Al via l'ultima sfida della Serie B, epilogo dei playoff che premia la terza squadra promossa. Castori cerca l'immediato ritorno in A, Baroni insegue il secondo salto di categoria di fila. Domenica alle 20.30 l'andata al Cabassi, giovedì il ritorno in Campania
Una stagione sorprendente per un epilogo ancora più inatteso: Carpi-Benevento, ultimo atto in 180’ della Serie B, vale la terza promozione nella finale playoff. È la sfida tra una retrocessa dalla massima serie e una neopromossa assoluta in B, rispettivamente la 7.a e la 5.a classificata nella regular season. Meglio piazzati in campionato, i campani festeggerebbero in caso di doppio pareggio (senza supplementari) tra andata e ritorno -
Chi farà quindi compagnia a Spal e Verona? Primo round in programma domenica al Cabassi, casa degli emiliani partiti dal turno preliminare vinto sul campo del Cittadella. Prima fatica tutt’altro che agevole complice l’ottimo campionato della neopromossa di Venturato fino al 6° posto: Lollo e Mbakogu archiviano il 2-1 finale vanificando Iunco e il fattore casalingo per i veneti. Si aprono così le porte della semifinale -
Il ritorno della finale playoff andrà invece in scena giovedì al Vigorito, impianto dell’esaltante Benevento. Anche i campani hanno inaugurato la campagna dei playoff dal turno preliminare, vinto davanti al proprio pubblico contro lo Spezia al 4° anno di fila agli spareggi promozione. Liguri che capitolano con l’uno-due Ceravolo-Puscas, attaccanti determinanti per il 2-1 solo addolcito da Nené. Baroni avanza nel tabellone -
La marcia del Carpi disegna un capolavoro nella sfida al Frosinone, prima antagonista nella storica promozione in A di due anni fa e terza forza del campionato. Dopo lo 0-0 maturato in Emilia, il trionfo della squadra di Castori al Matusa delinea contorni epici: ridotto in 9 (espulsi Struna e Gagliolo) ed estromesso dai playoff in caso di pareggio, il Carpi la spunta all’86’ con Letizia. Un’autentica impresa sul campo della prima candidata alla Serie A, eliminata tra lacrime e contestazioni fino alle dimissioni di Marino -
La semifinale riserva invece al Benevento l’ostacolo Perugia, ambiziosa pretendente allenata da Bucchi già sondato da club di Serie A. La griglia playoff viene smentita ancora una volta: 1-0 al Vigorito firmato Chibsah, bravo a sfruttare la frittata confezionata da Gnahoré e Brignoli. L’1-1 fissato al Curi (Puscas e Nicastro) vale la finalissima e rappresenta il punto più alto mai raggiunto dai campani in 88 anni di storia -
In finale troviamo così il Carpi a caccia dell’immediato ritorno in Serie A, raggiunta per la prima volta nel 2015. E pensare che il campionato degli emiliani, giunti al 7° posto a quota 62 punti, ha giustificato l’accesso ai playoff solo all’ultima giornata dopo un’incertezza lunga un’intera stagione. Un saldo realizzativo positivo (41 gol fatti, 40 subiti) e un bottino esterno (26 punti totali) che ribadiscono il carattere della banda Castori. Le vittorie ai playoff a Cittadella e Frosinone non possono essere trascurate -
“Salta salta lo stregon”, cantano i tifosi campani. D’altronde che dire della stagione della neopromossa giallorossa, quinta al traguardo (65 punti) ma già accostata alla promozione diretta complice il 2° posto raggiunto alla 26.a giornata. Superato un mese complicato tra febbraio e marzo (2 punti all’attivo), il Benevento ha riacceso i motori garantendo la disputa dei playoff: lo scorso 13 maggio, il 2-1 targato Ceravolo al 93’ ha vanificato la promozione diretta del Frosinone dando il là agli spareggi in Serie B -
Esperienza, fisicità e organizzazione alla base del collaudatissimo Carpi di Fabrizio Castori, 62enne sulla panchina emiliana dal giugno 2014 eccezion fatta per l’esonero di un mese in Serie A prima di essere richiamato dal patron Bonacini. Allenatore sanguigno e smaliziato in categoria, magari poco incline allo spettacolo ma estremamente pratico: l’ordine tattico e le ripartenze del Carpi garantirono la storica promozione di due anni fa. Dogmi rispettati sul campo che avvicinano Castori ad un’altra impresa -
Raccolto il testimone da Auteri, allenatore che ha regalato la prima Serie B di sempre, Marco Baroni è l’uomo che guida il Benevento ad un sogno impronosticabile ai nastri di partenza del torneo. Ex difensore classe 1963, campione d’Italia a Napoli, il tecnico giallorosso vanta trascorsi vittoriosi (Primavera della Juventus) e stagioni in Serie B tra Lanciano, Pescara e Novara. In Piemonte si fermò ai playoff, ora ha centrato la finalissima grazie ad un gruppo solido e variegato, trascinato dall’estro di giovani e singoli -
Riaccolto in gruppo Mbakogu, 15 gol nell’anno della promozione e 5 dal suo ritorno a gennaio dopo l’esilio russo, la prima risorsa sotto porta del Carpi resta Kevin Lasagna. Sono 14 i centri in stagione di “KL15”, mai così prolifico in carriera: mancino potente e progressione da applausi, un pericolo per il Benevento. Il 4-4-2 di Castori dalle linee corte e reparti compatti presenta le solite certezze: Bianco e Lollo in mediana con il jolly Di Gaudio, Struna e Letizia sugli esterni con Gagliolo e Romagnoli al centro fino all’ottimo Belec -
