Milan, tutti i giocatori che non ricordavi avessero giocato con i rossoneri. LE FOTO
Meteore ma non solo negli ultimi vent'anni al Milan, squadra dove sono transitati giovani emersi altrove oppure giocatori già affermati. Destino comune per tutti: pochi minuti in gare ufficiali e un addio senza troppi rimpianti. Difficile ricordarne il passaggio in rossonero, un'impresa per qualsiasi tifoso
Vent’anni di meteore al Milan, flop di mercato e delusioni senza appelli. Bidoni ma non solo nell’era recente del Diavolo: prendete i tanti giovani emersi in seguito, oppure i giocatori già affermati dalla parentesi non indimenticabile in rossonero. Difficile ricordarne il passaggio milanista, ecco perché sfidiamo i veri tifosi a ricordarli
SALVATORE BOCCHETTI. New entry a gennaio 2015 direttamente dal freddo moscovita, dove dal 2013 faceva parte della difesa dello Spartak. Inzaghi gli concede 9 presenze, peccato che non venga riscattato e faccia ritorno in Russia dove milita ancora
PABLO ARMERO. Nel giugno precedente i rossoneri avevano invece accolto dall’Udinese il terzino colombiano già apprezzato in Friuli e al Napoli. La sua parabola discendente è tuttavia ribadita dagli 8 incontri maturati in stagione prima dell’addio. Oggi lo trovate in patria all’América de Cali
BAKAYE TRAORÉ. Si è ritirato nel 2016 al Bursaspor, esilio turco dopo il passaggio tutt’altro che memorabile al Milan. Emerso nel Nancy nonostante uno stop di due mesi a causa della malaria, il centrocampista maliano si ritaglia solo 9 gettoni nella stagione 2012/13 con Allegri in panchina. I più attenti lo ricordano per colpa di Niang che, fermato dalla polizia senza patente, si spacciò proprio per Traoré
BARTOSZ SALAMON. Diceva d’ispirarsi a Nesta al suo arrivo in rossonero, destinazione sancita dal trasferimento pari a 3,5 milioni di euro. A gennaio 2013 Allegri proprio non lo vede, ecco perché si è costruito una carriera in provincia riparando a Frosinone dalla scorsa estate
DÍDAC VILÀ. Affare da 4 milioni di euro nel gennaio 2011, nient’altro che una ricca plusvalenza per l’Espanyol dove ad oggi trova ancora spazio. Il bilancio in rossonero recita 90 minuti contro l’Udinese il successivo 22 maggio, da lì le cessioni in prestito (Betis ed Eibar) per il difensore catalano mai valorizzato
BRUNO MONTELONGO. Difficile ricordare l’esterno uruguayano, classe 1987 scovato dal Diavolo in Uruguay (River Plate di Montevideo) ma concesso solo alla Primavera (un gol in 90 minuti disputati). Non ci crederà nemmeno il Bologna a causa di un grave infortunio, motivo per cui troverà gloria in patria e in Spagna dove figura nello Xerex
NICOLA LEGROTTAGLIE. L’ultimo Scudetto rossonero targato 2011 coinvolgeva tra gli altri pure l’ex Juventus, prelevato dal Milan a gennaio e premiato a fine stagione a dispetto dei 40 minuti maturati in campo: esordì infatti contro la Lazio uscendo dopo uno scontro con Kozak, unica sua presenza al Diavolo. Chiuderà poi la carriera al Catania
MANCINI. Roma, Inter e… Milan. Ebbene sì, l’esterno brasiliano dalla parabola esaltante in giallorosso vanta un passato milanista. I “cugini” nerazzurri lo cedono in prestito nel febbraio 2010, lui si ritaglia 7 presenze in campionato prima di tornare alla base. Di fatto sarà l’ultimo assaggio di Serie A prima dei saluti in Brasile
DOMINIC ADIYIAH. Solo un paio di partite (e un gol) con la Primavera per il Pallone d’Oro al Mondiale U-20 del 2009, edizione dove si era laureato capocannoniere con 8 centri. Il Milan ci scommette e lo prende per 1,4 milioni di euro dai norvegesi del Fredrikstad: sarà l’inizio della fine per l’attaccante ghanese rimasto svincolato dopo l’ultima esperienza in Thailandia
