Genoa, Taarabt 2.0: vizi e virtù di un fantasista

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Adel Taarabt con la maglia del Milan nel 2014 (Getty)

Estroso, geniale, anche eccentrico. Ecco alcune curiosità sull'ex trequartista del Milan che potrebbe tornare in Italia con la maglia del Genoa 

Uno come lui non ha mezze misure: o bianco, o nero. Prendere o lasciare: "Nella mia vita ho commesso molti errori, non mi hanno portato da nessuna parte e non li rifarò. Credo". Parola di Taarabt, uno che ha sbagliato spesso e potrebbe farlo ancora. Trequartista puro (classe '89). Coi vizi e le virtù del ruolo: discontinuo ma geniale, esuberante ma talentuoso. Lucida follia. Questione di ossimori. Con la maglia del Milan stupì tutti, contro il Napoli segnò all'esordio. E ora può tornare in Italia. C'è l'accordo col Genoa di Juric, mancano soltanto gli ultimi dettagli. Questione di sogni, stavolta. Per tornare a sentirsi davvero un calciatore.

Aneddoti in pillole - Male male col Benfica, sbattuto tra le riserve dopo pochi mesi: "E' arrivato qui con sei chili di troppo". Replica mordace: "Non sono un bambino, ho giocato nel Milan e in Champions League". Risultato: fuori squadra. Perché lui è così, l'avevamo detto. Se non gioca "impazzisce". Rinunciare al campo? "Mai!". Meglio titolare al Qpr "che tra i campioni del Chelsea e non giocare". Dichiarazioni sue, stilettate. Nasce in Marocco, ma cresce vicino Marsiglia col mito di Zidane: "Sono di Berre-l'Étang, lo imitavo nei campetti del mio quartiere". Non tranquillissimo tra l'altro: "C'erano traffici, risse, roba che ti fa crescere in fretta. Grazie al calcio ho evitato molti guai". Anche se in campo ha combinato qualcosina. Semplice esempio: una volta, durante un match col Qpr, venne sostituito al 45esimo. Si arrabbiò talmente tanto che abbandonò lo stadio in pullman per andare a bere in un pub con degli amici. Finita qui? No, perché alcuni tifosi lo beccarono all'uscita e gli chiesero una foto. Online in pochi minuti, società infuriata. Niente di nuovo. Oppure: quand'era in Nazionale col Marocco lasciò il ritiro prendendo il primo treno per Marsiglia. "Ma dov'è Adel?". Sparito per due giorni.

 

L'Islam, Barton e gli elogi - Oggi è più maturo: "Ormai ho imparato". Va capito, è così. Seedorf ci riuscì nel Milan: "Mi ha trattato come un figlio, ci sentiamo spesso". Fiducia. Tant'è che in rossonero se lo ricordano ancora (14 presenze e 4 gol nel 2014, una bellezza). Bene al Qpr, male al Fulham e nel Tottenham: "E' stato un errore firmare per gli Spurs". Legatissimo alle sue origini: "L'inno del Marocco mi fa vibrare molto più della Marsigliese...". Una volta celebrò un gol al West Ham con la scritta I love Allah: "L'ho fatto per rispondere a chi insulta l'Islam con film ignobili. Prego cinque volte al giorno, faccio il Ramadan, non bevo, non fumo e rispetto tutti". Religiosissimo Adel, uno che ha firmato la petizione contro gli Europei U21 in Israele del 2013 perché "non sopporta che a morire siano bambini palestinesi e che si parli soltanto delle vittime israeliane". Storia deliciata. Eccentrico, inoltre. Al Qpr litigò con Joey Barton e andò dal presidente: "O me, o lui. E' invidioso, non mi lascia battere rigori e punizioni". Risultato scontato: Barton in prestito al Marsiglia, Adel resta. A Loftus Road diventa un idolo: "Taarabt’s too good for you” cantavano i tifosi. Unico. Redknapp, nel 2011, disse che aveva il "talento di Paolo Di Canio". Mentre Martin Jol, suo ex allenatore al Tottenham, si sbilanciò così: “Palla al piede, penso che in Inghilterra non ci sia nessuno come lui. E’ un mago".
 

Quiete, dopo la tempesta? - Grande chance in arrivo, un'altra occasione da non sbagliare. L'ennesima per Taarabt: "Sono abituato a una squadra che gioca per me". Un numero 10. Se l'affare dovesse andare in porto, per i rossoblù sarebbe un gran rinforzo (specie dopo gli addii di Pavoletti e Rincon). Segue Cassano, ammira Balotelli ed è amico di Briatore, uno "su cui può sempre contare". Ai tempi del Qpr, nel cuore di Londra, andavano sempre a cena da Montpelliano, ristorante italiano. Forse era destino incrociare la Serie A.