Riapre ufficialmente il mercato di gennaio, occasione per aggiustamenti e colpi mirati. A un anno di distanza proviamo a valutare quali furono quelli veramente decisivi
Anche un anno fa, come accade ogni gennaio, si correva ai ripari: aperta la finestra di riparazione, tanti club si tuffarono sul mercato per aggiustamenti, affaroni e migliorie. A posteriori, proviamo a vedere quali di quei colpi furono veramente decisivi -
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EDER. Dodici gol nelle prime 19 giornate con la maglia della Sampdoria convincono Mancini che sia lui l’uomo giusto per aiutare l’Inter a fare il salto di qualità. Lo corteggia anche il Leicester, che nel frattempo sta scrivendo la propria grande favola, ma lui alla fine sceglie i nerazzurri. Nelle successive 14 partite giocate con l’Inter segna appena un gol (sbloccandosi solo il 23 aprile, dopo un lunghissimo digiuno). Anche nella stagione in corso, per ora, 14 presenze e un gol: l’Eder della Samp non si è più visto -
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RANOCCHIA. Percorso inverso, nel gennaio 2016, per il difensore alla ricerca della fiducia nei propri mezzi necessaria per indossare la maglia dell’Inter, in cui era passato rapidamente dal ruolo di capitano a quello di riserva. Nella Samp il suo rendimento non cambia di molto e lui non cambia le sorti della sua nuova squadra: a giugno è tornato all’Inter, dove è ripartito dalla panchina -
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BOATENG. Certi amori rossoneri non finiscono e così, preso atto del divorzio tra “Prince” e lo Schalke (rescissione del contratto), Galliani lo riporta a casa. Con il Milan era stato protagonista dell’ultimo scudetto rossonero, la sua seconda esperienza non è altrettanto esaltante e si conclude con 11 presenze in campionato, un gol e il mancato rinnovo del contratto. Svincolato, si è accordato con il Las Palmas -
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SUSO. In rossonero non riesce a convincere e così a gennaio viene mandato a respirare l’aria di Genova per provare a rivitalizzarlo. Gasperini fa il miracolo, trasformandolo in un giocatore decisivo, capace di segnare 6 gol in 19 partite; rientra al Milan con una rinnovata fiducia nei propri mezzi e anche in questa prima parte di stagione si è confermato come uno dei giocatori più determinanti: 15 presenze, 5 gol e tifosi conquistati -
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PEROTTI. A far posto a Suso nel tridente del Genoa è l’argentino, che la Roma porta subito nella Capitale (dopo l’addio a Gervinho, destinazione Cina) pagando un milione di euro per il prestito fino a giugno, con il diritto di riscatto fissato a 9 milioni. Tre gol e 6 assist in quattro mesi convincono la Roma a esercitare il diritto e anche nella stagione in corso Perotti è una certezza (6 gol in 15 presenze) -
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EL SHAARAWY. Altro colpo romanista, con una storia particolare. Passato nel precedente mercato estivo dal Milan al Monaco (prestito oneroso con obbligo di riscatto alla venticinquesima presenza), il club monegasco lo utilizza nella prima parte della stagione, facendogli collezionare 24 presenze e non mandandolo più in campo per non dover pagare i 13 milioni di riscatto. Il “Faraone intristito” viene salvato dalla Roma e lui ricambia con 8 gol in 16 partite, conquistandosi la riconferma -
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BENALOUANE. Ex Atalanta, a gennaio per lui si presenta l’occasione di tornare in Serie A con la maglia della Fiorentina. Nel Leicester di Ranieri fa solo panchina e a gennaio, nonostante le Foxes siano già lanciatissime, è ancora difficile credere veramente nel titolo. Così opta per il Viola: a fine anno raccoglierà zero presenze a causa di un infortunio, mentre i suoi ex-compagni festeggeranno sul pullman scoperto. Di recente si è preso una piccola rivincita vincendo il processo contro la Fiorentina che non gli voleva riconoscere gli stipendi dei mesi trascorsi in viola senza mai neanche allenarsi -
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GRASSI. Altra storia “triste” quella della giovane promessa del centrocampo, strappato in fretta e furia dal Napoli alla concorrenza. Il club di De Laurentiis gioca d’anticipo e lo preleva dall’Atalanta il 27 gennaio. Il giorno stesso, durante il primo allenamento con i nuovi compagni, l’infortunio che gli rovina la stagione. Tornerà a disposizione dopo un mese, ma non esordirà mai con la maglia del Napoli. Nel mercato estivo il ritorno in prestito nella “famiglia” atalantina -
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ZARATE. Dopo alcune esperienze poco fortunate lontano dall’Italia (Velez, West Ham, QPR), la Fiorentina lo riporta in Italia: 3 gol in 15 giornate e la riconferma. Con Paulo Sousa tanti alti e bassi, anche se ultimamente sembra aver conquistato l’ambiente -
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IMMOBILE. Quando il Torino ufficializza il suo ritorno (dopo l’annata poco fortunata al Borussia Dortmund e la prima metà di campionato al Siviglia, senza riuscire ad affermarsi), i tifosi granata si precipitano all’aeroporto per accoglierlo e riabbracciarlo, ricordando la stagione super che aveva vissuto con il Toro nel 2013/2014 (22 gol). Ciro si mette sulle spalle la maglia numero 10, segna 5 gol e a fine campionato torna al Siviglia, che lo cede alla Lazio -
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RICKY ALVAREZ. Sbolognato dall’Inter al Sunderland (che raggiunge la salvezza ma non vuole pagare ai nerazzurri l’obbligo di riscatto previsto dalla clausola: interverrà la Fifa dando ragione all’Inter), torna in A con la maglia blucerchiata. Niente di straordinario, ma quanto basta a convincere la Samp a rinnovargli il contratto -
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BORRIELLO. Il collezionista di maglie, dopo aver iniziato la stagione con il neopromosso Carpi, finisce tra i non convocati e il club gli fa capire di non voler più puntare su di lui nonostante le prestazioni più che soddisfacenti (4 gol e 4 assist). Alla base ragioni tecniche ed economiche, pare, ma il caso scoppia sul serio solo quando l’attaccante risponde su Instagram alla lettera di un tifoso trovata sul parabrezza della sua auto, ringraziando per l’affetto e assicurando il proprio impegno fino all’ultimo allenamento. A gennaio l’Atalanta ne approfitta: sei mesi in nerazzurro e torna svincolato, poi arriva il Cagliari per l’ennesima maglia diversa -
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