna, si rimbocca le maniche e porta la Juve ai playoff. Risultati in campo che gli sono valsi la conferma anche per quest’anno. Altro giro, altra corsa: la sua Juve va ricostruita. Ma è lo scotto che le seconde squadre pagano nelle porte girevoli imposte dal tetto massimo dell’età e soprattutto dalle esigenze delle prime squadre. E quindi il rendimento è altalenante: nelle ultime cinque partite, i bianconeri ne hanno perse 4 e vinta una sola, per quanto la classifica sia comunque tranquilla con 14 punti conquistati in 11 gare. Ottenuti cercando di lavorare in continuità con quella che è l’identità della Juve dei grandi. i moduli Brambilla infatti ha tendenzialmente lavorato con il 3-4-2-1 in questa stagione. L'anno scorso, invece, aveva preferito partire con una difesa a 4. L’obiettivo è sempre quello: far crescere i giovani. Ma dando loro delle idee. Come per esempio quella, a differenza del gioco di Tudor, di tenere i trequartisti molto più vicini alla punta: non è escluso, infatti, che Yildiz e Conceiçao, impiegati spesso molto larghi finora, siano più vicini all’attaccante centrale. A differenza degli esterni, che invece giocano molto larghi per sfruttare poi i cross verso l’area, dove Brambilla ama vedere tanti giocatori. Questa è forse la prerogativa principale del suo gioco, che si sviluppa più per le catene centrali e che, proprio come invece voleva anche Tudor, prevede molto pressing alto da parte dei suoi giocatori. La prima difesa, infatti, parte proprio dagli attaccanti, e così possiamo aspettarci che sarà anche nelle partite che avrà a disposizione il ‘nuovo’ allenatore con la prima squadra. Una squadra che, in passato, ha raccolto i frutti del lavoro di Brambilla. Perché oltre a Yildiz, sotto la sua guida sono cresciuti anche Huijsen, Savona, Soulé e molti altri. L’importante era farli crescere e cresciuti lo sono: non hanno fallito alla prova dei grandi. La stessa che adesso attende proprio lui. Con la collaborazione di Luca Mastrorilli

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Brambilla è l'uomo dei giovani alla prova dei grandi: come gioca la sua Juventus

Marco Demicheli