Buffon è sempre decisivo: para un rigore e il Parma vince. VIDEO

VIDEO
©LaPresse

È il primo parato in B, il numero 37 (sventato) della sua carriera, dove ne ha neutralizzati il 31,6%. Il primo di sempre quasi venticinque anni fa, ma sfortunato, perché poi Bierhoff segnò subito sulla ribattuta. E solo a un giocatore ne ha parati due, il suo soprannome era Il Fenomeno…

SERIE B, LA DIRETTA GOL LIVE

Buffon è sempre Buffon. Sotto quella maglia sempre l'altra, con la S di Superman. E senza nemmeno bisogno della cabina telefonica - altri tempi, ora non se ne vedono più - per cambiarsi come faceva Clark Kent. Occhiali, pure quelli, superflui, Gigi ci vede benissimo anche adesso, anche coi 43 anni e 9 mesi sulle spalle, continuando a parare i rigori. Una vecchia leggenda metropolitana gli imputava, da sempre, di non saperlo fare. Lui, come in film di avvocati di Hollywood, ha smontato l'accusa insinuando il ragionevole dubbio. Cioè parando, volando senza mantello anche contro il Cittadella e neutralizzando il suo secondo rigore stagionale dopo quello a Di Carmine (calciato fuori) con la Cremonese. Tuffo alla propria sinistra, il malcapitato l'ex vivaio della Roma Mirko Antonucci, che aggiorna il pallottoliere di Gigi al numero 37, perché tanti ne ha parati (o per meglio dire neutralizzati, dati Transfermarkt) nella sua carriera (escludendo le serie ai rigori che, statisticamente parlando, sarebbero ingiuste per chi indossa i guantoni). Su 117 totali. Buffon, nell'arco della sua intera storia, ne ha sventati, respinti o fatti calciare larghi, il 31,6%. Quasi uno su tre. Eccolo, il ragionevole dubbio. 

Novemila giorni dopo il primo (sfortunato)

Più che dubbio, certezza. Lui i rigori li sa parare, o far sbagliare. In B è la seconda volta. Lo ha fatto anche in Ligue 1, in Champions League (da cassetto dei ricordi quello su Figo nella semifinale del 2003), agli Europei su Mutu (di piede), ai Mondiali (nella sciagurata partita contro la Corea nel 2002), in Coppa Uefa e in Coppa Italia. L'ultimo in A l'aveva parato al Berardi che tanto male ha fatto (recentemente) alla sua Juve, con l'apertura per il gol partita di Maxime Lopez. Il primo? Quasi venticinque anni fa, quando di cabine telefoniche ne trovavi una ad ogni angolo della strada, novemila e novantasette giorni prima di Antonucci. Ma fu un rigore sfortunato. In Udinese-Parma 3-1 del primo dicembre 1996 Gigi ipnotizza Bierhoff, che però segna immediatamente dopo sulla respinta.

Generazione di fenomeni

Buffon l'hanno disegnato così, sempre decisivo. A tutte le età, latitudini e livelli. Esultando con rabbia in B come nella coppa del mondo. Solo quattro giocatori sono finiti nel suo mirino più volte, tutti in due circostanze. I nomi? Si parla di campionissimi, fenomeni. Perché - come si dice - greatness recognizes greatness. La grandezza di riconoscersi. E allora nella lista c'è Mutu, un tale Roberto Baggio e un'altra leggenda come Francesco Totti, anche se per tutti e tre si parla di una parata sommata a un errore. L'unico per davvero fermato due volte, con due parate vere è stato Ronaldo, Il Fenomeno, che di rigori in Italia ne sbagliò solo due. Entrambi contro Gigi; di cinque errori totali in carriera su cinquantadue. Tutto nella norma se ti chiamano Superman da più di venticinque anni.

Buffon para un rigore a Ronaldo in Parma-Inter 1-0 dell'8 marzo 1998