Pescara-Milan 4-5 del 1992, storia di una partita da fantascienza

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Marco Salami

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Era il 13 settembre di trentuno anni fa: i due autogol di Baresi, il gol e mezzo di Allegri, quello di Frederic Massara e quello di Paolo Maldini. 4-2 Pescara dopo ventitré minuti, 4-4 all'intervallo (record). La rovesciata di Lentini e la tripletta di Marco Van Basten: ancora non lo sapeva, ma erano i primi gol del suo ultimo campionato da calciatore

LA CONFERENZA PRE-DERBY DI PIOLI

Era stato fantacalcio. Puro. Ma non il gioco che, sempre a settembre, riunisce gli amici intorno a un tavolo. Il fantacalcio inteso come fantascienza applicata al pallone. Coi protagonisti di ieri (quel 13 settembre) che si ritroveranno tutti domani, cioè oggi, come in quei film ad episodi dove i personaggi, presto o tardi, scoprono che i loro destini sono incrociati. Come Paolo Maldini e Frederic Massara, insieme per ricostruire un Milan vincente, fino allo scudetto, ma in campo, in quella partita, da avversari. Ed entrambi in gol. E poi c'era Max Allegri. C'era l'esordiente Savicevic. C'era Marco Van Basten, nel pieno della sua carriera e, senza neanche saperlo, anche al suo ultimo anno da calciatore. C'erano gli attacchi che segnavano e le difese - alte, altissime - che lasciavano fare. Così andò quel giorno.

Maldini & Massara

Ma andiamo con ordine, l'unico modo per mettere insieme le tessere di un puzzle apparentemente irrazionale. Da un lato il Milan campione in carica di Capello, dall'altro il Pescara neopromosso di Galeone, maestro di chi di scudetti ne vincerà tanti, Massimiliano Allegri. Max è in campo e segna dopo un minuto: su assist di Massara e con spizzata dell'indimenticato Stefano Borgonovo. La partita è una musica rock: al 3' pareggia Paolo Maldini, al 6' Lentini fa 2-1. Gigi era appena stato comprato dal Toro: Berlusconi mandò un elicottero a Torino e lo invitò per colazione ad Arcore per convincerlo a firmare in rossonero (parola di Galliani). Lui lo ripaga con un gol capolavoro in rovesciata. L'assist è di un altro innesto 1992, il suo nome è Dejan Savicevic. Detto il genio, ma questa è un'altra storia.

Baresi batte il record di autogol

La storia, la nostra, inizia invece a fare il doppio gioco come in uno spy-thriller. E il plot twist sono i due autogol di Franco Baresi che - c'è da dirlo - devia soltanto due tiri da fuori (uno di Allegri); ma siamo nel 1992 e tanto basta per considerarlo autorete. Sono la numero 5 e 6 della sua carriera da primatista nella specialità, otto totali, come il ben noto collega interista poi finito anche in una canzone di Ligabue ("Ferri batte il record di autogol"). Non è finita: Massara segna ancora all'apparentemente insuperabile ministero della difesa rossonero Tassotti-Costacurta-Baresi-Maldini.

 

Siamo ora al 23° minuto e siamo 4-2 per il piccolo Pescara, che ormai si è trasformato in un capolavoro del cinema indipendente (Le Iene di Tarantino uscirà in quel 1992): cioè fare tanto con poco, piegare il Milan campione in venti minuti, da neopromossi.

Pallone d'Oro

Però, poi, c'è Marco Van Basten. Movenze da cigno, spalle da armadio a quattro ante, fiuto del gol da squalo che sente l'odore del sangue. Gli attacchi segnano e le difese lasciano fare: l'olandese ci va a nozze. Sarà l'anno del suo terzo Pallone d'Oro (prima solo Cruijff e Platini), roba da fantascienza, appunto. Non lo sa ancora, ma quelli sono i primi gol del suo ultimo campionato col Milan. Del suo ultimo campionato da calciatore. A inizio 1992 segna a valanga, i quattro personali al Göteborg (con magia in rovesciata) gli valgono un nuovo Pallone d'Oro. Poi l'operazione di pulizia alla caviglia che metterà fine - a 28 anni - a una delle carriere più brevi ed estremamente lucenti di sempre. Ecco, quel Pescara-Milan del 13 settembre 1992 finirà 4-5 per il Milan. Con tripletta di Marco Van Basten.