Non solo risultati: perché Juric è stato esonerato

Riconoscere un errore e aprire il paracadute è sempre meglio che precipitare. E correre ai ripari è sintomo di saggezza. Si è sottolineato tante volte che il passaggio da Gasperini a Juric potesse generare un contraccolpo, era fisiologico e prevedibile per una squadra abituata a viaggiare da anni con il pilota automatico. Invece ha provocato un controcircuito. Che il campionato dell’Atalanta prendesse questa piega era inimmaginabile. E il loop negativo in cui la squadra è entrata imponeva una scelta drastica, ma inevitabile. Il club nelle ultime settimane ha cercato di proteggere l’allenatore in tutti i modi, più volte Luca Percassi lo ha sostenuto pubblicamente per dargli forza. Ma dopo la rovinosa sconfitta con il Sassuolo, la dirigenza ha realizzato che oltre non si poteva andare. NUMERI, NON PAROLE Se la qualità del gioco espresso è opinabile, i numeri non mentono. E Juric paga i risultati, pessimi, del campo. È inaccettabile che una squadra con le potenzialità dell’Atalanta, abituata a lottare per le primissime posizioni da anni, disti 9 punti dal quarto posto e navighi alle spalle di Sassuolo, Cremonese e Udinese, tutte avversarie contro cui i bergamaschi hanno sofferto e perso. Si sperava che l’impulso dell’impresa di Marsiglia potesse rilanciare la 'Dea' anche in campionato, invece il tracollo di domenica ha certificato - sotto gli occhi sbalorditi della dirigenza - che l’allenatore non aveva più la squadra in pugno. COINCIDENZE Era il 10 novembre 2024: Ivan Juric veniva esonerato dalla Roma. Oggi, 10 novembre 2025: Ivan Juric è congedato dall’Atalanta. In mezzo, la retrocessione col Southampton in Premier e conseguente benservito. A completare un anno solare da guinness dei primati, ma al contrario. Il precedente in giallorosso rappresenta però un lumicino di speranza per i tifosi bergamaschi: anche la Roma liquidò l’allenatore croato durante la sosta di novembre, e con Claudio Ranieri al suo posto avviò una rimonta clamorosa che non culminò nella qualificazione in Champions League a causa della sconfitta subìta proprio a Bergamo a tre giornate dalla fine. A Roma, Juric era durato 11 partite tra tutte le competizioni, a Bergamo gli è andata leggermente meglio: 15. Ma l’esperienza è stata ugualmente disastrosa. GESTIONE DIFFICILE Nelle valutazioni che hanno portato all’esonero ci sono, in primis, i risultati. L’andamento 'schizofrenico' tra una gara e l’altra, la difficoltà a trasmettere la giusta elettricità nello spogliatoio, cifra distintiva di chi lo ha preceduto. Poi hanno inciso la gestione del gruppo, allenamenti non in linea con il trend del passato, e i rapporti difficili con alcuni senatori. Emblematici i fotogrammi di Marsiglia con le mani addosso a Lookman, e la dura replica a Carnesecchi , che a Cremona aveva semplicemente suonato la sveglia al termine di una delle partite giocate peggio. Chi lo conosce bene, sostiene che lo Juric di Bergamo sia la copia sbiadita di quello di Genova, Verona o Torino, le piazze dove ha lasciato i migliori ricordi. Come se avesse smarrito, strada facendo, il sacro fuoco che lo aveva sempre contraddistinto anche da calciatore. L’Atalanta non poteva ripresentarsi dopo la sosta, a Napoli, con un allenatore delegittimato dai risultati, che non aveva più il controllo della squadra e con una situazione di classifica così deficitaria. Di sicuro, dopo l’esperienza bergamasca, nessuno lo etichetterà più come 'discepolo' di Gasperini. Perché dell’Atalanta spettacolare e vincente di Gasperini, con Juric in panchina, si sono perse le tracce.

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Non solo risultati: perché Juric è stato esonerato

Massimiliano Nebuloni