In chiave realizzativa in casa Benevento il fattore è invece Fabio Ceravolo, 30 anni e 21 gol in stagione alle spalle del capocannoniere Pazzini. Come Lasagna anche il bomber giallorosso ha raggiunto un bottino da record, certificato dal 4-2-3-1 di Baroni votato allo spessore di pedine offensive come Ciciretti e Falco, Puscas e Cissé. Ottima stagione di Chibsah in tandem con il ritrovato Viola, Cragno è il futuro Azzurro tra i pali. Lucioni il leader in difesa, Venuti e Lopez i due laterali dalla spinta costante a creare superiorità -
La giusta malizia e una categoria che sta convincendo ancora dopo il trionfo del 2015, ma quali sono le amnesie del Carpi? Il sistema è collaudato da anni, certezza che comporta le giuste contromisure da parte degli avversari: la scarsa continuità nei risultati in stagione punta il dito proprio sulle poche novità introdotte da Castori. Tesi a braccetto con le difficoltà in zona gol (solo 41 reti in campionato), persino l’estrema fisicità rischia di tramutarsi in handicap: che ingenuità le due espulsioni maturate al Matusa -
Entusiasmo incontenibile a Carpi, addirittura travolgente a Benevento: Baroni vede il doppio salto di categoria in altrettante stagioni attraverso la freschezza degli interpreti e un gioco corale dalle buone intuizioni. A pesare in negativo sulla bilancia, oltre alle pause già registrate in stagione, grava l’esperienza relativa ad un passo dalla Serie A (ricordate il Trapani?) come le condizioni di uomini chiave: bomber Ceravolo non è al meglio, l’assist-man Ciciretti (12 a referto) sicuramente non ci sarà al Cabassi -
Naturalmente sono due i precedenti stagionali tra Carpi e Benevento, il primo archiviato lo scorso 4 settembre al Cabassi: l’1-1 finale targato Falco e Catellani (poi ceduto all’Entella) aveva preceduto i veleni di coda tra Castori e Baroni. Un litigio alimentato dall’espulsione di Lollo nel finale prima del chiarimento tra le parti. Allenatori preceduti da 7 scontri diretti: Baroni conduce 3 vittorie contro 2, ma nell’ottobre 2014 il tecnico emiliano travolse 5-0 il Pescara allora guidato dall’attuale mister giallorosso -
Falco a segno all’andata come nel secondo atto in Campania: un 3-0 a senso unico per il Benevento grazie alla doppietta di Ceravolo, capocannoniere nel girone di ritorno con 14 gol. Se il Carpi colpisce pure lontano dal Cabassi, il confronto dello scorso 28 gennaio rappresenta una delle peggiori prestazioni in campionato degli emiliani. Non è un caso che sia maturata al Vigorito, un fortino da 44 punti nella regular season -
Da non trascurare le assenze nel primo atto della finalissima al Cabassi: il Carpi perde Struna e Gagliolo (coppia da 24 ammonizioni in stagione), pedine fondamentali in difesa ma espulsi a Frosinone come il tecnico Castori. Baroni lamenta invece lo squalificato Puscas, 21enne rumeno di proprietà dell’Inter appena ristabilito dopo il lungo infortunio: 6 gol in stagione, 2 dei quali firmati ai playoff contro Spezia e Perugia -
Un gruppo storico quello allenato da Castori, basti pensare che in rosa figurano 14 giocatori già protagonisti nella promozione del 2015 in Serie A, campionato che presentava ai nastri di partenza 12 interpreti del gruppo attuale. L’orgoglio e la solidità di una squadra collaudata rappresentano le prime risorse del Carpi a caccia di una nuova impresa: guai a sottovalutare la scia del trionfo epico a Frosinone così come l’imbattibilità emiliana lunga 8 partite -
Rispetto alla scorsa stagione, culminata con la promozione dalla Lega Pro, il Benevento riserva un posto in squadra invece a 11 superstiti dal ruolo fondamentale: prendete capitan Lucioni e Walter Lopez, Melara e Cissé fino all’estroso Ciciretti, talento scuola Roma destinato ad alti livelli. Chi ha già disputato una finale playoff è Mirko Eramo, 27enne che un anno fa accarezzava la Serie A con il Trapani di Serse Cosmi. Intanto la squadra di Baroni non conosce sconfitte da 7 gare -
A proposito di promozioni, il discorso resta d’attualità per entrambe le finaliste dai recenti festeggiamenti. Il 28 aprile 2015 il Carpi centrava per la prima volta la Serie A al termine di un campionato incredibile: 1° posto a quota 80 punti, ben 22 vittorie e miglior difesa con 28 gol al passivo. Oggi come allora siede in panchina Fabrizio Castori, allenatore della A persa all’ultima giornata ma nuovamente a portata di mano -
Poco più di dodici mesi fa, il 30 aprile 2016, il Benevento chiudeva al 1° posto il girone C della Lega Pro travolgendo 3-0 il Lecce al Vigorito: che festa per i campani di Auteri alla prima promozione in B in 87 anni di storia. Se il saldo ai playoff di Lega Pro (11 sconfitte su 12) è indubbiamente negativo, gli uomini di Baroni vantano un pass inedito per raggiungere la Serie A. Doppio balzo di fila dietro l’angolo, roba da Streghe -