Celik è diventato quel giocatore che nessuno pensava potesse diventare

Per anni i tifosi della Roma hanno indicato Zeki Celik come uno dei punti deboli della squadra e quella del terzino/esterno destro come una delle lacune più grandi nella rosa giallorossa. E, a dire il vero, spesso le prestazioni del turco non sono state esaltanti. Non a caso, anche quest’estate la Roma ha acquistato un giocatore, Wesley, per coprire proprio quella zona di campo. Per Celik sembrava quindi profilarsi una stagione da subentrante. Non una grandissima novità. Nella passata stagione era chiuso a destra da Saelemaekers, l’anno prima si giocava il posto con Kristensen e Karsdorp e nella stagione 2022-23, la sua prima nella Capitale, si alternava sempre con l’olandese. Pur riuscendo a ritagliarsi il suo spazio, nelle sue prime tre annate in giallorosse Celik non ha mai convinto del tutto e non è quindi mai stato un titolare indiscusso. Fino agli ultimi mesi della passata stagione, in cui ha trovato spazio nella Roma di Claudio Ranieri in un nuovo ruolo: il braccetto destro della difesa a tre. Ma ci arriveremo. Mentre alternava prestazioni buone ad altre negative, e trovava più o meno sporadicamente spazio, a Roma Celik ha sempre goduto della stima dei suoi allenatori per il suo atteggiamento in allenamento e in campo. "Non è uno che fa rumore. Lavora, si allena bene e quando gioca dà equilibrio" aveva detto di lui Mourinho dopo un anno trascorso insieme. Più netto il commento di De Rossi: "Se un calciatore è una sega resta una sega. Anche se gli dici che è forte forte forte, poi entra in campo e sempre una sega resta. Celik è un calciatore forte, si allena sempre al massimo, nonostante gli abbia preferito all’inizio Karsdorp o Kristensen, non si ferma mai, non fa polemiche, viene sempre ad allenarsi col sorriso e lo fa a 2000 sperando di avere una chance, se gli levo il GPS dopo gli allenamenti scotta, è questo che fa la differenza". Con i suoi primi due allenatori giallorossi Celik è stato impiegato quasi unicamente come esterno a tutta fascia sulla destra. Solo in caso di emergenza o di ampio turnover veniva arretrato nella difesa a tre o, in caso di difesa a 4, veniva impiegato come terzino destro, il ruolo dove si era messo in luce in Francia con la maglia del Lille. Dopo qualche presenza da braccetto con Juric, l’avventura del croato a Roma è durata poco più di 50 giorni, l’arrivo di Claudio Ranieri ha segnato un nuovo inizio per Celik. Anche con l’allenatore testaccino Celik ha iniziato con ‘i gradi di riserva’ ma, complice il rendimento altalenante di Hummels, è poi diventato un titolare indiscusso. E proprio nel ruolo di braccetto destro. Ciò che veniva rimproverato al ‘Celik esterno a tutta fascia’ era la sua scarsa capacità di incidere in fase offensiva: pochi cross, pochissimi dribbling, pochi assist e pochissimi gol . Giocando più arretrato ha invece potuto far emergere le sue migliori qualità difensive, portando solidità e velocità alla difesa giallorossa. E, paradossalmente, arretrando la propria posizione è anche riuscito a incidere di più in termini offensivi: nel finale della passata stagione ha messo a segno un gol e due assist. Lentamente ha così iniziato a conquistare il suo pubblico: lo scorso 2 marzo, in occasione di Roma-Como, l’Olimpico ha accompagnato l’uscita dal campo di Celik con una calorosa quanto sorprendente ovazione. Con Ranieri Celik è diventato un giocatore affidabile, che il tifoso romanista ha iniziato ad apprezzare per la sua costanza e impegno. Ma è con Gian Piero Gasperini che avviene l’ultimo step di crescita di Celik. L’ex allenatore dell’Atalanta è da anni famoso per essere in grado di rigenerare calciatori in difficoltà e donare loro una seconda vita e ora a godere di questo suo ‘superpotere’ è proprio il turco. Prima da braccetto e - dopo lo stop di Angelino e il conseguente spostamento di Wesley a sinistra - poi da esterno a tutta fascia a destra, Celik sta giocando una stagione da sogno, culminata con il meraviglioso gol contro l’Udinese , definito da Federico Zancan “un saggio di cosa Gasp chiede in attacco a una sua squadra”. Anche i numeri sono dalla parte di Celik. Secondo i dati di Fbref.com, il turco spicca tra i difensori centrali dei top 5 campionati per: Passaggi progressivi ricevuti: 4,09 ogni 90 minuti Azioni da tiro create: 1,84 ogni 90 minuti Conduzioni di palla progressive: 1,55 ogni 90 minuti Tackle: 2,32 ogni 90 minuti Assist: 0,10 ogni 90 minuti Tocchi nell’area avversaria: 1,51 ogni 90 minuti Dribbling riusciti: 0,42 ogni 90 minuti Passaggi progressivi: 4,89 ogni 90 minuti Statistiche alla mano Celik risulta essere il braccetto perfetto per il gioco di Gasperini, che chiede sempre ai propri ‘terzi di difesa’ di partecipare alla manovra offensiva e di spingersi in avanti. Ma con il gioco di Gasp il turco riesce a esaltarsi anche da esterno a tutta fascia, dove aveva invece sempre faticato. A dirlo è stato lo stesso allenatore giallorosso: "Posso farvi io una domanda? Celik ha giocato bene da quinto? Ha giocato bene da terzo? Sì? Allora cosa importa il ruolo? Conta come gioca! È un giocatore utile, completo e con grandi qualità sia atletiche che tecniche. Sta attraversando un momento davvero positivo". Oltre alla solita dedizione, quest’anno Celik sta mostrando anche una ferocia agonistica e una personalità mai mostrata prima. Numeri, prestazioni e caratteristiche che lo hanno reso il nuovo insospettabile idolo dei tifosi giallorossi.

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Celik è diventato quel giocatore che nessuno pensava potesse diventare

Emiliano Tomasini