Tutta l'importanza di Bonny per questa Inter (ma senza il paragone con Thuram)

In questo primo terzo dell’avvincentissima Serie A 2025/2026, ognuna delle squadre ai piani alti della classifica ha avuto un giocatore che ne ha identificato l’anima e lo stile: i dribbling di Soulé per la Roma, la forza dirompente di Anguissa per il Napoli, la tranquillità di Modric per il Milan, la classe di Yildiz per la Juventus, i gol di Orsolini per il Bologna e il talento fuori scala di Nico Paz per il Como. E l’Inter? Che fino a prova contraria sarebbe al primo posto in coabitazione con i giallorossi di Gasperini e anzi, per differenza reti, guarderebbe tutti dall’alto? Difficile dirlo. Perché oltre alle certezze di Bastoni, Dimarco e Calhanoglu, il vero uomo simbolo per i nerazzurri in questa prima fase della stagione è stato forse Cristian Chivu, il nuovo allenatore, che di partita in partita sta imprimendo sempre di più la sua filosofia di calcio alla squadra e allontanando una settimana alla volta il ricordo di Simone Inzaghi. Anche perché è grazie a Chivu se l’Inter sta per certi versi sorprendendo in queste 11 giornate, grazie a un giocatore che, sotto traccia, è a sua volta una piacevolissima sorpresa: Ange-Yoan Bonny. Già, proprio quel Bonny arrivato da Parma a inizio luglio un po’ sotto traccia per diventare la prima riserva di Lautaro e Thuram sotto gli ordini di Cristian Chivu, guarda casa anche lui sbarcato a Milano proprio dalla società giallo-blù. Una richiesta precisa del nuovo allenatore verrebbe da pensare, che non ha mai nascosto la stima nei confronti del ragazzo di Aubervilliers: “Ange è un ragazzo che dà l’anima sempre, che cerca di migliorarsi. Lo conosco da un po’ di tempo e so cosa può dare. È felice per avere l’opportunità di essere in una realtà come l’Inter”, aveva raccontato Chivu alla vigilia della partita contro la Cremonese, poche ore prima che Bonny lo ringraziasse con una prestazione da fuoriclasse, segnando una rete e fornendo addirittura tre assist per i compagni. Perché questa è la realtà dei fatti: nessuno si sarebbe mai aspettato un impatto del genere dall’attaccante francese, meno ‘mediatico’, meno giovane e meno impiegato di Pio Esposito ma comunque tremendamente efficace. Fin qui Bonny ha partecipato a 9 reti, segnando 4 gol e fornendo 5 assist per i compagni, numeri che non sfigurano nemmeno nel confronto con Lautaro Martinez e Marcus Thuram, a maggior ragione in rapporto al minutaggio. Soprattutto nei confronti del francese, di cui sarebbe il ricambio naturale, ha saputo ritagliarsi un ruolo come ‘spalla’ di Lautaro: non è un caso se nelle sei partite senza Thuram, out per un mese tra inizio ottobre e inizio novembre, l’Inter ha ottenuto cinque vittorie e una sola sconfitta , segnando complessivamente la bellezza di 12 gol. Sempre per lo stesso motivo, contro il Kairat in Champions e la Lazio in Serie A, entrambe vinte dai nerazzurre, Chivu si è potuto permettere di impiegare Thuram solo per una ventina di minuti, nonostante fosse già recuperato, perché la qualità di chi lo ha sostituito è stata tale da potergli consentire un recupero graduale e ideale, a maggior ragione considerando l’avvicinarsi della sosta per le nazionali. Ma quindi che tipo di giocatore è Bonny? Si può azzardare dicendo che sia il ‘nuovo’ Thuram? La risposta più corretta, vedendo questi primi mesi interisti, è: dipende. Perché se per struttura fisica e capacità di giocare con Martinez sono simili, come stile di gioco non sono esattamente la stessa cosa. Analizzando i dati forniti da Soccerment, confrontando la heatmap con le porzioni di campo in cui agiscono e la spider-chart con le tendenze di gioco, si può notare come Thuram sia un attaccante più ‘a presidio’ della porta avversaria, come si può vedere dal numero dei tocchi nell’ultimo terzo di campo e nell’area di rigore , oltre al numero di tiri verso lo specchio . In compenso Bonny, oltre a spaziare maggiormente sul fronte d’attacco, è stato fin qui più bravo del connazionale a procurarsi buoni tiri e a finalizzare in rete il lavoro dei compagni . Rispetto a Thuram, Bonny è più attaccante di movimento e meno un ‘numero 9’, sia per quanto riguarda la presenza in area sia soprattutto per numero di tiri complessivi verso lo specchio . Quest’ultimo dato in particolare rende l’idea di come la pericolosità offensiva sia una carenza nel suo gioco, il che sembra paradossale pensando all’impatto che sta avendo. Perché nonostante in questi primi mesi di stagione sia stato una validissima alternativa, sta convertendo in rete con delle percentuali difficilmente sostenibili sul lungo periodo . Insomma: Bonny calcia poco, ma quando lo fa sceglie i momenti giusti per punire le difese avversarie. Si può parlare quindi di overperformance? In parte sì. Nelle stagioni a Parma non è mai stato così pericoloso, anzi: in due stagioni con i gialloblù ha segnato complessivamente 9 reti, a fronte di un Xg di 13.4. In Serie B prima, e nel pieno della lotta salvezza poi, ha lavorato soprattutto come centravanti di manovra, più che come finalizzatore, qualità che aveva sfoggiato contro il Milan durante la seconda giornata del campionato 2024/25, imprendibile per la retroguardia rossonera nel suo lavoro di rifinitura tra le linee di centrocampo e difesa. Certo è che l’impianto di gioco dell’Inter lo sta esaltando, perché giocare in un club che fa tra i due e i tre gol a partita è il sogno di ogni prima punta. Ma è altrettanto vero che lui è stato fin qui bravissimo a capitalizzare ogni occasione, mettendo in mostra tutto il repertorio dell’attaccante moderno: l’attacco della profondità nel gol alla Roma, l’attacco del secondo palo nel gol alla Lazio, l’attacco del primo palo e la bravura di vedere i compagni e giocare il pallone nella super prova contro la Cremonese. Mostrando anche una discreta capacità a essere decisivo a prescindere dalla caratura dell’avversario. Bonny è un uomo di Chivu, su questo ci sono pochi dubbi. Nello scorso campionato il francese era sempre partito dalla panchina nelle ultime quattro sfide della gestione Pecchia, per poi ritrovare il posto con l’arrivo del tecnico rumeno ed essere titolare inamovibile in 12 delle ultime 13 di Serie A. Insieme a Pio Esposito, con cui condivide la giovane età, la capacità di giocare spalle alla porta e di vedere i compagni , ha già fatto dimenticare Correa, Arnautovic e Taremi: il futuro dell'attacco dell'Inter è in mano loro. Insieme anche a Cristian Chivu, che se ne è innamorato calcisticamente, che lo ha accolto e lo ha coccolato, da Parma a Milano, pronti per tentare insieme l'assalto nel calcio che conta, nuovi protagonisti dell'Inter prima in classifica.

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Tutta l'importanza di Bonny per questa Inter (ma senza il paragone con Thuram)

Simone Dagani