Benevento, Inzaghi a Sky: "Vigorito su Ibrahimovic? Voleva anche Mandzukic"

Serie B

L'allenatore del Benevento a Sky: "Oltre a Ibra, Vigorito voleva anche Mandzukic. È ambizioso e appassionato, è il papà di tutti e vogliamo vederlo felice. Stiamo facendo qualcosa di straordinario, ma non dobbiamo fermarci perché la strada per la Serie A è ancora lunga". Poi sul derby: "Sarà una bella partita, l'Inter sta facendo grandi cose e il Milan si è ripreso con Pioli. Ibra sta dando tanto, prenda la 9 perché ha le spalle larghe per poterla indossare. Ho il rimpianto di aver giocato poco con lui"

Primo posto con un margine di 17 punti sulla terza, una sola sconfitta in stagione subita il 26 ottobre, miglior attacco e miglior difesa del campionato con appena 12 gol subiti: è un Benevento da record. Pippo Inzaghi si gode il grande momento della sua squadra, spinta da una città intera, da un ambiente sano e da un presidente come Vigorito che ci mette grande passione: “È una persona fantastica, un appassionato, uno che vive di calcio, il papà di tutti e siamo contenti di regalargli questa soddisfazione – ha dichiarato l'allenatore giallorosso a Sky Sport - Lo vedo felice, è la soddisfazione più grande per me. Poi ho un rapporto importante con il direttore Pasquale Foggia, che da anni mi insegue, e ho avuto la fortuna di conoscere il presidente, che non ha mancato una trasferta ed è sempre al nostro fianco. Vi racconto un aneddoto: dopo la partita con la Salernitana ha voluto dare il premio alla squadra nonostante il pareggio come se avessimo vinto, perché ha visto voglia, impegno e attaccamento alla maglia. Questo gesto vale più di mille parole. Voleva prendere Ibrahimovic? Lui voleva anche Mandzukic. È ambizioso, un presidente così è merce rara. Benevento oggi è un'isola felice, ti fanno lavorare e ti vogliono bene. Ci saranno anche momenti difficili, so che anche in quel caso ci saranno tutti vicini".

"Stiamo facendo qualcosa di straordinario, ma non fermiamoci"

Manca solo il ritorno in Serie A, ormai sempre più vicino: "È ancora lunga, il calcio ci ha insegnato che bastano due o tre sconfitte per mettere in discussione tutto – aggiunge Inzaghi - Sarebbe un peccato, ora diventa una vera e propria sfida con noi stessi e dobbiamo pensare partita per partita senza guardare il distacco in classifica. Abbiamo fatto un girone d'andata straordinario battendo diversi record, questo rimane nella mente, nel cuore e nella storia di questa società. Ma io guardo avanti, dobbiamo cercare di migliorarci perché dobbiamo arrivare dove speriamo di arrivare ed alzare il livello. Questo chiedo ai ragazzi, ma ho un gruppo straordinario che si allena bene e in 22 partite ha perso una sola volta. Posso solo ringraziarli. Se c'è tanto di Inzaghi in questa squadra? Parto dal presupposto che gli attori protagonisti sono i calciatori, l'allenatore non può fare miracoli. L'esperienza mi ha insegnato che bisogna avere un ottimo presidente, un ottimo direttore e un ottimo pubblico come ci sono qui, poi un gruppo di giocatori straordinari. Mi hanno fatto trovare una squadra pronta, con uomini importanti, poi io ho provato a portare il mio credo. Ma tutto il Benevento funziona, tutti lavorano con il cuore. A volte abbiamo fatto a meno di calciatori importanti e chi ha giocato si è sempre fatto trovare pronto, questo per me è motivo d'orgoglio. Io difensivista? In Italia subito si danno etichette, ma si sono dimenticati che a Venezia ho fatto miglior attacco e miglior difesa del campionato così come quest'anno a Benevento. Abbiamo vinto in Lega Pro con squadre come il Parma con tanti punti di distacco, nel calcio purtroppo si dimenticano le cose positive troppo presto. Vado avanti per la mia strada, non vendo il mio prodotto e forse sbaglio ma non me ne importa. Dal calcio ho già avuto tanto, ora voglio togliermi la soddisfazione di lasciare qualcosa ai miei ragazzi. Ho trovato un gruppo scottato da quanto successo l'anno scorso, ma sono felice di vedere questi ragazzi che vengono al campo e si allenano a mille nonostante i punti di vantaggio. I risultati si stanno vedendo, ma mi auguro che la squadra non molli di un centimetro perché le insidie sono dietro l'angolo e battere il Benevento è diventato un obiettivo per tutti”.

"Ibra prenda la 9, ha le spalle larghe..."

Con Inzaghi inevitabile parlare di Milan e Ibra, attesi dalla super sfida contro l'Inter: "È un bel derby, purtroppo giocheremo alla stessa ora e sarà strano non vedere questa partita che mi ha dato tanto – prosegue l'allenatore del Benevento - Ibra e Lukaku sono i giocatori più rappresentativi, ma ce ne sono tanti in campo. Conte sta facendo qualcosa di molto importante, non avevo dubbi perché conoscendo Antonio conosco la sua mentalità e come avrebbe lavorato. Il Milan si sta riprendendo con Pioli, Ibra ha dato tanto e l'ho detto anche prima che facesse gol, conoscendo come ci tiene a questa professione so che non avrebbe accettato se non fosse stato al 100%. A lui piacciono le sfide, ma è un grande giocatore e non vuole perderle. Sapevo che avrebbe portato mentalità, ha sgravato tanti giovani di responsabilità, a lui piacciono, e di conseguenza quelli intorno a lui sono cresciuti. Sarà un bel derby, se vince il Milan sono contento. Maledizione della 9? Non lo so, sfatiamo un po' questo tabù perché se il 9 del Milan segna sono felice. È una maglia che giustamente non è stata ritirata, quindi deve andare a qualcuno: mi auguro che Ibra la prenda, ha le spalle larghe per poterla indossare. Penso che giocare al suo fianco è qualcosa di incredibile, avremmo voluto giocare insieme ma io mi ruppi il crociato. Ricordo quella partita con il Real Madrid, giocai in coppia con Ibra e feci gli ultimi due gol in Europa perché avevo lui al mio fianco, sarebbe stato una manna dal cielo per me ma avevo 39 anni ed ero vecchietto. Ho l'unico dispiacere di aver giocato poco con lui. Ora è una carta importante per il Milan, gli anni sono 10 in più rispetto ad allora ma in queste partite la carta d'identità non l'ho vista, perché è stato trascinante. I rossoneri non hanno iniziato bene, ma sono in tempo per recuperare e andare in Europa. Per tornare ai fasti di un tempo ci vogliono pazienza e programmazione, so che non è facile per i tifosi che sono stati abituati a cose belle e importanti. Spero che accada presto".