FELIPE MATTIONI. Roba da intenditori, d’altronde nel gennaio 2009 fu Mino Raiola a portarlo in rossonero direttamente dal Gremio. Terzino destro brasiliano, classe 1988, vanta un minuto in Serie A grazie alla staffetta con il connazionale Kaká. Non è stato fortunato dalla Spagna all’Inghilterra, flop che gli riservano un presente in B alla Juventude
MATHÍAS CARDACIO, TABARÉ VIUDEZ. Abbracci tra i due, coppia inscindibile al Milan dove arrivarono dall’Uruguay per 4,5 milioni di euro. Mediano il primo, esterno offensivo il secondo: poco cambia per Ancelotti che concede 46 minuti a Cardacio e 7 secondi (!) a Viudez. Non si sono più ritrovati nella stessa squadra: oggi militano rispettivamente nel Defensor e nel Nacional
MATTEO DARMIAN. Prodotto del vivaio, timbro del Milan che non gli valse la conferma in prima squadra: solo 6 gare ufficiali tra il 2006 e il 2009, spazio risicato che lo spingerà verso altri lidi. Palermo, Torino e dal 2015 il Manchester United dove risponde agli ordini di José Mourinho. Si è pure affacciato alla Nazionale maggiore grazie all’ottima crescita in granata
DIGÃO. Qui intimorito dalla foga agonistica di Emerson, il fratello minore di Kakà appartiene alla schiera dei consanguinei privati del talento. Classe da vendere per Ricardo, oggetto misterioso il difensore classe 1985 che raccoglie 3 presenze senza impressionare: dettaglio non da poco, il Milan con lui in campo non vincerà mai. È rapidamente sparito dai radar ritirandosi a soli 27 anni
LEANDRO GRIMI. A proposito di oggetti misteriosi, chi arriva nel dicembre 2006 dal Racing Avellaneda per 2,5 milioni di euro è il 21enne terzino sinistro. Ancelotti fatica a crederci ma gli riserva 4 presenze prima di mandarlo a farsi le ossa al Siena. Ci punterà lo Sporting Lisbona per tre stagioni, certo è che Grimi ha già chiuso il cerchio tornando al Racing e per ultimo al Newell’s
JOHANN VOGEL. Notato dai rossoneri nel PSV, dove girava alla perfezione con Cocu e Van Bommel, il mediano svizzero si trasferisce a parametro zero alla corte di Ancelotti. Non gli manca l’esperienza e al Milan disputa 22 gare ufficiali. Confermato in rosa? Manco per idea: si sposta al Betis, fatica al Blackburn e chiude nel 2012 al Grasshopper dove tutto era iniziato
DIMITRIOS ELEFTHEROPOULOS. Uno dei portieri greci di inizio millennio in Serie A, campionato dove ha giocato dal Messina all’Ascoli fino al Siena. Nessuna gara ufficiale al Milan e nemmeno alla Roma, club che l’aveva prelevato come terzo portiere proprio dai rossoneri: solo due presenze nella tournée estiva prima di congedarsi rapidamente. Oggi lo trovate senza panchina, allenatore dalle diverse esperienze in Grecia
MÁRCIO AMOROSO. Fatale ai rossoneri con una tripletta nella semifinale di Coppa Uefa del 2002 quando vestiva la maglia del Borussia Dortmund, l’ex Udinese e Parma torna in Italia nel gennaio 2006 per sostituire Vieri. Reduce dai gol a raffica con il San Paolo, l’attaccante brasiliano galleggia tra panchina e tribuna racimolando 5 partite e una rete contro la Roma. Si è ritirato definitivamente a 42 anni negli Stati Uniti
FABRICIO COLOCCINI. Kaká doveva trovarlo divertente a differenza di Zaccheroni prima e Ancelotti poi. Il Milan lo preleva a 17 anni dal Boca Juniors (7,5 milioni di euro) e lo dirotta per quattro anni in prestito. Nel 2004 Carletto lo ritrova alla base, lo manda in campo per 5 volte prima di arrendersi: il curriculum di Coloccini prosegue con Deportivo, Newcastle e San Lorenzo dove gioca tutt’ora
