Il giallo come un jolly: l'arte dell'Inter di saper spendere i falli

Denzel Dumfries aveva svelato il segreto dell’Inter non troppo tempo fa. “Siamo maestri nel fare un certo tipo di falli”, disse dal ritiro della nazionale olandese lo scorso ottobre. Per chi all’epoca non avesse inteso il senso, è diventato chiaro nel corso dell’ultima partita dei nerazzurri, vinta contro la Lazio. Ora, sarebbe ingiusto ridurre una vittoria alla sapienza con cui l’Inter gestisce e spende falli e gialli, ma va detto che contro la Lazio in particolare ha costituito un fattore. E dunque bisogna forse iniziare a considerare un’abilità anche la capacità di usare il fallo come un prezioso jolly. Non c’è nulla di male. Così come non c’è nulla di male ad ammetterlo, come fatto da Dumfries. Quattro volte Mattia Zaccagni è sfuggito al pressing furioso che la nuova Inter di Chivu mette in pratica già al limite dell’area avversaria, e quattro volte la sua ripartenza in velocità è stata stroncata sul nascere, quando aveva già in sé il germe del pericolo ma non era ancora maturo al punto da costringere l’arbitro a estrarre il rosso. Tutto sta nel saper individuare bene quella soglia, e anche questa è un’abilità psicologica che va riconosciuta ai giocatori e che può essere catalogata alla voce “lucidità”. Rileggendo le parole di Dumfries nell’intervista rilasciata a “de Volkskrant” torna tutto: l’esterno nerazzurro, parlando dell'Olanda, rimproverava ai compagni di nazionale un atteggiamento fin troppo “corretto”, invitandoli a prendere esempio da squadre più "sgamate" sotto questo punto di vista. “L’Argentina fa di tutto per vincere, non lascia nulla di intentato. Noi forse siamo un po' troppo corretti”, aveva detto. E poi: “Certe volte andare appena oltre il limite fa parte del gioco, può rappresentare quell'uno per cento in più verso la vittoria. Ad esempio, commettere un fallo dove serve, in una zona meno rischiosa, per fermare un contropiede. All'Inter, siamo maestri in questo. Non esitiamo a farlo, potremmo farlo di più anche in nazionale”. Siamo nel campo della strategia, dello studio quasi scientifico, e sempre dentro i confini della legalità. La squadra di Chivu non contravviene ad alcuna regola: l’arbitro vede e fischia i falli, punendo i giocatori dell’Inter con il giallo. Gialli-jolly, calati al momento giusto dai nerazzurri che si assumono comunque anche qualche rischio: se da un lato è fondamentale non oltrepassare mai la soglia del giallo, dall’altro bisogna saper “diversificare” i gialli. In questo senso, l’Inter ha sacrificato tre uomini diversi, in modo da non arrivare mai alla somma di ammonizioni. Zaccagni fa ammonire nell’ordine Akanji, Sucic, lo stesso Dumfries e infine… sé stesso . Tre ammoniti in 52’, i primi due in poco più di mezz’ora di gioco, a 3’ di distanza uno dall’altro : roba da far impazzire Simone Inzaghi, che avrebbe operato i suoi famosi cambi evita-rosso già all’intervallo. E Chivu? Lui esternamente esibisce grande aplomb e la calma apparente dell’allenatore che non sente la necessità di sbracciarsi ma ormai abbiamo capito che tra le mura dello spogliatoio predica aggressività e pressing furioso. Tra tutti i gialli il più emblematico è proprio quello di Zaccagni. Nell’occasione, con l’Inter in pressing nella metacampo avversaria, Romagnoli va a recuperare un pallone nei pressi della bandierina e fa ripartire l’azione dal basso, innescando Zaccagni che era venuto incontro per dare una mano. Il capitano della Lazio inizia a sgusciare ma dopo due passi c’è Bonny che accenna una trattenuta, mollando subito la presa. Altri due passi ed ecco la vera aggressione nerazzurra, con Zielinski e Carlos Augusto a ingabbiare Zaccagni e il brasiliano che completa il lavoro tirando la maglia all’avversario per fermarlo. Stavolta Manganiello non estrae il giallo , o meglio, lo fa dopo che l’esasperato Zaccagni esagera con le proteste. In tutto ciò, come diceva Dumfries, è il punto in cui avviene il fallo che fa la differenza: siamo ad appena 30 metri dalla bandierina del corner, ed è difficile per la Lazio poter parlare di ripartenza pericolosa. Avete presente quando gli allenatori tirano in ballo i famosi “dettagli che fanno la differenza”? Eccone un esempio: un fallo “giusto” nel posto giusto al momento giusto.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Il giallo come un jolly: l'arte dell'Inter di saper spendere i falli

Vanni Spinella