Quel dominio in serie C, per salire in serie B, che profuma di Serie A

Sarà un testa a testa destinato a durare fino a fine campionato quello tra Padova e Vicenza. Le due grandi protagoniste del girone A di serie C stanno dando vita a una competizione a sé, una sfida avvincente che a maggio premierà solo una delle due con il passaggio diretto in serie B. Al momento il Padova è davanti con 45 punti in 17 giornate , mentre il Vicenza segue a 40 punti . E’ un testa a testa dal sapore antico, un duello che ci riporta agli anni Novanta, alla serie A 1995/96, quando il Padova finì per retrocedere in B mentre il Vicenza conquistò una tranquilla permanenza nel massimo campionato. Va detto subito che per qualità del gioco espresso, potenzialità della rosa e bravura dei due allenatori entrambe le squadre meriterebbero il salto di categoria. Ma la fessura che conduce dalla C alla B è molto stretta e consente il passaggio diretto a una sola squadra. L’altra sarà costretta all’inferno dei playoff, un muro contro il quale sono già andate a sbattere sia il Padova che il Vicenza, quest’ultimo non più tardi del giugno scorso, quando in finale fu costretto ad arrendersi alla sorprendente Carrarese. Proprio per questo, per evitare l’inferno dei playoff, i due club si sono attrezzati allestendo due formazioni fortissime capaci di puntare subito al salto in B. Il Padova è retrocesso in C nel giugno 2019. Da allora ha giocato 5 campionati, arrivando per tre volte secondo e non riuscendo mai a superare lo scoglio dei playoff. La sconfitta più bruciante rimane quella del giugno 2021, quando perse ai rigori contro l’Alessandria una finale che ancora fa male. L’anno scorso fu invece il Mantova di Possanzini a spegnere i sogni patavini durante la regular season, mentre la corsa ai playoff finì poi ai quarti di finale proprio per mano del Vicenza, che si impose 2-0 in casa e 1-0 a Padova . La sfida con il Vicenza è tornata prepotentemente d’attualità quest’anno, quando le due squadre hanno preso fin da subito il largo dando vita a un entusiasmante testa a testa che appare destinato a durare fino all’ultima giornata. A Padova quest’anno sembrano avere azzeccato tutto, a cominciare dall’allenatore. Dopo aver fatto cose egregie due anni fa con la Pro Sesto, il giovanissimo Matteo Andreoletti, 35 anni, non è riuscito a ripetersi l’anno scorso alla guida del Benevento. A Padova però non hanno dimenticato il bel gioco offerto dalla Pro Sesto di Andreoletti e la scorsa estate hanno deciso di puntare forte su di lui, con risultati eccelsi. La squadra non è stata rifondata ma solo aggiustata rispetto all’anno scorso. L’arrivo di Spagnoli in attacco ha alzato certamente il livello della fase offensiva. Il direttore sportivo Mirabelli ha regalato a Andreoletti uno dei suoi punti fermi dei tempi di Sesto San Giovanni, quell’Alessandro Capelli che a centrocampo si sta rivelando uno dei migliori esterni del torneo. In porta è arrivato il figlio d’arte Mattia Fortin che dopo l’ottima annata a Legnago ha blindato subito la difesa padovana. La colonna portante della squadra è rimasta invariata, con il difensore centrale Delli Carri, il regista Crisetig e l’attaccante Bortolussi che si stanno confermando sui livelli molto alti della passata stagione. Intorno a questi, un gruppo di giocatori che subito si sono dimostrati tra i più brillanti del torneo nei rispettivi ruoli. Molto bene sta facendo in difesa Marco Perrotta così come in mediana Pietro Fusi sta dimostrando di essere una pedina fondamentale per Andreoletti. Il modulo 3-4-2-1 è un vestito perfetto per una squadra che nelle prime 15 giornate ha infilato 13 vittorie e 2 pareggi, comandando la classifica fin dalle prime battute. A Padova però nessuno si vuole illudere prima del tempo. Le ultime 5 stagioni hanno portato delusioni feroci non ancora dimenticate: Alessandria, Palermo, Sudtirol, Feralpisalò e Mantova hanno vinto la volata per la promozione diretta, il timore che quest’anno possa essere il Vicenza a beffare al fotofinish il biancoscudo c’è ed è palpabile. L’unico neo al momento in casa padovana è rappresentato dallo stadio: la nuova curva dell’Euganeo è ancora chiusa per questioni burocratico-giudiziarie, e la cosa ha fatto arrabbiare molto i tifosi biancoscudati. La tifoseria organizzata del Padova in segno di protesta sta disertando al momento le gare casalinghe, nella speranza di dare un’accelerata a una situazione che si sta trascinando da troppo tempo. Il Vicenza ha invece trovato in Stefano Vecchi un allenatore capace di riportare subito in alto gli entusiasmi della piazza dopo la mazzata del giugno scorso, quando la sconfitta nella finale playoff con la Carrarese ha tolto dalle mani dei biancorossi una serie B che sembrava già in pugno. La forza della società guidata da Renzo Rosso sì è subito vista nel mercato estivo, quando a Vicenza sono approdati giocatori di categoria capaci di alzare le ambizioni della piazza. In difesa l’arrivo di Maxime Leverbe dal Pisa ha blindato la retroguardia. A centrocampo Simone Della Latta e Marco Carraro hanno immesso grande qualità nel gioco di Vecchi. In attacco gli arrivi di Morra, Zamparo, Rauti e Capone hanno fatto crescere moltissimo il livello delle rotazioni delle punte biancorosse. A ciò va aggiunta la riconferma di Matteo Della Morte, un attaccante richiestissimo in B ma che alla fine il direttore sportivo Matteassi ha saputo tenere. Senza dimenticare che a breve rientreranno due giocatori chiave come l’attaccante Franco Ferrari e il regista Ronaldo Pompeu, che dopo essersi infortunati a giugno nei playoff sono ormai vicini al rientro. Con il loro ritorno Stefano Vecchi avrà a disposizione una batteria di attaccanti e centrocampisti con pochi eguali nella categoria. Nel testa a testa tra Padova e Vicenza avranno ovviamente un peso enorme gli scontri diretti. Il primo se lo è aggiudicato il Padova il 6 ottobre scorso, in casa, battendo 1-0 i rivali grazie a un gol di Michael Liguori . Il secondo è in calendario per il prossimo 16 febbraio, una data già segnata in rosso dalle due tifoserie. Si giocherà allo stadio Menti, dove il Lanerossi Vicenza quest’anno ha saputo portare sempre 9-10 mila spettatori, a conferma della grande fiducia che aleggia intorno alla squadra plasmata da Stefano Vecchi. È insomma un campionato nel campionato quello al quale stanno dando vita Padova e Vicenza. Probabilmente vincerà chi riuscirà ad avere i nervi saldi nei momenti clou della stagione, che arriveranno come sempre accade nei mesi di febbraio e marzo, quando i punti peseranno il doppio e quando il tempo per recuperare da eventuali scivoloni diventerà pochissimo. Da qui a quel momento c’è solo da godersi lo spettacolo che le due squadre ci regalano ogni fine settimana: un gioco organizzato sulla qualità e indubbiamente da categoria superiore. L’unico rammarico per gli osservatori neutrali è che a maggio solo una potrà esultare. Per l’altra ci sarà l’inferno dantesco dei playoff di serie C, una roulette russa che tutte le grandi vogliono evitare.

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Antonio Nucera