CLAITON. Di lui restano solo figurine sfuocate, ve lo mostriamo quindi nelle vesti attuali alla Cremonese in Serie B. Eppure 16 anni fa il Milan lo prelevava 17enne dal Bologna e fu Ancelotti a concedergli solo 5 minuti in Coppa Italia contro l'Ancona. Da lì il girovagare in provincia che da anni consegna tra A e B il difensore brasiliano classe 1984
SAMUELE DALLA BONA. Inzaghi, Maldini, Seedorf e il giovanissimo Sam, 21enne scuola Atalanta scippato dal Chelsea nel 2009. Centrocampista dai lunghi trascorsi in Serie A ma non al Milan: 16 incontri ufficiali e un gol in Coppa contro il Chievo nella stagione 2002/03, annata che inaugura il suo peregrinare fino al ritiro 6 anni fa al Mantova a causa del dramma familiare
MOHAMMED ALIYU DATTI. Non vi dice nulla? Parliamo dell’ex attaccante nigeriano emerso tra Padova e Ravenna, già noto a José Altafini e acquistato nel 1999 da Braida che vedeva qualcosa di Weah. Ovviamente non c’era nulla del Pallone d’Oro liberiano, tesi ribadita dai 116 minuti concessi in rossonero. Sarà Galliani a sentenziare: "La sua cessione allo Standard Liegi ci ha permesso di liberare un posto da extracomunitario per Kaká"
MOHAMED SARR. Non fatevi ingannare dalla generosa foto scelta per l’ex difensore senegalese, qui a segno contro il Bate Borisov in Coppa Uefa. Sarr accumulò infatti solo 145 minuti in rossonero nella stagione 2001/02, spazio seguito da quattro prestiti (anche Ancona e Atalanta ci cascarono) e da una carriera internazionale archiviata a soli trent’anni in Grecia
VITALI KUTUZOV. Proprio quel Milan-Bate caro al buon Sarr permise ai rossoneri di notare l’attaccante bielorusso e di comprarlo per 3,5 milioni di euro. In realtà al Diavolo maturò solo 37 minuti, quanto basta per costruirsi una buona carriera in Italia fino al ritiro nel 2012. A suo modo ha ritrovato i "Diavoli Rossoneri" nell’hockey destreggiandosi come portiere
JÚLIO CÉSAR. Difficile trovare un’immagine migliore dell’ex difensore brasiliano, meteora rossonera nella stagione 2000/01 dove scese in campo in 5 occasioni. E pensare che il Milan l’aveva ottenuto in prestito dal Real Madrid, tutt’altro che una garanzia nel suo caso: giocatore giramondo con 10 campionati diversi a curriculum, si è ritirato nel 2013
DIEGO DE ASCENTIS. Qualcuno lo ricorderà tatuato e agguerrito nel centrocampo dell’Atalanta, tuttavia il mediano comasco si affacciò al Milan dopo l’ottimo triennio al Bari. All’epoca 23enne trovò spaziò in 26 occasioni con Zaccheroni scendendo in campo pure in Champions. Saprà farsi notare pure a Torino e Livorno
PABLO GARCÍA. Meno brillante di De Ascentis il centrocampista uruguayano, acquistato dall’Atletico Madrid nel 2000 disputando solo 6 gare ufficiali. Andò leggermente meglio in prestito al Venezia con 14 partite, certo è che fu più fortunato in Spagna (anche il Real Madrid nel suo curriculum) e in Grecia dove ha detto basta nel 2014. Buona pure la sua avventura nella Celeste
SAMIR BELOUFA. Concludiamo con gli ultimi due dimenticati del Milan di fine anni Novanta a partire dall’allora difensore algerino, 19enne prelevato dal Cannes. Eterna promessa rimasta tale dal bilancio rossonero (4 presenze) al resto della carriera spesa in Belgio. Qui è finita la vita da calciatore nel 2010 ma non quella da allenatore: chissà se ne sentiremo ancora parlare
DARIO SMOJE. Più di tutti ci credeva Fabio Capello su questo spilungone, peccato che il difensore croato andrà a ritagliarsi 9 partite sparendo verso altre destinazioni: Monza e Ternana in Italia, poi il ritorno in Croazia fino alle parentesi in Belgio e Grecia. Dite la verità: quanti ne ricordavate di questi rossoneri precipitati nel dimenticatoio?
